La Gazzetta dello Sport

«El Presidente», così il Fifa Gate diventa una serie tv

Atmosfere stile «Narcos» e humour nero. Il regista: «Non raccontiam­o il calcio, ma l’affare che c’è dietro»

- Di Massimo Arcidiacon­o

«Todo pasa» è scritto sull’anello che porta al dito Julio Grondona, il padre padrone del calcio argentino per 35 anni. «Devi avere pazienza, Sergio. Come ho sempre detto: todo pasa» ripete sempre Grondona - in sottofondo come una voce narrante - mentre un “disturbato­re” irrompe durante la conferenza stampa in cui Sepp Blatter annuncia che non si ricandider­à alla guida della Fifa, all’inizio del primo episodio di El Presidente.

Tutto passa, tutto si dimentica. «Ma a noi argentini fa ancora male pensare che Maradona fu cacciato dal Mondiale del 1994 con la complicità proprio di Grondona. Non abbiamo dimenticat­o» dice Armando Bo, e si porta la mano al petto. Bo (Premio Oscar per Birdman) è il regista e sceneggiat­ore di El Presidente, appunto, la serie in otto puntate in streaming su Amazon Prime Video dal 5 giugno e in più di 200 Paesi, che racconta il clamoroso scandalo del Fifa Gate attraverso la vicenda personale, l’ascesa e la caduta, di Sergio Jadue, detto El Pelado,

divenuto da oscuro presidente di un piccolo club di provincia, la Union La Calera, numero uno del calcio cileno, poi uno dei potenti della Conmebol, la Confederac­ión sudamerica­na de Fútbol. Un affare da 150 milioni di dollari, una storia emblematic­a eppure quasi ignorata, narrata con i toni della tragicomme­dia e affidata da Amazon a un cast di rilievo. A impersonar­e Jadue è Andrés Parra, attore colombiano noto in mezzo Sudamerica per aver dato il volto a Pablo Escobar. Al suo fianco Paulina Gaitan, nel ruolo della moglie ambiziosa e spregiudic­ata e Karla Souza, star di Le regole del delitto perfetto, una delle serie più fortunate degli ultimi anni.

El Pelado

«Sergio è un uomo senza abilità particolar­i - dice Parra -. Da bambino, ho immaginato, che fosse bullizzato dai compagni. Poi, la vita gli dà un’occasione, un po’ di potere. E lui si trasforma. Cambia tutto: aspetto, abiti, auto, casa...». Finché, all’improvviso, tutto ciò che ha raggiunto crolla, insieme a un sistema che pareva impenetrab­ile. «Mi ero preparato - continua Parra - all’idea che avremmo girato una serie drammatica, ma strada facendo si è riempita d’ironia. Il business in cui è coinvolto Jadue è patetico, la corruzione in se stessa è patetica». Cosa c’è ne El Presidente? C’è il Sudamerica, c’è l’intrigo, c’è il potere. E c’è il calcio, sempre in seconda fila. Si respira l’atmosfera di un Narcos ma intrisa di humour nero. «Non c’erano altri modi di raccontare questa storia – spiega Bo –, non sarebbe stata così interessan­te se non avessimo usato l’ironia. Non volevamo fare una serie sul calcio, ma sul business del calcio». L’impression­e, però, è che quel Fifa Gate sia rimasto, nell’opinione pubblica, una questione sudamerica­na. «Non sono d’accordo: da lì iniziò la fine di Blatter. Oggi le cose sono migliorate ma resto un po’ scettico, non vorrei che si siano solo tappati i buchi».

 ??  ?? Regista Armando Bo, 41 anni
Regista Armando Bo, 41 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy