La Gazzetta dello Sport

Io, Letizia, vi dico che non si molla mai

- Di Franco Arturi farturi@rcs.it portofranc­o@rcs.it

Sono una ciclista profession­ista, l’anno scorso unica italiana a vincere una tappa al Giro d’itala femminile (non accadeva da due anni) e a 20 anni sono stata la più giovane vincitrice di tappa. Voglio raccontare quello che mi è successo circa un mese fa durante la quarantena. Una storia dura che ci fa capire come le cose possano cambiare da un giorno all’altro.

Una notte ho avuto la febbre, poi mi è passata, però mi sono subito resa conto che non ci vedevo più bene. All’ospedale di Trento mi hanno trattenuta per una giornata intera per farmi i test del Covid, risultati poi negativi. Ero molto preoccupat­a, perché ci vedevo a macchie, ero molto stanca: fino a un paio di giorni prima mi allenavo normalment­e e non vedevo l’ora di tornare alle gare, all’improvviso faticavo a riconoscer­e le persone, non riuscivo a studiare, a svolgere le normali attività quotidiane, ero disperata. Tutto questo di punto in bianco. Dopo molte visite

Letizia Borghesi, 21 anni, è di Cles, come Fondriest oculistich­e ed esami vari, i medici mi hanno detto che ho avuto una malattia molto rara agli occhi detta apmppe, (cioè “acute posterior multifocal placido pigment epitheliop­atry”) che colpisce soprattutt­o persone giovani. In Italia ci sono stati pochi casi: la fa insorgere un virus (non Covid), che mi ha provocato delle macchie sulla retina.

Ora è passato più di un mese dall’episodio, un mese molto lungo e duro sia per me che per i miei familiari, ma fortunatam­ente grazie alle cure, all’ insegnamen­to che

mi ha dato il ciclismo di non mollare mai e al supporto di chi mi è sempre stato vicino, sono migliorata molto ed ho anche ripreso ad allenarmi, senza esagerare. Ho recuperato gran parte della vista, anche se ho ancora queste macchie che devono riassorbir­si; ci vorrà ancora tempo e pazienza, però sono sulla strada buona! Mi piacerebbe veramente poter parlare di questo problema: all’improvviso le prospettiv­e si ribaltano e sei sottosopra. Basta pensare che il 9 luglio di un anno fa ero sulle pagine della Gazzetta

Letizia Borghesi

Cara amica, siamo già tutti tuoi tifosi. Grazie per aver voluto condivider­e con noi e i lettori la tua dolorosa esperienza. Bellissimo e generoso che la trasformi in incoraggia­mento per tutti: hai capito che ne abbiamo bisogno in un momento come questo.

La tua vicenda è una metafora di quello che sta accadendo a miliardi di persone: in poche settimane tutto è cambiato nelle nostre vite e dobbiamo lottare per venirne fuori. Ciascuno al proprio posto di combattime­nto, senza cedere allo scoramento. Ogni energia va mobilitata. Chi ha lo sport nel sangue possiede qualche anticorpo in più: Letizia sarà d’ispirazion­e per molti. E sono certo che tornerà sulla Gazzetta a suon di vittorie.

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FOTO OSSOLA Trentina per la vittoria al Giro. Ma sappiate che lo sport insegna a combattere e a tenere duro anche nella vita di tutti i giorni.
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