I NUMERI
senza bisogno di fare domanda». Nel frattempo, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo promette «una procedura più rapida per la Cig in deroga» e sottolinea l’urgenza «di una riforma degli ammortizzatori sociali a cui mettere subito mano», mentre per quanto riguarda l’Irap il Ministero dell’Economia conferma la cancellazione definitiva - non il rinvio, come ipotizzato da alcune parti - di saldo e acconto per tutti i soggetti con fatturato fino a 250 milioni. La ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, in lacrime presentando le norme sulla regolarizzazione dei migranti e criticata ieri da Lega e FdI, dice: «Per i lavoratori stagionali agricoli sarà possibile ottenere un permesso di soggiorno semestrale anche senza contratto di lavoro a partire dal 1° giugno». E oggi alle 12, intanto, decisivo Cdm: sul tavolo le riaperture delle attività nelle Regioni da lunedì.
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73
Il numero verde 1522, messo a disposizione dal Dipartimento Pari Opportunità per aiutare le vittime di violenza di genere e stalking, fra il 1 marzo e il 16 aprile ha ricevuto il 73% di chiamate in più rispetto allo stesso periodo del 2019
97
La massima parte delle richieste è per vittime di violenza: nel 97% dei casi si tratta di donne. Il Lazio, la Toscana e la Liguria le Regioni da cui arrivano più chiamate
Da settimane viene utilizzato con risultati definiti «incoraggianti», nelle cure sui malati di Covid, da Pavia a Mantova, così come a Padova. Ma il plasma iperimmune, estratto dal sangue dei pazienti guariti dal nuovo coronavirus, e che quindi presenta gli anticorpi di chi ha sconfitto la malattia, è tema di scontro. Il suo utilizzo, o il suo mancato impiego, è diventato motivo di invettive e veleni politici. Gli ultimi, dopo la decisione dell’Agenzia italiana del farmaco e dell’Istituto superiore di sanità di scegliere il polo di Pisa (con Pavia come partner) per l’avvio del protocollo nazionale sulla sperimentazione, escludendo Mantova, tra le prime realtà a utilizzare il plasma, all’ospedale Poma. Proprio il professor Giuseppe De Donno, direttore della pneumologia e della terapia intensiva respiratoria di Mantova, ha lanciato accuse: «Una scelta folle, di bassa politica», ha detto, alludendo ad un favore nei confronti della città toscana. E ieri, il presidente della Regione, Enrico Rossi, tirato in ballo, non ha escluso l’ipotesi di una querela. Ma, al di là delle polemiche, c’è chi crede davvero nelle possibilità delle cure anti-Covid con il plasma dei pazienti guariti. Per esempio, la dottoressa Giustina De Silvestro, che dirige il servizio trasfusionale dell’Azienda ospedaliera di Padova.
3 Dottoressa De Silvestro, partiamo dall’origine, dal prelievo del plasma.
«Oggi le tecniche di donazione permettono di selezionare il prodotto che si vuole prendere dal sangue. Noi raccogliamo il plasma da persone che sono guarite dal Covid, dopo i due tamponi
Un contenitore di plasma utilizzato in un ospedale
Capo del servizio trasfusionale di Padova
negativi. La procedura prevede la scomparsa dei sintomi e l’esecuzione di due tamponi consecutivi, che risultino negativi, a distanza di 14 giorni. Queste persone vengono sottoposte a test aggiuntivi, per approfondirne lo stato di guarigione. E dopo le procedure di sicurezza, il plasma viene conservato e destinato ai pazienti che
stanno affrontando la malattia, soprattutto ai casi più critici. Attraverso il plasma dei guariti vogliamo evitare che la loro situazione si aggravi, che finiscano in terapia intensiva. Serve soprattutto a evitare che il paziente peggiori e abbia bisogno di essere intubato, per riuscire a respirare».
3Che tipo di risposta avete riscontrato nei malati curati con il plasma?
«Al momento abbiamo trattato pazienti che si stavano aggravando e alcuni già finiti in terapia intensiva. I risultati sono molto incoraggianti. Solo una persona non ce l’ha fatta, ma aveva tutta una serie di altre patologie gravi. Ma su un’altra quindicina di pazienti, il risultato è stato un evidente miglioramento, oppure la guarigione».
3Merito degli anticorpi. Ci sono delle differenze?
«Abbiamo osservato che i soggetti che avevano contratto il Covid con pochi sintomi, o con nessun sintomo, non producono molti anticorpi. Quelli che invece hanno avuto segni della malattia più
3Possiamo confidare nel plasma, dunque?
«Io sono convinta che la terapia con il plasma possa aiutare i malati di Covid. L’utilizzo del plasma offre esperienze positive in tutti gli ultimi cento anni di storia, di fronte a malattie infettive nuove. È stato usato in varie occasioni, sempre con risultati positivi, anche molto discussi, perché ovviamente è una terapia che va coniugata con altre. Quindi mi aspetto anche in questo caso risultati confortanti. Presto potremo fare un bilancio più ampio».
3A Padova avete creato una specie di “banca” del plasma. Ci spiega questo progetto?
«Gli esperti sostengono che dobbiamo prepararci ad una seconda ondata del virus, forse in autunno. Quindi abbiamo pensato di fare una scorta di plasma idoneo, con contenuto di anticorpi efficaci, in modo tale da essere pronti molto velocemente nel caso l’epidemia si ripresentasse. Per ora il progetto è partito qui a Padova, con una banca del plasma. E auspichiamo che tra maggio e giugno, i tempi giusti per raccogliere i donatori in base ai tempi di guarigione, avremo una buona disponibilità. Per ora non mi risulta che ci siano altre “banche” del genere in Italia. Ci sono invece esperienze simili in Cina e negli Stati Uniti».
3L’uso del plasma ha fatto anche molto discutere.
«Nel mondo trasfusionale non c’è alcuna polemica. Noi collaboriamo con tutti, com’è giusto che sia contro il Covid».
sTEMPO DI LETTURA 3’30’’ È di Vallesella, frazione di Domegge di Cadore, in provincia di Belluno.
Ha 66 anni. Dirige il servizio trasfusionale dell’Azienda ospedaliera di Padova. Viene considerata la “donna del sangue” in Veneto, anche per la sua idea di creare una “banca del plasma” in questa emergenza sanitaria per il coronavirus. È una grande appassionata di montagna.
Gli anticorpi sono più evidenti in chi ha avuto sintomi più netti
Sono convinta che questa terapia possa aiutare chi si è ammalato