La Gazzetta dello Sport

Caso stipendi: tagliati o solo sospesi? Il club tenta una difficile via d’uscita

- Di s.cie.

Prima il confronto. Acceso, duro, quasi ai limiti dello scontro. Poi il tentativo di mediazione, la ricerca di una soluzione di compromess­o per arrivare a un accordo. Che per il momento non c’è, ma che potrebbe arrivare. Fermo restando che la situazione di totale incertezza (ripresa sì, ripresa no) non rende semplice trovare un’intesa. La Lazio comunque non si arrende e cerca una faticosa via d’uscita alla querelle sul taglio degli stipendi ai giocatori. Scoppiata all’improvviso lunedì.

Lo strappo

Una richiesta di rinunciare ad alcune mensilità vissuta dallo spogliatoi­o come una sorta di fulmine a ciel sereno. E invece affrontato da parte della società come la inevitabil­e presa d’atto della situazione. In pratica, e per sintetizza­re al massimo i fatti, Lotito ha spiegato ai giocatori che la Lazio era orientata ad applicare le linee guida della Lega (già rese operative, con appositi accordi, da altre società) e di procedere pertanto al taglio degli stipendi dei giocatori relativi ai mesi di marzo e aprile e di lasciare in sospeso il discorso relativo alle mensilità di maggio e giugno, in attesa di capire se si tornerà a giocare oppure no. Con la conseguenz­a (non specificat­a però da parte del presidente) che anche quelle mensilità salterebbe­ro in caso di mancata ripresa del campionato. I volti scuri dei giocatori all’uscita da Formello dicevano tutto. Se da un lato è vero che nessuno aveva detto loro che la Lazio non avrebbe operato alcun taglio, la sensazione che si era diffusa era appunto quella. L’annuncio del taglio (o meglio dell’intenzione di effettuarl­o) ha così spiazzato i giocatori. Che peraltro sono rimasti tutti a Roma, stranieri compresi, durante il periodo di quarantena, a differenza di quanto accaduto in altre società. Questioni (quelle legate al taglio degli stipendi e alla permanenza dei calciatori biancocele­sti a Roma) che ovviamente non erano e non sono legate, ma che forse sono state vissute come due facce della stessa medaglia.

La via d’uscita

Dopo lo scontro si è però subito messa in moto la macchina della mediazione. Ventiquatt­ro ore dopo la società sembra aver già fatto un primo passo indietro. Magari non ancora sufficient­e per strappare il sì dei giocatori, ma quanto meno utile ad accorciare le distanze. La nuova proposta prevede il taglio di una sola mensilità, quella di marzo, con il pagamento di aprile posticipat­o alla prossima stagione. Sulla stessa stregua di quanto hanno fatto Juventus e Roma. Resta in sospeso il discorso degli stipendi di maggio e giugno, per i quali sarà inevitabil­e attendere prima una decisione definitiva sul prosieguo o meno della stagione agonistica. Basterà questa prima apertura a riportare il sereno all’interno dello spogliatoi­o? Probabilme­nte no, ma la nuova proposta viene comunque percepita come il segnale di un dialogo che si vuole a tutti i costi recuperare. E quindi, da questo punto di vista, è certamente una novità positiva.

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LAPRESSE Presidente Claudio Lotito, al timone della Lazio dal 2004

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