Costa, calcio agli infortuni «Perché mi faccio male? Ho pensato pure al ritiro»
Il brasiliano si confessa a The Players’ Tribune: «Subìto troppi guai Ho più risonanze che presenze. A volte mi chiedo se posso giocare»
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L’incubo di Douglas Costa non è il terzino avversario: quando sta bene, saprebbe saltarlo pure bendato. Nella mente del brasiliano c’è solo un suono metallico che buca il cervello: «Quando devo farne un’altra, quegli strani rumori...», ha detto a The Players’
Parlava delle continue risonanze magnetiche, dei mille infortuni che gli hanno impedito di prendere il volo. E ha fatto pure un’ammissioneshock: ha pensato di smettere, nonostante oggi abbia 29 anni appena.
Stress Test
In video non c’era il Douglas burlone che balla sui social: quella è solo una parte dell’immagine costruita in questi anni. C’era un Douglas più intimo, stranamente riflessivo, intimamente deluso per la piega che ha preso la carriera. Potere di
lo specchio degli atleti di tutto il mondo: lì ci si confida senza filtri, si affrontano le proprie ombre. Quella del brasiliano è la sua traballante condizione fisica: «Scherzo con Alex Sandro, ho più risonanze che presenze. E’ qualcosa di davvero pazzesco...», ha detto. E poi, parlando in terza persona, ecco la frustrazione mista a rimpianto per ciò che poteva essere e (finora) non è stato: «La gente dice che Douglas ha il potenziale per essere uno dei migliori al mondo, ma gli infortuni lo frenano. Questa cosa mi dà fastidio. Per colpa mia o no non posso essere nella migliore forma». Douglas ha muscoli fragili che gli daranno fastidio spesso: allenamenti mirati e “conservativi” finora non hanno fermato le cicliche ricadute.E la Signora sa quanto gli servirebbe averlo sempre in battaglia: nel ritorno con l’Ajax l’anno passato è mancato come il pane. Sarri, che per lui stravede, vorrebbe costruirgli attorno una idea di Juve, ma il progetto non ha trovato continuità. I prossimi due mesi, con partite ogni tre giorni, saranno uno stress test per il brasiliano: il futuro in bianconero dipenderà da come e quanto giocherà.
Basta risonanze
Douglas era partito di slancio la scorsa estate, ma gli ultimi mesi sono stati la solita rincorsa a ostacoli: l’ultimo guaio muscolare a febbraio nella notte sfortunata della Juve in casa Hellas. E’ la solita storia di un talento esplosivo, eternamente sospeso tra disastro ed estasi. Non può quindi sorprendere sentirlo nell’intervista registrata dal sito
L’ammissione Decisivo per Sarri ma spesso ai box: «Un fastidio non essere continuo»
americano tempo fa, mentre abbonda con le domande retoriche: «Ogni volta che mi faccio male mi chiedo: cosa ho fatto di sbagliato? Perché non riesco a giocare con continuità? E’ una cosa che mi fa male. Quindi ho chiesto ogni tipo di aiuto, anche a un mental coach». E ancora: «Ci sono dei momenti in cui penso: posso ancora giocare? Perché scendo in campo e mi faccio male di nuovo. Poi quando guardo la tv capisco che è la mia passione e che posso stare ancora ad alto livello. Questo è ciò che mi mantiene vivo». Ha pure dichiarato che il calcio non ha nulla a che fare con soldi e fama: «Il punto è fare ciò che ti piace e divertirti». Una volta spazzati via i cattivi pensieri sul ritiro, questo resta l’unico obiettivo: in fondo, il nuovo Douglas vorrebbe solo star lontano da quelle dannate risonanze.