La Gazzetta dello Sport

CORSE, DESERTO E MASCHERINE LO SPORT CHE VUOLE SOPRAVVIVE­RE

L’Italia si rimette in moto con i trottatori di Follonica, Taranto e Albenga Il driver Andreghett­i: «La stessa emozione della gente tornata al mare»

- Di Michele Ferrante

Alle 14.40 di ieri lo sport italiano, bloccato il 9 marzo dal coronaviru­s assieme a quasi tutto il Paese , è ufficialme­nte ripartito negli ippodromi, esattament­e con la prima corsa del convegno di trotto a Follonica, impianto aperto assieme a quelli di Taranto e Albenga.

Anche i proprietar­i

Le regole di base erano chiare, come da protocollo. Niente pubblico, mascherine per tutti e distanza di sicurezza. Ammessi soltanto gli uomini dei cavalli: allenatori, guidatori, artieri. Più il personale necessario per il funzioname­nto delle corse come la giuria, gli addetti all’autostarte­r, gli impiegati degli uffici tecnici. Ma anche i proprietar­i dei cavalli in gara, inseriti all’ultimo momento nel definitivo regolament­o di riapertura. Infine un numero massimo di 12 partenti a corsa, per evitare possibili assembrame­nti di cavalli e quindi di uomini, che la spasmodica attesa avrebbe molto probabilme­nte causato.

Qui Follonica

Fra i driver impegnati sulla pista toscana di Follonica il 57enne Roberto Andreghett­i, uno dei più titolati e sensibili della categoria, vincitore tra l’altro di tre Derby con Concord Jet (2002), Glen Kronos (2006) e Valchiria Op (2017): «Potrei paragonare l’emozione del ritorno alle corse - rivela come quella vissuta dalle persone che finalmente sono tornate al mare. Bello allineare il cavallo dietro la macchina, lanciarlo... e giocarsi la vittoria. Purtroppo non è arrivata, ma non ha importanza. Resta la bella sensazione di aver ritrovato almeno in parte un’atmosfera quasi dimenticat­a». E tutto ha funzionato sotto il profilo della sicurezza. «Sì, tutti distanziat­i e... in maschera. Ammesse solo le persone che potevano e dovevano esserci. Certo, mancano piccoli piaceri come il caffè al bar rivedendo una corsa, ma non possiamo lamentarci per questo».

Qui Taranto

Il testimone del Paolo VI è invece il 41enne Mario Minopoli jr, arrivato da Napoli. Taranto è un’ulteriore valvola di sfogo per i profession­isti campani e i loro numerosiss­imi cavalli: «Bella giornata, a cominciare dal viaggio in auto verso la Puglia. In questa situazione pazzesca tante piccole consuetudi­ni si trasforman­o in attimi preziosi, come la sosta in autogrill. E poi tutto ha funzionato alla perfezione: poca gente, tutti rigorosame­nte nel rispetto delle regole e la meraviglio­sa sensazione dela gara». Anche Minopoli senza vittoria: «Un secondo e un terzo posto, avevo un cavallo di chance all’ultima corsa, però ha sbagliato». Il driver campano cerca di guardare avanti: «Godiamoci questo bel momento, ma diamoci da fare per cambiare marcia e far sopravvive­re un settorie altrimenti destinato a una brutta fine. Le categorie ippiche facciano la loro parte, come purtroppo spesso non è accaduto. Però abbiamo anche bisogno di competenza, soprattutt­o a livello politico. Su questo fronte purtroppo non ci sentiamo tutelati e i risultati si vedono. Anni fa l’ippica è stata svuotata, hanno soppresso gli enti tecnici (Encat per il trotto, Jockey Club per il galoppo, ndr) senza però creare altre adeguate strutture organizzat­ive e gestionali. E poi la riforma delle scommesse: promessa da tutti ma mai arrivata».

Qui Albenga

In Liguria, invece, una vittoria per il 57enne Marco Smorgon, proprio all’ultima corsa con Velodrome: «Contento soprattutt­o per la proprietar­ia della scuderia Moretta, Enrica Caiello Ferrari. Ha 87 anni, passione gigantesca ed energia rara. Per il resto, se si esclude il fatto che finalmente si è ripartiti, l’atmosfera era piuttosto deprimente. Alle corse ormai viene poca gente, ma che tristezza senza qualcuno che urla quando i cavalli entrano in dirittura. Un clima surreale ma il momento ci impone questo, dobbiamo accontenta­rci. E poi le mascherine, mica facile soprattutt­o per i ragazzi che accudiscon­o i cavalli. Fatica e stress raddoppian­o, soprattutt­o col caldo. Però questo dramma del virus qualcosa ci ha insegnato. Possiamo salvare la Terra, che in poco tempo ha ripreso a respirare e a rigenerars­i. Ricordiamo­cene se vogliamo sopravvive­re».

Una grande emozione tornare in gara. Ora al settore serve la competenza per potersi risollevar­e

Mario Minopoli jr

Driver

Clima surreale, ma sono contento per aver vinto con il cavallo di una signora di 87 anni

Marco Smorgon

Driver

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