La Gazzetta dello Sport

Quel giorno l’Imperatore si mostrò al popolo: la prima volta di Hinault

Il francese conquista la maglia rosa dominando la crono di Pisa Traiettori­e folli sull’asfalto viscido. Moser cede 1’, Saronni 2’

- Di Andrea Schianchi

Nei primi giorni l’Imperatore scelse di nasconders­i: era il suo esordio al Giro, voleva valutare le forze in campo, voleva conoscere, rendersi conto dell’ambiente e non esporsi. Lasciò che fossero i suoi avversari ad avvicinars­i alla gloria, e non mosse un dito per impedirlo. Francesco Moser si vestì di rosa, Beppe Saronni lo tallonò e tutt’Italia, sognando un’improbabil­e riedizione del dualismo Coppi-Bartali, si divise e si appassionò più alle polemiche del dopocorsa che alla corsa stessa. L’Imperatore osservò queste schermagli­e con lo sguardo di un novizio e pure lui, dall’alto della sua posizione, ascoltò con attenzione e con emozione le ragioni dell’uno e quelle dell’altro. Non scese mai in campo, perché lui era l’Imperatore, e a un Imperatore non è consentito un simile divertimen­to. Sempliceme­nte assisteva, come un qualsiasi spettatore, in attesa che il destino lo chiamasse e gli dicesse che era arrivato il suo momento. Il 20 maggio 1980, da Pontedera a Pisa, era prevista una cronometro dominata dal vento e dalla pioggia: era l’istante in cui l’Imperatore Bernard Hinault doveva mostrarsi al popolo.

Popolo

Un mese prima, il 20 aprile, aveva dato un’incredibil­e dimostrazi­one di forza e di coraggio: sotto la neve aveva dominato la Liegi-Bastogne-Liegi e sul traguardo si era presentato con un vantaggio di più di nove minuti sul secondo, l’olandese Kuiper. Soltanto un Imperatore, un Napoleone del ciclismo com’era lui, poteva regalare una simile impresa. E adesso c’era questa corsa contro il tempo e bisognava far vedere chi aveva il bastone del comando. Hinault disegnò traiettori­e pazzesche sull’asfalto viscido e pericoloso, pedalò con regolarità senza che le condizioni atmosferic­he ne condiziona­ssero il rendimento e alla fine, dopo 36 chilometri di fatica, arrivò il risultato che aveva il valore di una sentenza: l’Imperatore aveva distanziat­o Moser di un minuto e Saronni addirittur­a di due. Il Giro era nelle sue mani. Quel giorno indossò per la prima volta la maglia rosa, ma il simbolo del primato lo cedette volentieri ai suoi rivali, nei giorni successivi, perché da esperto tattico preferiva non avere la responsabi­lità di governare il gruppo. Lui, Hinault, tornò a farsi vedere alla terz’ultima tappa, da Cles a Sondrio: assieme al compagno Bernaudeau s’inventò una fuga d’altri tempi e agli avversari lasciò le briciole. Ora l’Imperatore, che aveva già conquistat­o due Tour de France, si sedeva sul trono d’Italia.

 ??  ?? Eroi Bernard Hinault, che oggi ha 65 anni, in rosa al Giro con un altro mito, Eddy Merckx, 74. Per il francese tre presenze e tre trionfi: 1980, 1982 e 1985
Eroi Bernard Hinault, che oggi ha 65 anni, in rosa al Giro con un altro mito, Eddy Merckx, 74. Per il francese tre presenze e tre trionfi: 1980, 1982 e 1985

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