La Gazzetta dello Sport

Un uomo solo al comando Si chiama Gattuso e Napoli è con lui

Prova a convincere i giocatori a restare (Zielinski, Milik e Mertens) e credere nel progetto. E i tifosi lo apprezzano

- Di Maurizio Nicita - NAPOLI

Un uomo solo al comando, il suo nome è Rino Gattuso. Lui non ha bisogno di apparire sui social, di mostrarsi in tv. Di essere simpatico non gli interessa nemmeno. Perché la sua grande forza è nel lavoro. E da quando, domenica scorsa, il suo Napoli ha potuto riprendere gli allenament­i individual­i, Rino si è calato con entusiasmo sul campo, atteggiame­nto che ha contagiato tutta la squadra e l’ambiente. Ogni mattino è il primo a varcare i cancelli del centro sportivo e l’ultimo a lasciarlo nel pomeriggio. Le attenzioni sono massime per ogni seduta: sul programma da svolgere, sul come far muovere staff tecnico e medico in rispetto alle norme.

Una parola per tutti

Rino segue con attenzione ognuno dei suoi giocatori e appena c’è l’occasione si ferma con loro a parlare, a cercare di stimolarli, sostenerli psicologic­amente in un periodo complicato per tutti, al di là del conto in banca. Lui è fatto così, quando si cala in una realtà lo fa dando tutto se stesso con generosità, non risparmian­dosi mai. Un messaggio che ai giocatori è arrivato forte e chiaro e il suo ruolo ha assunto anche una certa importanza nelle scelte future di diversi giocatori. Perché oltre i soldi contano le motivazion­i. E se oggi Piotr Zielinski appare più vicino alla firma del rinnovo, Arek Milik sta pensando di restare e lo stesso Dries Mertens ancora non ha firmato per altri club - pur potendolo fare col contratto in scadenza -: il merito è anche di questo allenatore che mette il cuore davanti e ha mostrato di non pensare al portafogli, a Napoli, come a Milano, piuttosto che a Pisa o Creta. Nessuna invasione di campo con i dirigenti, ma la voglia di costruire insieme qualcosa di importante. Perché l’esperienza dal Milan alla Nazionale, gli ha insegnato che solo creando un gruppo forte e leale si possono ottenere risultati importanti. Per tutto questo la gente di Napoli, non solo i tifosi, hanno imparato

IL NUMERO 3

Rino Gattuso, 42

in A prima dello stop per la pandemia: Cagliari, Brescia e Torino. Nel periodo anche il successo con l’Inter in Coppa Italia e il pari con Barça in Champions

ad amare questo personaggi­o che non ha bisogno di social o visibilità per affermarsi. Gli basta la sua testimonia­nza di coerenza, quella che oggi lo porta a dare il massimo per provare a far ripartire il calcio, la sua vita, il lavoro di tanta gente cui sta accanto, e lo ha dimostrato concretame­nte con i dipendenti del Napoli messi in cassa integrazio­ne.

Da paura

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GETTY Al lavoro

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