«Via il 13 giugno al 99% ma chissà se si finisce Ci vuole pure un piano B»
Il presidente del Coni: «Il tema della quarantena è molto complesso, non escludo che venga rivisto»
La frase che spiega il momento è di Giovanni Malagò. Solo che per capirla bene bisogna leggerla per intero, perché fermandosi a metà rischi di intenderla al contrario. Il presidente del Coni la ripete anche al termine della giunta del Coni a cui ha partecipato il ministro dello sport Vincenzo Spadafora: «Ci sono grandissime probabilità (in una precedente intervista a Radio 2 aveva detto al 99 per cento, che il campionato parta, ce ne sono di meno, non so di quanto, che una volta partito il campionato finisca». È la fotografia della situazione. Puoi cominciare il viaggio però non sai se arriverai alla meta, e c’è pure la possibilità di dover fare marcia indietro. Ecco perché Malagò torna a parlare del famoso piano B. «La serie A ha fatto e sta facendo di tutto per ricominciare il campionato. Ho detto che era ed è oggi un diritto-dovere che si debba portare avanti questo per gli interessi economici che muove e per tutte le implicazioni. Non posso che applaudire. Ho sostenuto e sostengo ancora oggi più di prima la necessità di un’alternativa nel caso non dovesse andare tutto a buon fine».
L’assist
E a proposito di piano B, Malagò sottolinea che sì, il decreto Rilancio con la sua norma antialluvione di ricorsi e per rafforzare il potere delle federazioni, può dare una mano: «È uno strumento molto importante per prendere un certo tipo di decisioni che spettano al Consiglio federale. È un assist, poi bisogna prendersi la responsabilità».
D’altronde il piano B nasce dalla vulnerabilità del piano A.
Il problema
E qui Malagò parla naturalmente della «quarantena automatica», una specie di asterisco che in realtà nasconde la possibilità che salti tutto. «So che si tratta di un elemento di grande complessità, non so se può essere rivisitato, ma non mi appassiona questa competizione fra medici. L’ultima parola spetta al governo e al Comitato tecnico-scientifico, non mi sento di escludere che questa norma venga rivisitata ma non entro nel dettaglio».
Soldi alla base
La discussione è stata dedicata anche a un approfondimento sulle misure sportive del decreto «rilancio» che il ministro Spadafora ha illustrato alla giunta Coni. Si è parlato anche del fondo «salva sport» (la percentuale sulla raccolta delle scommesse sportive che ha scatenato la reazione delle aziende di betting) a favore delle società dilettantistiche e delle modalità e dei criteri con cui sarà utilizzato. Malagò ha poi annunciato la linea scelta per tenere la barca in piedi in mezzo all’uragano dell’emergenza. Da una parte l’invito a tutte le federazioni a trasferire le risorse dell’alto livello e della preparazione olimpica all’associazionismo sportivo. Dall’altra la decisione di utilizzare il 50 per cento del patrimonio dei Coni regionali, circa 5 milioni, nella stessa direzione, quella delle società di base. Lo stesso tipo di manovra, sull’asse MinisteroSport e Salute, metterà in gioco per l’associazionismo altre risorse degli organismi sportivi (federazioni, discipline associate, enti di promozione), 17 milioni, inizialmente destinate alle attività promozionali dei progetti «Sport di tutti». Se «arrivare» è il verbo della serie A, quello dello sport di base è invece «resistere».
La norma sullo stop ai ricorsi è un assist, ora bisogna fare delle scelte
Giovanni Malagò
Presidente Coni