La Gazzetta dello Sport

Effetto Allianz: lo stadio fortino porta 2,65 punti di media a gara

JUVE INDOMABILE NELLA SUA TANA MA È UN REBUS L’ALLIANZ SENZA TIFO

- (Foto: l’Allianz Stadium) di Bianchin

Super media punti, niente k.o. da due anni: per i bianconeri fattore campo decisivo Sarri non può contare sul solito fortino, però con l’Inter non si è vista la differenza

L’assicurazi­one è lo stadio, non lo sponsor. L’Allianz Stadium è una polizza per la Juventus: quando c’è un problema, interviene lui. Nei nove campionati in cui la Juve ha giocato nel suo impianto di proprietà, ha avuto una media di oltre 2,65 punti a partita. Impression­ante. Quando si cerca una spiegazion­e al dominio in Italia, va bene considerar­e la mentalità, il contributo di Conte, Allegri e Sarri, i campioni, Cristiano Ronaldo, ma anche la vecchia casa con i pennoni non si può trascurare. La Juventus dal 2011 a oggi ha perso 30 partite in campionato, divise non proprio equamente: 25 in trasferta, 5 in casa. Siamo molto oltre una normale proporzion­e. Il tema, al di là dei numeri, torna d’attualità in questo assurdo 2020: il nuovo regime – partite a porte chiuse, niente pubblico, 90 minuti nel silenzio – probabilme­nte penalizza più la Juventus delle altre squadre.

I motivi del dominio

Gli allenatori avversari, davanti a una domanda sullo Stadium, spesso rispondono che le squadre, quando arrivano a Torino, si sentono vittime predestina­te. Sulla carta non dovrebbe essere così: l’Allianz ha una capienza appena superiore ai 40.000 posti, lontano dalle folle di San Siro e dell’Olimpico, per non parlare del Camp Nou. Inoltre, il rapporto tra la Juve e la sua curva è stato così tanto complesso da trasformar­e l’assenza di cori in una regola, perché i riti degli ultrà in sostanza hanno smesso di esistere. Eppure... Eppure ci sono allenatori pronti a spiegare che lo Stadium è lo stadio più complesso d’Italia: ha il pubblico vicino, genera un impatto visivo-sonoro notevole e negli anni ha messo in fila una serie di riti – la colonna sonora, lo speaker, l’entrata della squadra nel riscaldame­nto – che rendono l’1 in schedina quasi un elemento naturale. Fa parte del paesaggio.

L’ultimo è stato K2

I numeri, su tre stagioni, non dicono bugie. La Juve dal 2017 ha la quarta media punti dei grandi campionati dopo Psg, Barcellona e Liverpool. Nel 2019-20, è terza dopo Liverpool e Barça, davanti alla Lazio che pure in casa ha vinto contro i bianconeri. La morale è semplice: la Juve, se ha un punto su Inzaghi, deve ringraziar­e quell’effetto-calamita del suo stadio, non sempre spiegabile. Sarri in stagione ha rischiato più di qualche volta di uscire triste dal suo campo, se l’è cavata in extremis col Bologna (quasi-gol di Santander), con il Genoa (rigore di Ronaldo) e non solo, ma alla fine ha lasciato punti solo al Sassuolo, in quella strana giornata di dicembre con Turati, portiere bambino, finito su tutti i giornali. In generale, il conto è semplice: la Juve in A non perde a Torino dal colpo di testa di Koulibaly del 22 aprile 2018: Juve-Napoli 0-1. Sono oltre due anni.

E ora, nel vuoto?

L’incognita è capire che succederà nelle prossime sei partite. La Juve deve giocare in casa contro Lecce, Torino, Atalanta, Lazio, Samp e Roma e il dettaglio non sfuggirà: ci sono due scontri diretti, compreso lo showdown contro Immobile. Juventus-Inter dell’8 maggio in questo senso ha mandato un messaggio al mondo: tifo o non tifo, cambia poco. La Juve ha vinto nel silenzio generale in una curiosa dimostrazi­one di forza. Uno strangolam­ento in un acquario. Sarri però avrebbe fatto a meno di dover dare conferme tra giugno e agosto. Dovrà farlo e in questi giorni sta allenando la Juve a ritrovare i meccanismi, le combinazio­ni nello stretto, le giocate per Ronaldo, le soluzioni sulla fascia destra per uscire dal pressing. La sfida è stimolare i giocatori attraverso il gioco per evitare che la mancanza di adrenalina dal pubblico abbassi il ritmo delle partite.

Ronaldo comincia da 1

Non per caso, ieri sono cominciati i veri allenament­i di squadra. Fino alla scorsa settimana, la Juve procedeva per gruppetti – magari radunando i giocatori per ruolo – mentre ora Sarri ha quasi tutta la rosa in campo contempora­neamente. Quasi tutta perché qualcuno ha lavorato a parte e tra loro c’è Ronaldo, che sta procedendo gradualmen­te nel suo inseriment­o (e ieri, in una Storia su Instagram, ha fatto un curioso canestro... con i piedi). A proposito, se c’è da spiegare perché la Juve in stagione va molto meglio in casa che fuori, si prega di considerar­e la curiosa suddivisio­ne dei gol di Cristiano: 6 in trasferta, 15 in 13 partite allo Stadium. La Juve a Torino comincia da 1-0.

Sei gare in casa

La Juve giocherà con Lecce, Toro, Atalanta, Lazio, Samp e Roma

L’attualità

Iniziate le sedute di squadra Ma Ronaldo si allena a parte

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GETTY L’ultima sconfitta Il gol di Koulibaly in Juve-Napoli 0-1 del 22 aprile 2018 La Juve da allora non ha mai perso in A allo Stadium: sono 765 giorni

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