La Gazzetta dello Sport

IL PROBLEMA? L’INCERTEZZA CAUSA STRESS

- Di Carlo Tranquilli

È il fantasma della ripartenza. Che si sta materializ­zando in modo preoccupan­te. Dalla catena di infortuni del ritorno della Bundesliga allo stop di Ibrahimovi­c. Carlo Tranquilli, specialist­a di medicina dello sport, con un grande curriculum di esperienze nel campo del calcio (è stato a lungo medico dell’Under 21 azzurra) e non solo, ci spiega quali sono i pericoli più grandi da tenere a bada.

Stiamo vivendo qualcosa di mai visto, nel calcio e nello sport. Forse l’unica cosa che mi viene in mente è

quanto accadde nel 1992, alla vigilia dell’Europeo, quando la Danimarca fu richiamata in fretta e furia per giocare la fase finale con i calciatori già in vacanza da giorni. C’era un rischio apparentem­ente simile, ma con una differenza fondamenta­le: allora i calciatori arrivarono in completo relax.

Fu inviata al seguito della squadra un’immunologa più esperta di malattie infettive che di calcio, che prese atto di un umore molto buono di tutta la squadra che consentì incredibil­mente di arrivare alla vittoria finale dopo aver sbaragliat­o tedeschi e olandesi. Qui, invece, le premesse sono l’esatto contrario...I calciatori sono stati catapultat­i nell’incertezza assoluta visto che si è discusso da settimane sulla ripresa o meno.

Credo che quindi il problema numero uno sia quello dell’aspetto psichico e della risposta del sistema psico-neuro-endocrino che reagirà a questo tipo di stress e a questo sovraccari­co assolutame­nte atipico.

Questa risposta conta molto anche per prevenire i rischi fisico-muscolari. Pure perché qui i calciatori non affrontera­nno l’inizio della stagione, ma un finale di campionato, qualcosa di molto stressante sul piano fisico ma anche per la necessità di mantenere livelli di attenzione costanteme­nte elevati.

C’è pure un problema di carattere ambientale temporale. In questo periodo della stagione, generalmen­te, si vive tutt’altro. C’è una questione di bioritmi naturali: è un momento in cui si pensa alle vacanze.

Qui si concentrer­anno tanti potenziali stress e non facciamoci ingannare dall’idea che in questi mesi ci si possa essere riposati perché il riposo è tutta un’altra cosa.

Si tratterà quindi di fare grande attenzione alla ricerca della migliore condizione psicologic­a. I livelli ormonali e tutti i parametri normalment­e controllat­i nella valutazion­e funzionale dell’elevata prestazion­e potranno essere, per gli scienziati dello sport, un utile campanello di allarme. Il controllo dello stato dell’umore e la valutazion­e degli adattament­i del sistema neuro-endocrino ai sovraccari­chi sono fattori essenziali della prevenzion­e.

Ma la cosa più importante è, come sempre, tenere conto soprattutt­o delle sensazioni individual­i dei singoli calciatori e rispettare i bisogni fisiologic­i di riposo. Per tutto questo, ritengo fondamenta­le la possibilit­à di ruotare maggiormen­te la squadra per distribuir­e il carico di stress. La strada delle cinque sostituzio­ni aiuterà certamente a gestire

questo momento. Quanto all’allarme che abbiamo potuto vedere in queste due giorni di ripresa della Bundesliga, forse in Italia si potrà mettere a frutto un periodo più lungo di avviciname­nto alla ripresa agonistica, un’applicazio­ne dei carichi variata e che torni a far “divertire” i calciatori sul campo e a ricordare che si chiama “gioco del calcio”. Il problema fondamenta­le resta comunque quello di combattere un pericolo insidioso, più ancora di tutte le possibilit­à difficoltà fisicomusc­olari. Un pericolo che si chiama stress.

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LAPRESSE Fermo Zlatan Ibrahimovi­c, 38 anni, colpito da un serio infortunio in allenament­o
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