CORSE, DESERTO E MASCHERINE LO SPORT CHE VUOLE SOPRAVVIVERE
L’Italia si rimette in moto con i trottatori di Follonica, Taranto e Albenga Il driver Andreghetti: «La stessa emozione della gente tornata al mare»
Alle 14.40 di ieri lo sport italiano, bloccato il 9 marzo dal coronavirus assieme a quasi tutto il Paese , è ufficialmente ripartito negli ippodromi, esattamente con la prima corsa del convegno di trotto a Follonica, impianto aperto assieme a quelli di Taranto e Albenga.
Anche i proprietari
Le regole di base erano chiare, come da protocollo. Niente pubblico, mascherine per tutti e distanza di sicurezza. Ammessi soltanto gli uomini dei cavalli: allenatori, guidatori, artieri. Più il personale necessario per il funzionamento delle corse come la giuria, gli addetti all’autostarter, gli impiegati degli uffici tecnici. Ma anche i proprietari dei cavalli in gara, inseriti all’ultimo momento nel definitivo regolamento di riapertura. Infine un numero massimo di 12 partenti a corsa, per evitare possibili assembramenti di cavalli e quindi di uomini, che la spasmodica attesa avrebbe molto probabilmente causato.
Qui Follonica
Fra i driver impegnati sulla pista toscana di Follonica il 57enne Roberto Andreghetti, uno dei più titolati e sensibili della categoria, vincitore tra l’altro di tre Derby con Concord Jet (2002), Glen Kronos (2006) e Valchiria Op (2017): «Potrei paragonare l’emozione del ritorno alle corse - rivela come quella vissuta dalle persone che finalmente sono tornate al mare. Bello allineare il cavallo dietro la macchina, lanciarlo... e giocarsi la vittoria. Purtroppo non è arrivata, ma non ha importanza. Resta la bella sensazione di aver ritrovato almeno in parte un’atmosfera quasi dimenticata». E tutto ha funzionato sotto il profilo della sicurezza. «Sì, tutti distanziati e... in maschera. Ammesse solo le persone che potevano e dovevano esserci. Certo, mancano piccoli piaceri come il caffè al bar rivedendo una corsa, ma non possiamo lamentarci per questo».
Qui Taranto
Il testimone del Paolo VI è invece il 41enne Mario Minopoli jr, arrivato da Napoli. Taranto è un’ulteriore valvola di sfogo per i professionisti campani e i loro numerosissimi cavalli: «Bella giornata, a cominciare dal viaggio in auto verso la Puglia. In questa situazione pazzesca tante piccole consuetudini si trasformano in attimi preziosi, come la sosta in autogrill. E poi tutto ha funzionato alla perfezione: poca gente, tutti rigorosamente nel rispetto delle regole e la meravigliosa sensazione dela gara». Anche Minopoli senza vittoria: «Un secondo e un terzo posto, avevo un cavallo di chance all’ultima corsa, però ha sbagliato». Il driver campano cerca di guardare avanti: «Godiamoci questo bel momento, ma diamoci da fare per cambiare marcia e far sopravvivere un settorie altrimenti destinato a una brutta fine. Le categorie ippiche facciano la loro parte, come purtroppo spesso non è accaduto. Però abbiamo anche bisogno di competenza, soprattutto a livello politico. Su questo fronte purtroppo non ci sentiamo tutelati e i risultati si vedono. Anni fa l’ippica è stata svuotata, hanno soppresso gli enti tecnici (Encat per il trotto, Jockey Club per il galoppo, ndr) senza però creare altre adeguate strutture organizzative e gestionali. E poi la riforma delle scommesse: promessa da tutti ma mai arrivata».
Qui Albenga
In Liguria, invece, una vittoria per il 57enne Marco Smorgon, proprio all’ultima corsa con Velodrome: «Contento soprattutto per la proprietaria della scuderia Moretta, Enrica Caiello Ferrari. Ha 87 anni, passione gigantesca ed energia rara. Per il resto, se si esclude il fatto che finalmente si è ripartiti, l’atmosfera era piuttosto deprimente. Alle corse ormai viene poca gente, ma che tristezza senza qualcuno che urla quando i cavalli entrano in dirittura. Un clima surreale ma il momento ci impone questo, dobbiamo accontentarci. E poi le mascherine, mica facile soprattutto per i ragazzi che accudiscono i cavalli. Fatica e stress raddoppiano, soprattutto col caldo. Però questo dramma del virus qualcosa ci ha insegnato. Possiamo salvare la Terra, che in poco tempo ha ripreso a respirare e a rigenerarsi. Ricordiamocene se vogliamo sopravvivere».
Una grande emozione tornare in gara. Ora al settore serve la competenza per potersi risollevare
Mario Minopoli jr
Driver
Clima surreale, ma sono contento per aver vinto con il cavallo di una signora di 87 anni
Marco Smorgon
Driver