La Gazzetta dello Sport

Ajax Il poker d

VENTICINQU­E ANNI DALL’ULTIMO URRÀ IN CHAMPIONS DI UN CLUB MITICO

- Di Andrea Masala

Suona strano, ma sono passati 25 anni. Proprio così, un quarto di secolo dall’ultima vittoria in Europa di un mitico marchio del calcio: l’Ajax. Risale al 24 maggio 1995, è la conquista della Champions, ex Coppa dei Campioni, la quarta del club dalla inconfondi­bile maglia bianca con la banda rossa verticale, colori della città di Amsterdam. Un giubileo che l’Ajax avrebbe volentieri fatto a meno di celebrare, come il Milan con i suoi tifosi, sconfitti in finale a Vienna dall’1-0 a 6’ dal 90’ firmato da Patrick Kluivert, allora 18enne, imbeccato da Rijkaard, monumento rossonero.

Da Rinus in poi

Se dici Ajax, parli di calcio totale. I due profeti, per niente teorici, sono stati prima Rinus Michels, poi Stefan Kovacs, che hanno guidato i biancoross­i nel 1971, 1972 e 1973 alle 3 Coppe dei Campioni di fila. I cicli hanno un inizio e una fine: l’Ajax mantiene la nobiltà, ma per oltre 20 anni non torna più sul trono d’Europa. Per ritentare la missione, nel 1991 vengono dati pieni poteri a Louis Van Gaal, che si ispira ai suoi illustri e pluridecor­ati predecesso­ri e partecipa all’infinito romanzo degli aiacidi contro gli italiani. Una storia iniziata nel 1969: in finale al Bernabeu il Milan di Nereo Rocco strapazza gli olandesi per 4-1 con una tripletta di Pierino Prati. Dopo la parentesi del sorprenden­te Feyenoord sul tetto d’Europa nel 1970, l’anno successivo esplode la stella Ajax. Non solo Johan Cruijff, ma Johnny Rep e Johan Neeskens, tanto per citare altri big. Nomi noti sia all’Inter, che si arrende a Rotterdam per 2-0 nel 1972 (doppio Cruijff), sia alla Juve colpita a freddo a Belgrado nel 1973. Ce n’è anche per il Milan, che sempre nel 1973 nella prima Supercoppa europea strappa l’1-0 a San Siro, poi viene sommerso al ritorno per 6-0. Nella saga Italia-Ajax, ci mette del suo anche Van Gaal, che nel 1992 si porta a casa la Uefa contro il Torino. Il popolo granata a ragione non si dà ancora pace, non solo per i tre legni colpiti: si agita con la sedia alzata al cielo da Emiliano Mondonico, furioso per un rigore non concesso.

La chiave Litmanen

Aloysius Paulus Maria Van Gaal non è il primo al quale offriresti la birra al pub, però ci sa fare. Avrà il naso schiacciat­o da mediomassi­mo, ma è dotato di grande fiuto: pesca a piene mani nel vivaio, che si rivela ancora ricco. Indottrina per bene i suoi ragazzi, poi chiede e ottiene un eccezional­e interprete del credo della casa madre: Rijkaard. Lo schema di partenza è un camaleonti­co 3-3-1-3, che all’occorrenza diventa un 3-5-2 o un 43-3. Davanti al portiere Van der Sar, ci sono Reiziger (o Bogarde), il capitano Blind e Frank de Boer. Al centro, con Rijkaard, agiscono gli sbarbati Davids e Seedorf, il trequartis­ta è Litmanen che svaria dietro le tre punte Finidi a destra, Overmars a sinistra e Ronald de Boer, che si alterna con Kanu, Van Vossen e Kluivert. Sembra uno schieramen­to

Un gol del baby Kluivert a 6’ dalla fine mette il Milan k.o.: per i ragazzi terribili di Van Gaal è il trionfo

spericolat­o, ma Van Gaal ha due uomini chiave che glielo permettono: Rijkaard, che in fase di non possesso si abbassa sulla retroguard­ia, e Litmanen, un 10 che nella sua spola tra le linee si offre come primo marcatore sull’uscita di palla degli avversari, ai quali dà pochi punti di riferiment­o.

Coppa sontuosa

Lo scorbutico ma efficace allenatore olandese incrocia ancora gli italiani nel ’94-95. In Champions si ritrova nel girone contro il Milan targato Capello, campione in carica dopo il fantastico 4-0 al presuntuos­o Barcellona di Cruijff. La prima sfida ai rossoneri, all’Olimpisch Stadion, è un monologo biancoross­o: Capello deve arrangiars­i con almeno 4 rincalzi e si arrende per 2-0. Al ritorno sul neutro di Trieste, al Rocco, va ancora peggio: la rumba olandese manda fuori giri i rossoneri, altro 2-0. Il gruppo finisce con 10 punti all’Ajax, 5 al Milan, che passa a spese del Salisburgo. Baresi e i suoi barcollano, ma la sfangano e vanno avanti da mestierant­i: ai quarti eliminano il Benfica, decisiva la doppietta di Simone, in semifinale fanno fuori il Psg di Weah, prima con Boban al 90’, poi a San Siro con Savicevic. Nel frattempo, l’Ajax elimina senza problemi l’Hajduk Spalato (0-0 e 3-0) e il Bayern Monaco (0-0 e 5-2).

Oh, Vienna

La finale di Vienna è un altro capitolo di Italia-Olanda, nel senso più stretto: Capello si presenta con 9 italiani su 11, in totale 14 su 16, Van Gaal parte con 9 giocatori venuti dal vivaio, più il nigeriano Finidi e il finnico Litmanen. Vigilia a handicap per i rossoneri, dati per sfavoriti: in rifinitura, accanto alla bandierina del corner, un già malconcio Savicevic si blocca per un malanno muscolare. Eppure al Prater la sfida è equilibrat­a. Capello imbriglia le fonti dell’Ajax: Desailly argina Litmanen, che al 68’ viene rilevato da Kluivert. Seedorf non sfonda mai, è sostituito da Kanu. Prestazion­e di grande umiltà e sacrificio di un Milan ben predispost­o da Capello. A centrocamp­o, il resto della diga con Albertini, Boban e Donadoni regge, semmai il problema è incidere.

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di Campioni/ Champions dell’Ajax: 4 vinte, 2 perse nel 1969 e 1996

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vinte: 1 Uefa,

1 c. Coppe, 2 Supercoppe, 2 Interconti­nentali Quando ormai tutti si rassegnano ai supplement­ari, il marpione Rijkaard serve in area il ragazzino entrato da 16 minuti, che anticipa Baresi e beffa Rossi. E’ il k.o. di Kluivert, che 2 anni dopo in rossonero non riesce mai a splendere: il Milan abdica, Coppa all’Ajax. Che ci prende gusto, tanto che l’anno successivo i ragazzi di Van Gaal difendono il titolo, ma in finale a Roma è la Juve di Lippi a gioire dal dischetto. Gli olandesi restano fedeli al cliché che li ha resi famosi e che, vincente o no, non tramonta: nel 2019, dopo avere travolto la Juve di CR7, De Ligt, Van de Beek e Ziyech sono beffati in semifinale dal Tottenham. Il tabù resiste, ma il multietnic­o Ajax è sempre di moda e ci riproverà: prima o poi, premierà la pazienza dei suoi milioni di ammiratori.

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(AP/IPP) Campioni d’Europa

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