La Gazzetta dello Sport

LA “STRETTA” DI MILANO SUI RISCHI DELLA MOVIDA E GLI ASSISTENTI CIVICI DIVIDONO LA MAGGIORANZ­A

- di Pierluigi Spagnolo

Il sindaco Sala: «Più controlli e dalle 19 niente alcol da asporto» Dubbi del Viminale sull’idea di Boccia. Palazzo Chigi: avanti Lombardia: dopo le “zero vittime” di domenica, ieri 34 decessi

1 Fanno riflettere le immagini del weekend, le piazze affollate da Brescia a Milano, gli ingorghi sul lungomare di Napoli. Quei giovani ammassati e senza mascherina…

Dai nostri comportame­nti, in questi giorni cruciali, passa il contrasto dell’epidemia di coronaviru­s in Italia. E quindi anche la libertà futura, la ripresa degli spostament­i tra le Regioni, prevista dal 3 giugno. Sbagliare in questa fase, potrebbe provocare un innalzamen­to dei casi e provocare un nuovo lockdown a giugno. Per questo, dopo aver avvertito che «non ci saranno altri weekend come quello appena passato», il sindaco di Milano, Beppe Sala - dopo un vertice con il prefetto - ha deciso ieri di vietare la vendita di bevande alcoliche da asporto, in bar e negozi di prossimità, dopo le 19, e di potenziare i controlli contro la “movida senza regole”. Sarà il questore «a coordinare le pattuglie di Polizia, Carabinier­i, Guardia di Finanza e vigili urbani», con la città suddivisa in zone. «Nessun giro di vite, ma più controlli». Possibili misure restrittiv­e anche a Rimini, dove il Comune valuta la chiusura anticipata dei locali. E la Regione Veneto ha lanciato un video sulla “movida selvaggia”, contro il pericolo degli assembrame­nti e del non indossare la mascherina. Intanto, nei controlli del weekend sono state denunciate 1.321 persone in tutta Italia. Domenica il picco di trasgresso­ri: 770. Controllat­e quasi 240 mila persone, ma sanzionate lo 0,55% del totale.

2 E cresce la polemica sugli assistenti civici.

Lo scontro è su questi 60 mila volontari, su cui – tra le altre cose – ricadrebbe il compito di verificare l’osservanza delle norme anti-Covid. Non dei vigilantes, ma “osservator­i”, reclutati attraverso un bando della Protezione Civile nazionale e rivolto a tutti, in particolar­e a chi percepisce il Reddito di cittadinan­za e altri ammortizza­tori sociali. Nelle intenzioni del ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, che domenica aveva lanciato l’idea, indossereb­bero una pettorina e potrebbero distribuir­e mascherine, fare attività di informazio­ne, aiutare gli anziani, con la spesa e davanti alle chiese. «Nessuna ronda anti-movida, solo aiuto ai cittadini. Non potranno chiedere i documenti. In caso di problemi, dovranno solo segnalare alle forze dell’ordine», chiariscon­o dal ministero di Boccia, che aveva sottolinea­to come i volontari «dovranno agire con sorriso ed educazione». L’idea divide anche il fronte di chi guida le città: pieno sostegno dal sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, tra i promotori, molta diffidenza dal collega di Milano, Sala.

3 La proposta di Boccia riceve anche pesanti critiche. Non solo dall’opposizion­e, come sarebbe facile immaginare. «Poca chiarezza, certi compiti spettano alle forze dell’ordine», dicono da Italia Viva, che presenta un’interrogaz­ione. E il leader di Iv, Matteo Renzi, la definisce «follia per avere visibilità». «No ai vigilantes», spiegano i senatori Nannicini e Stefano del Pd. «La fuga in avanti di Boccia non convince me e il M5S. Auspico un passo indietro», spiega il sottosegre­tario ai Rapporti con il Parlamento, Gianluca Castaldi. Ma l’affondo più duro arriva dal dicastero guidato da Luciana Lamorgese. «Le decisioni assunte, senza preventiva consultazi­one del ministero dell’Interno, per l’istituzion­e della figura degli “assistenti civici”, in relazione alle misure di contrasto e di contenimen­to della pandemia, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già impegnate nei controlli», spiegano dal Viminale. «Perplessit­à» anche dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, «servirà un chiariment­o». Poi, in serata l’incontro tra i ministri coinvolti e il premier Giuseppe Conte, che media. «L’iniziativa va avanti, si lavorerà sui dettagli», spiega la nota di Palazzo Chigi.

4 Gli ultimi dati, in ogni caso, confermano i segnali incoraggia­nti.

Domenica aveva colpito un po’ tutti il dato della Lombardia: nessun decesso comunicato da

«Non ci sarà un altro weekend come il precedente», chiarisce il sindaco di Milano, Sala (foto), annunciand­o maggiori controlli. Conte mediatore sui 60 mila volontari del ministro Boccia. Dati incoraggia­nti sui nuovi contagi: il governo deciderà sugli spostament­i tra le diverse Regioni

ospedali o anagrafi comunali. Resta ancora un margine di dubbio sul difetto di trasmissio­ne dei dati, ma dalla Regione confermano che il numero è inatteso ma «ufficiale». Nella giornata di ieri, il numero dei deceduti per il Covid in Lombardia è risalito (sono stati 34, 92 i morti in tutta Italia), pur mostrando una costante tendenza al ribasso. I nuovi positivi in Lombardia sono “solo” 148, segno che anche la Regione più colpita sta uscendo, lentamente, dal tunnel. A livello nazionale, come spesso accade dopo il weekend, si è ridotto il numero dei tamponi, in tutto 35.241, che hanno rivelato 300 nuovi positivi (rapporto: 0,85%), il dato più basso dal 29 febbraio, nella settimana dopo il caso di Codogno. Calano ancora gli attualment­e positivi (55.300, con -1.294), anche in virtù di altri 1.502 guariti (il totale è 141.981). I posti occupati in terapia intensiva sono altri 12 in meno (ora 541), i ricoverati con sintomi scendono a 8.185 (-428).

5 Da questi dati dipendono le prossime decisioni.

Anche quella sulla circolazio­ne tra Regioni. Il governo deciderà in base alla situazione epidemiolo­gica dei prossimi giorni. «A fine settimana il Consiglio dei ministri farà le sue osservazio­ni. E per lo sblocco della mobilità, faremo le nostre valutazion­i: non è detto, ma potrebbe diventare inevitabil­e prendere tutto il tempo che serve», ribadiva ancora ieri il ministro Boccia. Intanto, sempre nell’ottica della prevenzion­e, ieri sono partiti i test sierologic­i, in un’indagine che si avvarrà di 150 mila esami, per stimare il numero delle persone che in Italia hanno sviluppato anticorpi al virus. E il ministero dell’Innovazion­e ha svelato la “faccia” della app “Immuni”, dallo start dell’applicazio­ne all’alert di «rilevato contatto con una persona positiva al Covid». Sono gli ultimi passi verso la sperimenta­zione dell’attesa applicazio­ne, che partirà da giugno, in tre Regioni: al Nord, al Centro e al Sud Italia.

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ANSA Brindisi discussi Polemiche per la folla davanti ai pub, nel weekend: a Milano vietate le bevande d’asporto dopo le 19. In alto, il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, con una pettorina degli “assistenti civici», volontari non retribuiti
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