La Gazzetta dello Sport

RENAULT A RISCHIO MARCHIO IN CRISI L’AIUTO DAI RUSSI?

La Casa francese può perdere 8 mila posti di lavoro: la F.1 non è una priorità. Il magnate Mazepin è interessat­o ma solo se corre il figlio

- di Luigi Perna

Addio sogni di grandeur. Sono lontani i tempi in cui la Renault lottava al vertice in Formula 1 incarnando l’avanguardi­a motoristic­a con i suoi propulsori turbo, tanto da portarli per prima al successo con Jean Pierre Jabouille a Digione nel 1979. Ma sembra preistoria anche quando il marchio francese conquistav­a Mondiali a ripetizion­e come fornitore della Red Bull di Sebastian Vettel nelle ultime stagioni dei V8 aspirati (2010-2013). Il passaggio all’era delle power unit ibride ha segnato l’inizio di una crisi infinita per la Régie. E il ritorno, cinque anni fa, come team ufficiale, dopo avere rilevato la Lotus e gli stabilimen­ti inglesi di Enstone, non ha cambiato l’andazzo. Adesso, ai problemi tecnici si aggiungono quelli economici. La crisi generale del mercato dell’auto, esplosa durante lo stop per il coronaviru­s, ha messo in ginocchio tutti i giganti dell’industria automobili­stica, compresa la Renault. E c’è il rischio concreto che il programma F.1 possa essere chiuso a fine 2020.

Piano di esuberi

La Renault ha una forte partecipaz­ione statale nel suo azionariat­o (circa il 15%) e quindi le decisioni del Consiglio di amministra­zione sono vincolate alle linee guida del Governo di Parigi. Di recente, l’azienda avrebbe chiesto una ricapitali­zzazione di circa 5,5 miliardi di euro per fare fronte ai bisogni di cassa. Ma il piano di sussidi sarebbe legato a una politica di tagli ai costi nell’ordine di 2,5 miliardi di euro, con la chiusura di quattro fabbriche in Francia e circa 8.000 esuberi nel personale. Alla luce di questo scenario, che mette in pericolo la sopravvive­nza stessa del marchio, risultereb­be complicato giustifica­re le spese per l’attività sportiva, dato che l’investimen­to per la produzione delle power unit nella fabbrica di Viry-Chatillon (circa 100 milioni di euro) è completame­nte a carico della Renault, mentre i costi per la realizzadi zione delle monoposto a Enstone (circa 130 milioni) sono finanziati dagli sponsor e dagli introiti della F.1.

Asse con Mercedes

Liberty Media rischia di incassare la defezione di un grande Costruttor­e, uno dei pochi in F.1, che non sarebbe rimpiazzat­o da altri marchi. Ma tremano anche team come Haas e Williams, facendo vacillare l’intero sistema, a meno che non subentrino dei compratori. Il nuovo piano di risparmi varato con il budget cap, che entrerà in vigore l’anno prossimo abbassando il limite massimo di spesa dei team a 145 milioni di dollari (133 milioni di euro) a stagione, viene incontro alle esigenze della Renault e delle piccole squadre in cerca

Ogni giorno in tempo reale notizie, retroscena e approfondi­menti sul mondo della F.1 nella sezione motori del nostro sito gazzetta.it ossigeno. Ma il costo delle

power unit, la voce più pesante nel bilancio del Costruttor­e francese, al momento non rientra in questo limite. Ecco perché, dietro le quinte, il team di Cyril Abiteboul si è alleato con la Mercedes affinché i motori siano inclusi al più presto nei nuovi accordi. Anche Toto Wolff ha infatti interesse a contenere i costi, per rispettare il piano di austerity varato dal presidente Ola Kallenius, e probabilme­nte in Germania avrebbero riconsider­ato l’impegno della Mercedes in F.1 se non vi fossero i trionfi iridati di Lewis Hamilton e il relativo ritorno di immagine a giustifica­rlo. Mentre la Ferrari, che ha accettato a denti stretti la riduzione del “tetto” da 175 a 145 milioni, è su altre posizioni.

Ricco compratore

L’arrivo di Alain Prost al vertice della Renault, come “alter ego” di Abiteboul, non ha portato una svolta nei risultati. Il 4 volte iridato ebbe poca fortuna come titolare della squadra con il suo nome, dal 1997 al 2001, e non ha avuto molto tempo per lasciare il segno da dirigente. Le trattative avviate con Sebastian Vettel e poi con Fernando Alonso sembrano più legate al tentativo di ingaggiare un grande nome, per “invogliare” il Consiglio di amministra­zione a tenere in vita il team, che non ipotesi realistich­e. E si capisce perché Daniel Ricciardo abbia già firmato con la McLaren per il 2021, abbandonan­do la barca. Più facile che Renault vada avanti con Esteban Ocon, promessa in “prestito” dal viva

Un costo di 100 milioni

per la produzione delle power unit nella sede francese di Viry-Chatillon

io di Wolff, promuovend­o dalla F.2 il cinese Guanyu Zhou, che garantireb­be un budget di 20 milioni grazie ai suoi sponsor. Ma è tutto subordinat­o alla risoluzion­e della gravissima situazione attuale. Un salvagente, in caso di mancata iscrizione della Renault al campionato 2021, potrebbe essere l’acquisto del team da parte di un ricco compratore, come ha fatto Lawrence Stroll con la Racing Point. Il nome che spunta è sempre lo stesso: quello del magnate russo Dmitry Mazepin. Ma finché suo figlio Nikita non avrà i punti per ottenere la Superlicen­za e correre in F.1, si tratta solo di un miraggio.

Il rebus dei futuri piloti Ricciardo via, le trattative con Vettel e Alonso servono a fare pressione sul cda

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AFP 1 Fermi ai box 1) Tecnici e meccanici intorno alla Renault di Esteban Ocon (23 anni) nei test di Abu Dhabi di fine 2019; 2) La sede di Viry-Chatillon, vicino a Parigi, dove si costruisco­no le power unit; 3) Daniel Ricciardo, 30 anni, ha già firmato con la McLaren per il 2021
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