Mancosu «Lecce ti salvo con Farias e Babacar»
Il capitano insegue due traguardi «Prima bisogna restare in A, poi vorrei un contratto adeguato a miei meriti»
Avrà subito una doppia chance per continuare a essere «grande con le grandi», come è stato etichettato nella figurina celebrativa della Panini per La Gazzetta dello Sport. Marco Mancosu già vede all’orizzonte Milan e Juve, i prossimi avversari del Lecce, se la Serie A ripartirà. Il capitano giallorosso, 8 gol in questo campionato (infallibile su rigore, 5 reti su 5 tiri dal dischetto) davanti a Lapadula (7), ha messo il suo marchio nelle quattro partite contro Napoli (2 centri) e Spal (3) e poi con Torino, Juventus e Inter. Quando ha segnato il centrocampista, solo una volta la squadra di Liverani non ha preso punti, al Via del Mare contro il Napoli; poi 4 successi e 2 pareggi (contro le corazzate di Sarri e Conte). «Magari riuscissi a confermare subito il bel vizietto di fare gol nelle sfide con le big – dice Mancosu, 31 anni, quarta stagione nel club salentino -. Se davvero ripartirà il campionato, il Lecce dovrà compiere l’impresa di fermare Milan e Juventus. Siamo a quota 25 punti, al terzultimo posto alla pari col Genoa, e non possiamo farci distaccare».
Quanti punti basteranno per conquistare la salvezza? «Qualche giorno fa, nello spogliatoio Falco proponeva una sua tabella: 4 vittorie per restare in A, con 37 punti. Chissà se basteranno. Ci saranno molti fattori variabili che peseranno sui restanti 12 incontri».
Tornando a giocare dopo oltre tre mesi, si azzereranno tutti i valori emersi prima dello stop a inizio marzo? «È una situazione inedita. Per due mesi noi calciatori siamo stati lontani dal campo, senza disputare neppure una partitina. Sarà come resettare tutto, verrà fuori qualche sorpresa, disputando in piena estate una partita ogni tre giorni».
Mancosu, è convinto che il calcio davvero ripartirà? «Così sembra, però la salute è l’unico bene da tutelare. Nel caso, il campionato dovrà continuare con le stesse regole, non sarebbe giusto cambiare in corsa con stravolgimenti come playoff e playout. Il Lecce vuole giocare sino in fondo, accettando solo il verdetto della classifica finale».
Dopo il lungo periodo del #iorestoacasa, come ha ritrovato i compagni?
«Tutti stiamo recuperando il ritmo, l’intensità. Conclusi gli allenamenti individuali, Liverani è tornato a essere un martello. Barak è la solita forza della natura: si è ripresentato in forma straordinaria. Farias, invece, era inguardabile, con i capelli lunghissimi: l’ho minacciato che sarei intervenuto con il decespugliatore, per sua fortuna si è messo nelle mani del barbiere».
Nella volata-salvezza chi potrà essere decisivo per voi?
«Punto tanto su Babacar e Farias, bloccati sin qui da diversi infortuni. Hanno qualità importanti, sapranno esaltarsi nel mini-torneo che ci aspetta».
Con Saponara e Falco pronti a inventare assist e gol, lei potrebbe tornare a fare la mezzala? «Partendo da lontano, sicuramente avrei modo di sfruttare le mie doti nella progressione palla al piede e nell’inserimento in zona-tiro. Ma è vero al tempo stesso che, giocando in
posizione più avanzata, ho segnato tanti gol. Toccherà a Liverani scegliere».
Già, tante reti: dopo le tredici in B, è vicino alla doppia cifra anche in A. Nella famiglia Mancosu, avrà sorpreso pure i suoi fratelli Matteo, attaccante di razza, e Marcello, anche lui punta, a livello dilettantistico. «Matteo è andato ben oltre i 100 gol nel calcio professionistico. Io sono ancora lontano da lui. A parte il mio idolo Kakà, considero un modello perfetto Gerrard: da centrocampista, ha saputo abbinare la classe nella costruzione del gioco e l’abilità nelle conclusioni».
In scadenza di contratto nel giugno 2021, è vicino al prolungamento con il Lecce?
«I matrimoni si fanno in due. Valuterà il mio procuratore Kael Grimaldi: anche quand’ero in C, puntava sulla mia svolta da protagonista in Serie A. A Lecce sto benissimo, però vorrei che sul prossimo contratto incida la meritocrazia. D’altra parte, io e la società ci conosciamo da tempo…».
Kakà vero idolo Però considero Gerrard il mio modello perfetto
Marco Mancosu e il suo calcio