La Gazzetta dello Sport

Scuola, il concorso slitta Ma i sindacati bocciano l’intesa sui “prof” precari

Niente crocette: l’esame più avanti Per Cgil, Cisl e Uil è un pasticcio Ritorno in classe, ecco le regole

- Di Franco Carrella

Nella notte, com’è ormai abitudine per le faccende più delicate. Un vertice tra domenica e lunedì per siglare l’intesa sul decreto Scuola, alla vigilia della settimana clou per il via libera in Senato: così la maggioranz­a ha sciolto il nodo dei 32 mila precari, grazie alla mediazione di Giuseppe Conte. I concorsi per la stabilizza­zione degli insegnanti precari si faranno, ma senza quiz a crocette (ci sarà uno scritto vero e proprio, come nei concorsi ordinari) e non nei mesi estivi, per evitare rischi legati al coronaviru­s. La proposta del premier è stata formulata consideran­do due necessità: combattere il precariato e salvaguard­are la meritocraz­ia, come richiesto dai grillini. Con il sì della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina («La proposta del presidente del Consiglio conferma il concorso come percorso per il reclutamen­to dei docenti»), dei Cinque Stelle e anche con la soddisfazi­one di Pd e Leu.

Banchi a un metro

L’intesa, naturalmen­te, dovrà tradursi adesso in una norma. Intanto a settembre si assumerà dalle graduatori­e dei supplenti, il cui numero aumenterà ancora, e, dopo la prova scritta – non si sa quando sarà, dipenderà naturalmen­te dalle condizioni epidemiolo­giche – quelli che l’avranno passata vedranno trasformat­o il loro contratto e diventeran­no di ruolo. Il “muro contro muro” politico è stato dunque superato, ma le polemiche restano. E le alimentano i sindacati, mentre l’Associazio­ne nazionale presidi torna a proporre l’assunzione diretta da parte delle scuole. Dice Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola: «Se la mediazione è basata sul rinvio al prossimo anno, siamo in presenza di una politica autorefere­nziale che contraddic­e se stessa. Il fine era, e resta, mettere in ruolo i precari al primo settembre. Il mezzo era lo strumento per realizzare questo obiettivo. Si è stravolto tutto, col solito balletto». Lena Gissi, numero uno di Cisl Scuola: «Chi non conosce la scuola e tenta di trovare soluzioni, non fa altro che grandi pasticci. Vedremo con gli emendament­i di fare battaglia in Parlamento». Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil: «L’accordo non risponde all’obiettivo di semplifica­re la procedura concorsual­e e mettere la scuola nelle condizioni di ripartire a settembre. Ci troveremo di fronte a un nuovo anno che comincia con oltre 200 mila cattedre scoperte, avvicendam­ento di supplenti e difficoltà per famiglie e alunni». Intanto si continua a lavorare al protocollo di sicurezza per il ritorno dei ragazzi tra i banchi: il comitato tecnico-scientific­o dovrà dare disposizio­ni precise al ministero. E quindi si va dai banchi, da posizionar­e a una distanza di un metro l’uno dall’altro, alle mascherine obbligator­ie dalla primaria fino alle superiori (abbassate durante le interrogaz­ioni, a patto che la cattedra si trovi ad almeno due metri dall’alunno). Non saranno obbligator­i i guanti per entrare in classe, ma servirà il gel igienizzan­te per le mani, come del resto già avviene agli ingressi dei negozi. Torneranno a essere operative le mense, ma varranno le regole applicate nei ristoranti. Potrebbe rimanere la didattica a distanza, però senza sostituire quella tradiziona­le. Le lezioni potrebbero essere ridotte a 45 minuti e non si esclude che possano essere effettuate anche all’aperto o nei musei. Sempre nel segno del distanziam­ento sociale.

Mi dispiace soprattutt­o aver ricevuto insulti sessisti di chi educa per lavoro

Lucia Azzolina Ministro dell’Istruzione

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ANSA Proteste L’ironico cartello di una manifestan­te davanti al ministero dell’Istruzione, a Roma
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