La Gazzetta dello Sport

«IN CAMPO A SETTEMBRE NON SI RETROCEDE MA 20 SQUADRE SONO TROPPE»

- Di Vincenzo Di Schiavi

Stavropoul­os, g.m. Olimpia, su temi caldi della Serie A e mercato: «Delaney? Solo voci», ma il play pare più vicino

Teodosic, Daye, i nostri campioni. Se non si potrà vederli dal vivo, dovremo cogliere l’occasione di offrire un prodotto televisivo di qualità, essere creativi nella produzione. Ma dobbiamo tornare in campo, rispettare gli sforzi delle squadre che fanno le coppe, della Nazionale che a novembre andrà in campo e a giugno avrà il Preolimpic­o, offrire a tv, sponsor e appassiona­ti un campionato credibile, regolare, equo, il più normale possibile. La ripartenza nasce da qui. Onestament­e non capisco quei club che hanno campioni, pubblico, coppe da giocare e non vorrebbero farlo il prima possibile. Dobbiamo capire tutti cos’è importante per il movimento, indipenden­temente da chi fa le proposte, che sia Milano, Bologna o un altro club».

Non capisco certi club che non vogliono ripartire il prima possibile

3Sembra inevitabil­e un avvio a porte chiuse. E se fosse così per tutta la stagione?

«Mancano quattro mesi, non dobbiamo essere per forza negativi. Gradualmen­te leggo che si riaprirann­o tutte le attività, potremmo riuscire ad avere impianti aperti a capienza ridotta, rispettand­o il distanziam­ento sociale. Succederà sui treni, in aereo, può accadere anche nei palasport. Non condivido

General manager Olimpia questo pessimismo sulla ripresa».

3Si

va verso un campionato senza retrocessi­oni per poi passare a 20 squadre l’anno successivo. Milano è d’accordo?

«Il calendario è sempre più problemati­co, ma questa è una situazione senza precedenti e un torneo privo di retrocessi­oni aiuterà le società meno forti. Noi vogliamo essere solidali verso quei club che potrebbero risentire più di altri del contesto economico che si è creato. Ma sappiamo tutti che 20 squadre non sono gestibili, le partite sono troppe e incidono anche sulla salute dei giocatori, tant’è vero che in tutti i paesi il numero di squadre di vertice sarà progressiv­amente diminuito. Sarà così anche in Italia, infatti prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria in assemblea era già stato stabilito che si lavorasse per tornare a 16».

3Capitolo Eurolega. La decisione definitiva sulla ripartenza ancora non c’è.

serve per riprendere la competizio­ne, ma in ogni paese la situazione è diversa, ognuno ha le proprie leggi e sono coinvolte dieci nazioni differenti. Per questo, non sono ottimista su una ripresa».

3Una curiosità: lo scudetto non è stato assegnato. Poteva andare alla Virtus Bologna. Lei cosa ne pensa?

«La Virtus è stata la squadra migliore fino a febbraio, ma il campionato si vince a maggio e giugno. La scelta della Federazion­e era l’unica possibile. Per quanto riguarda l’Olimpia, noi stavamo crescendo, eravamo i più profondi e i più abituati a giocare ogni due giorni, come sarebbe avvenuto nei playoff. Avevo fiducia: saremmo stati seri contendent­i per lo scudetto. Peccato non aver avuto la possibilit­à di dimostrarl­o».

3Spostiamo­ci sul mercato. Ci può fare un punto partendo dal rinnovo di Tarczewski?

«È un mercato differente, con tempi diversi dal solito, situazioni in divenire, abbiamo più tempo per fare valutazion­i e studiare bene ogni mossa senza affrettare nulla. Kaleb è un giocatore che rappresent­a bene i nostri valori, ma per ora non abbiamo novità che riguardino lui o altri».

3Nemmeno su Malcolm Delaney che ieri ha salutato Barcellona?

«Ci accostano a tanti nomi, già da un mese, e se li consideras­simo tutti avremmo già tre roster completi. Ma non possiamo inseguire tutte le voci. E la verità, come ho detto, è che siamo ancora nella fase delle valutazion­i».

sTEMPO DI LETTURA 3’46”

Kaleb Tarczewski, 27 anni, da tre stagioni a Milano 54 anni, dalla scorsa estate general manager dell’Olimpia Milano

Nel 2000 è diventato direttore sportivo dell’Olympiacos Pireo, l’anno successivo g.m., dal 2002 al 2005 managing director e poi di nuovo general manager fino al 2019. In questi 19 anni, i greci hanno vinto l’Eurolega nel 2012 e 2013, raggiungen­do le Final Four anche nel 2009, 2010, 2015 e 2017

Il tricolore si vince a giugno e non a febbraio. Giusto non assegnarlo

 ??  ?? Potenza
Potenza
 ??  ?? «Il problema è che finire l’Eurolega significa andare in campo adesso e le condizioni non ci sono, penso ad allenament­i, viaggi, sicurezza. L’Eurolega sta facendo tutto quello che
«Il problema è che finire l’Eurolega significa andare in campo adesso e le condizioni non ci sono, penso ad allenament­i, viaggi, sicurezza. L’Eurolega sta facendo tutto quello che

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy