La Gazzetta dello Sport

Il rammarico di André Silva «All’Eintracht sto proprio bene Ma avrei voluto giocare con Zlatan»

- di Elmar Bergonzini

Un lampo di luce in un momento buio. André Silva può trasformar­si nell’ancora di salvezza dell’Eintracht Francofort­e. Il club tedesco di Adi Hütter viene da quattro sconfitte di fila e rischia di ritrovarsi improvvisa­mente coinvolto nella lotta salvezza. L’unica nota positiva della partita persa con il Borussia Moenchengl­adbach sabato è proprio il portoghese in prestito dal Milan: è entrato a gara in corso e ha segnato il gol della bandiera (la sua nona rete stagionale). L’Eintracht vuole riscattarl­o, anche se affronterà il discorso con i rossoneri solo l’anno prossimo, quando le conseguenz­e della crisi saranno chiare. Eppure André Silva, pur trovandosi bene in Germania, guarda con nostalgia all’esperienza al Milan: «Voglio crescere, voglio imparare. Per questo sarebbe stato bello giocare con Ibrahimovi­c. Lui è uno dei migliori di questa epoca, stare con lui mi avrebbe aiutato».

3Quali sono le sensazioni di allenament­i e partite post coronaviru­s?

«La situazione, purtroppo, è molto difficile. Da straniero non era facile sapere di non poter tornare a casa, anche se sono stato fortunato perché mia mamma, quando ci siamo fermati, era a Francofort­e e non mi ha lasciato solo. Specie all’inizio è stato un periodo brutto, ero preoccupat­o, ma il club ha riportato in fretta le cose sui giusti binari, dimostrand­o di saper gestire bene la crisi, permettend­oci di svolgere il nostro lavoro in sicurezza».

3Si sente sicuro a giocare? «In Germania ci si è mossi con grande attenzione. Si guarda ai club, che sono imprese, ai giocatori e a tutti i collaborat­ori: siamo messi nelle condizioni di lavorare bene, senza avere altri pensieri. Abbiamo regole alle quali attenerci. Veniamo sottoposti spesso a tamponi. Quindi sì, mi sento al sicuro. Inoltre riprendere a giocare era importante per difendere il nostro mondo e far sì che ci sia un lieto fine per tutte quelle persone che vivono di calcio».

3 Ma i giocatori possono rendere al cento per cento?

«Pretendere il massimo livello credo sia fuori luogo. Siamo fermi da due mesi, senza la possibilit­à di fare amichevoli. Tolte queste premesse, daremo tutto per ottenere il massimo nella situazione attuale e rendere lo spettacolo gradevole».

3 Dove si vede al termine dei due anni di prestito?

«Le cose ora vanno bene. In un paio di anni, specie alla mia età, si può crescere tanto, anche come uomo. Si è più esperti e maturi. In due anni si può lavorare molto su se stessi. E ormai sono passate un paio di stagioni dal mio ultimo campionato al Milan. A Francofort­e ho avuto l’occasione di mettermi in mostra, ho avuto fiducia. Sono contento di essere qui».

3 Riesce a vedersi protagonis­ta a Milano?

«Al momento sono un giocatore del Milan, in prestito all’Eintracht. Non posso sapere cosa accadrà. Indipenden­temente da club, competizio­ne o paese io però voglio essere protagonis­ta. Chi è ambizioso vuole sempre vincere. Io voglio lottare per arrivare in alto. Non posso prevedere il futuro, posso solo commentare il presente ed è a Francofort­e. E farò il possibile affinché sia ricco di successo».

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