Spadafora difende la quarantena «No, cerchiamo delle alternative»
Il ministro: «Nel calcio il rischio contatto» Ma pure nella maggioranza voci critiche
Da una parte la cassiera e il supermercato. Dall’altra il calciatore e il campionato. La posizione di Vincenzo Spadafora è tutta in questa metafora ripetuta ieri diverse volte, sicuramente alla Camera e al Senato, forse anche al Consiglio dei ministri. Un modo per argomentare il perché della «quarantena automatica», la spada di Damocle sulla ripartenza del calcio, il caso di positività che farebbe saltare tutto il cronoprogramma immaginato e votato ieri dalla Lega di serie A. La cassiera, dice Spadafora, può osservare il distanziamento, usare i dispositivi di protezione, ecco perché non è necessario disporre l’isolamento di tutti i contatti ravvicinati. «Nel calcio non è possibile mantenere le distanze e i giocatori devono correre e marcarsi, cosa che non accade al supermercato».
«Inasprimento»
Per il ministro dello Sport, che oggi parteciperà alla giunta straordinaria del Coni, è il confine da non oltrepassare. Ma la disamina di Spadafora non è soltanto formale, il ministro conferma di trovare eccessivo «l’inasprimento del dibattito politico e mediatico, incomprensibile secondo la mia percezione e agli occhi di milioni di italiani che in questo momento sono ancor più interessati alla loro salute».
Protocollo ok
La metafora della cassiera attraversa il dibattito. Fra il Senato e la Camera arriva anche l’atteso protocollo rivisitato dalla commissione medica della Federcalcio. «Sono state raccolte tutte le indicazioni del Cts», annuncia Spadafora. Il passaggio aggiuntivo è quello richiesto: «In caso di accertata positività al Covid-19 tutti gli altri componenti del GRUPPO dovranno, per ovvie ragioni di prevenzione della diffusione epidemica, non avere contatti con qualsiasi altro soggetto esterno per 14 giorni». Via libera dunque agli allenamenti collettivi da lunedì.
La speranza
Ma nel documento inviato dalla Figc al ministero dello Sport c’è anche un passaggio a metà fra richiesta e speranza. Dopo aver ricordato che le indicazioni riguardano le prime due settimane di allenamento del «gruppo chiuso con possibile estensione alla terza», nel nuovo protocollo si dice: «Successivamente, sulla base del combinato disposto alle evidenze epidemiologiche e delle misure governative che verranno adottate, potranno essere fornite linee guida aggiornate per un possibile allentamento della “quarantena volontaria” in occasione dei successivi periodi di allenamento e/o di ripresa delle gare».
«Ripensateci»
L’«allentamento» è stato chiesto anche da diversi esponenti della maggioranza di governo. Luciano Nobili di Italia Viva, come aveva fatto Daniela Sbrollini («Le faccio un appello: riapriamo la A») al Senato, ha contestato la contrapposizione cassiera/calciatore: «Il commissario Arcuri ha riferito il parere degli scienziati: dicono che il tempo certo per essere a rischio di contagio in caso di contatto con una persona positiva è di 15’. Il tempo massimo di contatto fisico fra un calciatore e l’altro è di un minuto e mezzo in una partita». Al Senato Dario Parrini, Pd, ha chiesto di rivedere la scelta che «va oltre i confini di sensatezza e ragionevolezza». Nel pomeriggio, è toccato a Montecitorio, Simone Valente, 5 Stelle: «È evidente che a queste condizioni il campionato non ripartirà. Per questo credo sia necessario trovare soluzioni alternative a quelle prospettate guardando agli altri Paesi europei». Allusione chiara alla Bundesliga e alla Premier.
Pro e contro
Attenzione, però, tutto questo non significa che le forze principali della maggioranza abbiano definito un orientamento comune. Al Senato, per esempio, l’altra 5 Stelle Danila De Lucia, aveva parlato di «piedi per terra, stiamo vivendo una cosa mai successa in 100 anni». Mentre Loredana De Petris (Leu/gruppo misto) si era schierata con Spadafora: «Si deve riprendere solo con sicurezza, non devono esserci zone franche». Patrizia Prestipino (Pd) ha invocato una decisione chiara: «O si chiude come in Francia o si apre come in Germania». L’opposizione è molto «riaperturista». Ignazio La Russa, Fdi, al Senato: «Se si dice che se si trova un positivo tutta la squadra va in quarantena è come dire che non si vuol riaprire». Daniele Belotti (Lega) fa lo stesso alla Camera: «Se hai la sfortuna di trovare un positivo ti giochi tutto, assurdo». Il suo collega Claudio Barbaro al Senato la prende da un altro verso: «La Liga in Spagna ha finanziato con 200 euro gli sport minori».
Tocca a Conte
Ora tocca a Conte. Il premier dovrebbe entrare in scena nelle prossime ore. Sta per essere calendarizzato l’incontro con il mondo del calcio e dello sport. Sarà il passaggio decisivo.
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