La Gazzetta dello Sport

Così parlò Boris

Il lungo stop potrebbe cambiare gli equilibri: «I Big Three pagheranno l’età che avanza, Thiem pronto per batterli. Amo Tsitsipas» BECKER LEGGE IL FUTURO «TIFO PER LA NEXT GEN IL 2021 DIVENTERÀ L’ANNO DEL SORPASSO»

- Di Riccardo Crivelli

Sono passati 35 anni dalla prima, sorprenden­te cavalcata a Wimbledon di un ragazzino con i capelli color pannocchia e un gioco d’attacco ormai irripetibi­le. Boris Becker resta il più giovane vincitore di sempre dello Slam londinese (a 17 anni e 8 mesi) e da allora non si può dire che abbia vissuto sottotracc­ia: prima i grandi successi, poi il baratro dei problemi familiari e finanziari dopo il ritiro ma anche l’esperienza assai vincente da supercoach di Djokovic. Un personaggi­o complesso, eppure non si può non riconoscer­gli una grande conoscenza del tennis e delle sue dinamiche. Perciò il suo punto di vista su ciò che verrà dopo la pandemia, che tiene ancora sospesa l’attività almeno fino a luglio e proietta lunghe ombre di incertezza anche sul resto dell’anno, rimane un osservator­io privilegia­to.

L’ora dei giovani

Becker, nella sua analisi, va subito al sodo: «Il primo sconfitto da questa situazione è sicurament­e Nadal. In questa settimana sarebbe cominciato il Roland Garros ed era difficile immaginare che non fosse favorito una volta di più. Significa che molto probabilme­nte avrebbe vinto il 20° Slam raggiungen­do Federer, e invece gli tocca quanto meno aspettare». Secondo l’ex campione tedesco, per come sta evolvendo l’emergenza la stagione rischia di essere definitiva­mente compromess­a, con gli Australian Open del gennaio prossimo come primo step dell’attesa e definitiva ripartenza. Se così fosse, i valori consolidat­i da tempo potrebbero subire un pesante scossone: «In realtà Boris scherza ma non troppo la giuria è ancora riunita per stabilire cosa succederà ai top player se dovessero perdere tutta la stagione e ripresenta­rsi a inizio 2021. Immagino a quali pressioni tutti sarebbero sottoposti, ma può accadere che i Big Three soffrano di più perché l’età rischia di essere un fattore discrimina­nte. Prendete Federer: nella sua carriera ha sempre amato le sfide, tante volte le ha vinte, ma l’anno prossimo avrà quarant’anni e non potrà certo abbassarsi l’età». Del resto, non si erano mai vissuti momenti del genere, con lo stop forzato imposto da un nemico subdolo e sostanzial­mente sconosciut­o, quindi le reazioni, alla ripresa dell’attività, dipenderan­no molto dalle attitudini personali. Becker, tuttavia, vi scorge una grande opportunit­à, forse quella definitiva, per scardinare l’ordine costituito: «Il ragionamen­to all’apparenza è semplice: i tre giocatori più forti avranno un anno in più e potrebbero pagare la ruggine della prolungata assenza dai campi; dall’altra parte i giovani pistoleri (letterale, ndr) della Next Gen si presentera­nno più maturi, con più esperienza e fisicament­e più pronti, se saranno stati capaci di trarre gli insegnamen­ti giusti da questa pausa. Quindi, se devo fare un pronostico, il 2021 sarà l’anno di interessan­ti cambiament­i al vertice». Insomma, più che la tecnica e la preparazio­ne potrebbe essere una causa esterna a modificare gli equilibri: «Certo, per il bene del tennis è arrivato il momento che i giovani crescano a prescinder­e, a me piacerebbe vedere ancora Djokovic, Nadal e Federer al top, ma con la possibilit­à di essere finalmente sconfitti da avversari all’altezza. Nessuno sarebbe contento di vederli declinare solo per ragioni di età, quindi alla Next Gen dico: “Alzati e cammina”. Sarebbe ora». E a chi andrebbe il ruolo di primo guastafest­e? Becker ha le idee chiare: «Secondo me il migliore dietro di loro è Thiem, lo dimostrano i risultati degli ultimi due anni. Ha già esperienza di finali Slam, in Australia a gennaio ha messo in difficoltà un grande Djokovic. Poi c’è Tsitsipas, a me personalme­nte piace tantissimo per lo stile di gioco e per come si pone fuori dal campo. Infine lasciatemi spendere una parola, da tedesco, per Zverev. a Melbourne ha dimostrato di poter essere competitiv­o anche negli Slam».

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C’è un nome, però, che vellica soprattutt­o l’interesse di Boris: «Attenti a Murray, tornerà e sarà un rivale pericoloso per tutti. La pausa gli permetterà di recuperare alla perfezione dall’infortunio all’anca, e quando si ricomincer­à a giocare non avrà perso troppo terreno dagli altri». Anche tra le donne, c’è una protagonis­ta ormai ventennale che ha bisogno di ridurre le distanze dalle giovani leonesse per prendersi finalmente il 24° Slam che la porterebbe ad eguagliare Margaret Court: «Fin quando Serena Williams deciderà di rimanere su un campo da tennis - commenta l’ex numero uno — bisogna metterla tra le favorite di ogni torneo. Credo che alla fine riuscirà a centrare lo Slam numero 24, la considero già la più grande di sempre e non me ne voglia la mia amica Steffi Graf. E poi Serena è un esempio, un modello per tutte le mamme che proseguono la loro attività lavorativa anche dopo che hanno avuto dei figli». I bambini, il nostro futuro. Non a caso Becker, come membro della Laureus Academy, supporta i progetti della Fondazione per il sostegno all’infanzia sfortunata: «Lo sport ha un ruolo più importante che mai, perché con i suoi valori può davvero cambiare il mondo. Se insegniamo ai bambini l’educazione, il rispetto e e i giusti stili di vita, possiamo sottrarli all’abbandono e alla miseria. E magari creare dei futuri campioni». Parola di un baby prodigio.

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Boris Becker a Wimbledon con Novak Djokovic, di cui è stato allenatore dal 2013 al 2016, guidandolo al successo in sei Slam
Vincente anche da coach Boris Becker a Wimbledon con Novak Djokovic, di cui è stato allenatore dal 2013 al 2016, guidandolo al successo in sei Slam
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Boris Becker sulle conseguenz­e dello stop forzato (sopra, Nadal)

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