La Gazzetta dello Sport

Costa, calcio agli infortuni «Perché mi faccio male? Ho pensato pure al ritiro»

Il brasiliano si confessa a The Players’ Tribune: «Subìto troppi guai Ho più risonanze che presenze. A volte mi chiedo se posso giocare»

- Di Filippo Conticello

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L’incubo di Douglas Costa non è il terzino avversario: quando sta bene, saprebbe saltarlo pure bendato. Nella mente del brasiliano c’è solo un suono metallico che buca il cervello: «Quando devo farne un’altra, quegli strani rumori...», ha detto a The Players’

Parlava delle continue risonanze magnetiche, dei mille infortuni che gli hanno impedito di prendere il volo. E ha fatto pure un’ammissione­shock: ha pensato di smettere, nonostante oggi abbia 29 anni appena.

Stress Test

In video non c’era il Douglas burlone che balla sui social: quella è solo una parte dell’immagine costruita in questi anni. C’era un Douglas più intimo, stranament­e riflessivo, intimament­e deluso per la piega che ha preso la carriera. Potere di

lo specchio degli atleti di tutto il mondo: lì ci si confida senza filtri, si affrontano le proprie ombre. Quella del brasiliano è la sua traballant­e condizione fisica: «Scherzo con Alex Sandro, ho più risonanze che presenze. E’ qualcosa di davvero pazzesco...», ha detto. E poi, parlando in terza persona, ecco la frustrazio­ne mista a rimpianto per ciò che poteva essere e (finora) non è stato: «La gente dice che Douglas ha il potenziale per essere uno dei migliori al mondo, ma gli infortuni lo frenano. Questa cosa mi dà fastidio. Per colpa mia o no non posso essere nella migliore forma». Douglas ha muscoli fragili che gli daranno fastidio spesso: allenament­i mirati e “conservati­vi” finora non hanno fermato le cicliche ricadute.E la Signora sa quanto gli servirebbe averlo sempre in battaglia: nel ritorno con l’Ajax l’anno passato è mancato come il pane. Sarri, che per lui stravede, vorrebbe costruirgl­i attorno una idea di Juve, ma il progetto non ha trovato continuità. I prossimi due mesi, con partite ogni tre giorni, saranno uno stress test per il brasiliano: il futuro in bianconero dipenderà da come e quanto giocherà.

Basta risonanze

Douglas era partito di slancio la scorsa estate, ma gli ultimi mesi sono stati la solita rincorsa a ostacoli: l’ultimo guaio muscolare a febbraio nella notte sfortunata della Juve in casa Hellas. E’ la solita storia di un talento esplosivo, eternament­e sospeso tra disastro ed estasi. Non può quindi sorprender­e sentirlo nell’intervista registrata dal sito

L’ammissione Decisivo per Sarri ma spesso ai box: «Un fastidio non essere continuo»

americano tempo fa, mentre abbonda con le domande retoriche: «Ogni volta che mi faccio male mi chiedo: cosa ho fatto di sbagliato? Perché non riesco a giocare con continuità? E’ una cosa che mi fa male. Quindi ho chiesto ogni tipo di aiuto, anche a un mental coach». E ancora: «Ci sono dei momenti in cui penso: posso ancora giocare? Perché scendo in campo e mi faccio male di nuovo. Poi quando guardo la tv capisco che è la mia passione e che posso stare ancora ad alto livello. Questo è ciò che mi mantiene vivo». Ha pure dichiarato che il calcio non ha nulla a che fare con soldi e fama: «Il punto è fare ciò che ti piace e divertirti». Una volta spazzati via i cattivi pensieri sul ritiro, questo resta l’unico obiettivo: in fondo, il nuovo Douglas vorrebbe solo star lontano da quelle dannate risonanze.

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The Players’ Tribune,
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GETTY Con CR7 Douglas Costa, 29, a terra a Verona dopo l’ennesimo infortunio

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