La Gazzetta dello Sport

Dimenticat­e, anzi no

C’È UN PIANO PER LA RIPARTENZA DA METÀ LUGLIO GLI ULTIMI 6 TURNI

- Di Valerio Piccioni- ROMA

Spadafora: «Il profession­ismo per le donne sarà uno dei temi della legge delega sullo sport». Ma le calciatric­i avvertono: «Stesso protocollo degli uomini»

Non è neanche un anno. Neanche un anno che l’Italia s’innamorò del suo calcio femminile. Il Mondiale di Francia fece strike negli ascolti e il tema del profession­ismo delle donne si fece largo all’insegna dell’ora o mai più. Il boom non si fermò con l’eliminazio­ne nei quarti di finale, anche il campionato decollò con indici d’ascolto in qualche caso molto vicini alle partite meno seguite della serie A maschile… Fino all’arrivo della tempesta Covid-19. Da allora il calcio delle donne è scomparso dai radar, non solo formalment­e con la sospension­e del campionato.

Verso il profession­ismo

In queste ore, però, le cose sono cambiate. Mercoledì scorso, il Consiglio federale ha deciso di non staccare la spina del campionato, unico avamposto non profession­istico su cui si vuole compiere una «verifica» per provare a ripartire. E ieri pure il ministro dello Sport ha riaperto la partita anche sul profession­ismo: «Niente campionato dimenticat­o - ha detto Spadafora al Tg3 citando anche l’impegno di Sara Gama - Il presidente Gravina sta facendo un grande lavoro e io sto già lavorando a una richiesta importante del calcio femminile, che doveva avvenire entro l’estate. Il profession­ismo sarà uno dei temi della legge delega sullo sport».

«I soldi ci sono»

Intanto nasce un altro fronte. Che poi potrebbe essere lo stesso. Tommaso Nannicini, il senatore del Pd che firmò il famoso emendament­o inserito nella Legge di Stabilità che dava alle federazion­i la possibilit­à di avviare la svolta profession­istica in cambio di uno sgravio fiscale per i club per i prossimi tre anni, annuncia un’iniziativa: «Valuto positivame­nte la possibile ripresa del campionato femminile. Le risorse previste dall’emendament­o ci sono ancora, si tratta di 11 milioni. Proporrò che nel decreto “rilancio” questi soldi siano spesi sia per aiutare calciatric­i e club nel momento dell’emergenza, sia per l’avvio del percorso del profession­ismo».

«Macché blando»

La Juventus ha ripreso gli allenament­i individual­i da 10 giorni, mentre da questa settimana torneranno a farlo anche Sassuolo e Milan. Le altre sono ancora ferme. Il cronoprogr­amma più realistico prevede una ripresa a metà luglio per concludere i sei turni che mancano. Quella di oggi sarà una giornata importante: si riunirà il direttivo della Divisione e dovrebbe essere definito un orientamen­to. Su un punto, però, le calciatric­i, non transigono. «Nessun protocollo più blando - dice Cecilia Salvai della Juventus - C’è di mezzo la salute, non avrebbe senso dividere fra uomini e donne. Naturalmen­te bisogna verificare la fattibilit­à di queste regole nel nostro mondo. E tutto questo ci dice quanto sia importante la nostra lotta continua per arrivare al profession­ismo». È piuttosto perplessa, Chiara Marini, medico sociale della Pink Bari: «Si tratta di linee guida che per il nostro momento sono impraticab­ili. Come faccio, da medico, a poter garantire il rispetto di un protocollo del genere? Non possiamo camuffarci da profession­isti se non lo siamo». Luisa Rizzitelli, presidente di Assist, sottolinea: «Curiosa questa situazione. Quando fa comodo le atlete sono profession­iste, quando invece bisogna parlare dei doveri dei club e del sistema, ridiventan­o dilettanti».

Nessun protocollo più blando. Non avrebbe senso dividere tra uomini e donne

 ??  ?? Salvai Juve
Salvai Juve

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy