Froome è già un giallo Davvero lascerà Ineos?
Ha il contratto in scadenza, si parla di un trasferimento già prima del Tour. Il team: «Nel 2020 resta con noi»
Corre dal 2010 per Sky/Ineos e ha vinto 7 grandi giri: 4 Tour de France (2013-2015-20162017); 2 Vuelta (2011-2017); 1 Giro d’Italia (2018).
«No». È questa la risposta di una qualificata fonte del team Ineos alla domanda della Gazzetta: «Pensa che Chris Froome possa lasciare già quest’anno la squadra?». Risposta chiara per una vicenda che resta quantomeno complessa e di sicuro intrigante. Specie dopo quanto riferito ieri nel pomeriggio da cyclingnews.com a proposito della possibilità che il 4 volte re del Tour de France possa clamorosamente abbandonare nel corso nel 2020 il team per cui corre dal 2010 — e grazie al quale è arrivato in cima al mondo con il marchio Sky — visto l’interesse manifestato di «un paio di squadre».
Scenari
Si può davvero immaginare Froome con un’altra maglia? Dal 2021 sì, di sicuro la possibilità esiste, non foss’altro perché alla fine di quest’anno gli scade il contratto e si tratta di un contratto «pesante», da 4 milioni di euro d’ingaggio a stagione. Lo scenario invece di un trasferimento in corso d’opera — sono piuttosto rari nel ciclismo — sembra invece, se non impossibile, quantomeno complicato. Froome, dopo essere rientrato dall'infortunio del 12 giugno 2019 nella ricognizione della crono del Delfinato in cui aveva rischiato la vita, aveva ed ha un unico grande obiettivo nel 2020: vincere il Tour de France per la quinta volta e raggiungere il record che attualmente detengono Anquetil, Merckx, Hinault e Indurain. Certo, dovrà dimostrare con i fatti di essere ritornato al cento per cento e soprattutto si troverebbe il rivale più forte in casa: se la pandemia lo consentirà, Egan Bernal il 29 agosto da Nizza avrà il numero uno sulla schiena. Il talento colombiano più volte ha fatto esplicitamente capire di non avere intenzione di sacrificare le proprie chance, se si trovasse al top della forma. Senza dimenticare Geraint Thomas, re nel 2018. Andare via per fuggire dalla concorrenza interna? Può anche darsi, ma siamo sicuri che a Froome convenga non avere Ineos dalla propria parte nella caccia alla leggenda? E poi, chi potrebbe prenderlo da subito sfidando non solo le difficoltà economiche causate dal blocco della stagione, ma anche le incognite sulla ritrovata competitività di un Froome la cui ultima vittoria resta il Giro d’Italia 2018?
Nomi
Andando oltre la fake-news di un ingaggio annunciato già ieri da parte del Team Israel (scherzo di un tifoso), molti hanno pensato alla Bahrain-McLaren come possibile destinazione: lì il team principal è Rod Ellingworth, arrivato da Sky/Ineos, e ci sono vecchie conoscenze di Froome come Wout Poels, Mikel Landa, Mark Cavendish. Mentre una squadra «ricca» come la Uae-Emirates sta perseguendo una politica diversa, puntando moltissimo sui giovani: non risulta che sia interessata
Chris Froome, 34 anni, all’Uae Tour a febbraio a Froome. C’è chi poi ha fatto due più due preconizzando difficoltà economiche per il Team Ineos a causa del prestito governativo chiesto da 500 milioni di sterline che Petroineos — compagnia sempre controllata dal magnate Jim Ratcliffe — per far fronte al calo del prezzo del petrolio. Ma che ciò si possa trasferire al team di ciclismo — il più ricco, budget annuale di
Ultimo successo: il Giro 2018 oltre 40 milioni di euro — è tutto da dimostrare. E qualsiasi altra squadra dovrebbe investire una cifra considerevole per assicurarsi Froome in anticipo sulla scadenza naturale del contratto. Curioso poi ricordare come già qualche anno fa si fossero diffuse notizie riguardo a un cambio di squadra di Froome: precisamente nel 2017, quando fu avvicinato alla Bmc a partire dalla stagione successiva. In quel caso non se ne fece niente.
Strategia
E se stavolta fossimo in presenza di una — abile — strategia comunicativa e di negoziazione? Neppure questo si può escludere: anzi, potrebbe essere proprio questa la prospettiva giusta da cui inquadrare la storia. La signora Michelle Cound è al fianco di Froome non solo nella vita — moglie e madre dei piccoli Kellan e Katie — ma fa pure da manager al britannico e i rapporti con Ineos non sono idilliaci già da un po’ di tempo. Far passare così il messaggio secondo il quale Chris ha un mercato importante ed è pronto a intraprendere una nuova avventura potrebbe essere una carta importante da giocarsi al tavolo delle trattative, con Ineos e non solo. Ogni ciclo è destinato prima o poi a concludersi e quello di Froome a Sky/Ineos è stato lunghissimo: tra il 2010 e il 2020 Vincenzo Nibali — è solo per fare un esempio — ha indossato 4 maglie diverse (Liquigas, Astana, Bahrain-Merida e ora quella della Trek-Segafredo). Adesso Chris non può fare altro che ribadire come sia « fiducioso di poter ritornare alla forma che avevo nei miei Tour vincenti», e quanto a prospettive più di lungo termine ha sempre ripetuto di immaginarsi ancora in gruppo per diverse stagioni, fino alla soglia dei 40 anni. Con quale maglia? Non è oggi il tempo della risposta, ma immaginarlo già a Nizza tra poco più di tre mesi in un’altra squadra appare — come minimo — azzardato.
sTEMPO DI LETTURA 4’43”
BIG INEOS
Colombiano, 23 anni, re del Tour 2019
Gallese, 33 anni, ha vinto il Tour 2018; 2° nel 2019
Ecuadoriano, 26 anni, ha vinto il Giro 2019
Conto di poter arrivare al top al via della Grande Boucle