Garanzie doppie: Pallotta per il club e Vitek per la Raggi
Banche Usa a copertura dei 60 milioni del presidente. Il ceco firma la Convenzione col Comune
Se nella vita, in fondo, a volte è solo una questione di garanzie – se si è in grado di fornirle o meno – , figuratevi il mondo del calcio. Da questo punto di vista, però, per la Roma giungono buone notizie. James Pallotta, infatti, ha già individuato un «pool» di banche Usa che lo aiutino a completare – insieme ai suoi partner – quell’aumento di capitale indispensabile per il funzionamento della società. È noto come la dirigenza giallorossa attende circa 60 milioni da qui a fine anno (ma i primi 20 probabilmente già la prossima settimana), e così il presidente della Roma offrirà garanzie – che non gli mancano – per effettuare i versamenti che i manager di Trigoria si aspettano.
Il sì allo stadio può frenare i soci
Ma lo scenario potrebbe essere ulteriormente incoraggiante. Nei giorni scorsi, infatti, il patto fra il magnate ceco Radovan Vitek e il fondo statunitense York, potrebbe consentire entro poche settimane di sbloccare lo stallo della cessione delle tre società di Luca Parnasi controllate da Unicredit, che ne detiene i debiti. Fra queste c’è anche Eurnova, proprietaria dei terreni di Tor di Valle, su cui dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma. Ciò consentirà a Vitek di essere lui l’uomo chiamato ad apporre la firma sulla Convenzione Urbanistica – virtualmente ultimata – che la sindaca Raggi a questo punto potrebbe portare in aula anche prima delle vacanze estive. Infatti, anche i tanti «malpancisti» all’interno del Movimento 5 Stelle, con l’uscita di scena di Parnasi, indagato, potrebbero dare il via libera al progetto atteso da anni. E si dice che questa accelerata potrebbe anche convincere alcuni dei soci di Pallotta, finora pronti all’uscita, a rimanere per sfruttare il business, prima fra tutti Starwood, proprietaria di catene alberghiere. Se poi in estate anche Friedkin si rifarà vivo, gli scenari potrebbero essere diversi. Magari più vantaggiosi per tutti.