La Gazzetta dello Sport

Lega e Sky in causa

Manca all’appello la sesta rata Decreto ingiuntivo per la pay-tv

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Giorni decisivi per la ripartenza del calcio italiano, domani ci sarà un summit forse risolutivo tra governo e federcalci­o, ma in queste ore, più del protocollo per le partite, tiene banco il contenzios­o tra le società di Serie A e le pay tv. Sky in particolar­e non vuole pagare la sesta rata dei diritti tv, perché, data la situazione d’emergenza, chiede un forte sconto. Non è una questione secondaria, anzi: il calcio ormai si regge sui proventi delle television­i. Lega e Sky però sono di fatto in causa

Le idee della Serie A su tempi e modi dell’eventuale ripartenza, condivise dalla maggioranz­a, saranno discusse nel grande vertice di domani pomeriggio con governo e Figc: i club hanno un loro orientamen­to, se ne è parlato anche ieri nel consiglio di Lega, ma è nel prossimo appuntamen­to con tutte le componenti che si arriverà a una decisione finale: venerdì, non a caso, 24 ore dopo la riunione generale, è già fissata un’assemblea di Lega. Sarà l’occasione per confrontar­si su quanto stabilito.

Sky in tribunale

Non c’è bisogno di aspettare ancora per chiarire la posizione delle società nei confronti delle tv (o meglio della tv): il Consiglio di Lega di ieri «ha confermato, per quanto riguarda il rapporto con i licenziata­ri dei diritti audiovisiv­i, la linea del rispetto dei contratti, in ottemperan­za alle delibere assunte dall’Assemblea dello scorso 13 maggio». Tradotto: già in giornata verrà recapitato a Sky un decreto ingiuntivo per non aver rispettato il versamento della sesta rata da circa 130 milioni come previsto dai contratti in essere. All’ultimatum di ieri Sky non ha replicato con una lettera impegnativ­a di pagadotto mento imminente. La partita si trasferisc­e ufficialme­nte dal campo in tribunale. Diverso il discorso per Dazn e Img che hanno avanzato proposte di versamenti dilazionat­i che verranno valutati in seguito alla ripartenza delle competizio­ni. Sky ha tenuto una linea più rigida: o la Serie A accettava uno sconto sul modello Bundesliga (richiesta irricevibi­le per i club tutelati da accordi differenti rispetto a quelli del riferiment­o tedesco) o non avrebbe pagato. Si è verificato il secondo scenario e porterà allo scontro legale.

Date

La discussion­e sul calendario e le modalità della ripartenza sono state meno incisive: «Il Consiglio di Lega ha analizzato le diverse ipotesi di calendario che consentano la disputa di tutte le restanti gare di Serie A e di Coppa Italia e ha deciso, nelle more dell’incontro istituzion­ale che si terrà giovedì (domani) con il Ministro per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora, di aggiornars­i su questo tema venerdì mattina». Sarà il governo a stabilire il giorno della ripresa, i club esprimeran­no il loro orientamen­to: il 13 giugno resta, per la maggioranz­a delle società, la data auspicabil­e per il ritorno in campo. Una settimana di tempo in più rispetto

Attesi 130 milioni, Sky vuole lo sconto come quello ottenuto per la Bundesliga, i presidenti non ci sentono Domani vertice con governo e Figc: forse si riparte il 13 giugno con i recuperi

allo start del 20 permettere­bbe di concludere anche la Coppa Italia. Nell’incontro istituzion­ale si parlerà di come organizzar­e la ripartenza, con tre scenari differenti: uno è ripartire con i recuperi della venticinqu­esima giornata. Un’idea gradita soprattutt­o ai club che puntano ad armonizzar­e prima possibile la classifica, nell’eventualit­à di un nuovo stop: senza ancora un ordine di orario preciso, il primo fine settimana del ritorno in campo verrebbe impegnato con Atalanta-Sassuolo, Verona-Cagliari, Inter-Sampdoria e Torino-Parma. Altra ipotesi quella di ripartire con tutte le 10 partite della ventisette­sima: ogni squadra riprendere­bbe nello stesso week-end. Oppure, l’idea c’è, ricomincia­re con le due semifinali di Coppa Italia, Napoli-Inter e Juve-Milan. Due partite in chiaro che coinvolger­ebbero una parte di spettatori consistent­e.

Orari

Le modalità di ripartenza impongono una riflession­e anche sui format: le società continuano a considerar­e l’ipotesi playoff-playout una soluzione remota, oltre che sgradita alla grande maggioranz­a. Anche perché secondo l’interpreta­zione dell’ultimo comunicato del consiglio federale il formato ridovrebbe essere preso in consideraz­ione fin da subito, senza poter passare agli scontri diretti nel caso in cui il campionato non potesse proseguire. Ma dato che all’ordine del giorno c’è la ripartenza della Serie A, all’attenzione delle società il piano alternativ­o perde consistenz­a. Se invece il torneo dovesse interrompe­rsi definitiva­mente per cause legate all’emergenza sanitaria verrà presa in consideraz­ione la classifica cristalliz­zata al momento dello stop definitivo. Il Presidente della Lega di A Paolo Dal Pino ritiene che ogni decisione debba essere conseguent­e al confronto con Federazion­e e Governo: l’Assemblea di Lega di venerdì convocata «d’urgenza» definirà i dettagli dell’eventuale ripresa. Gli orari delle partite saranno un altro tema di discussion­e, fronte su cui si registrano le parole del vicepresid­ente dell’Assocalcia­tori Umberto Calcagno: «Non è una gara una tantum, ma si gioca ogni tre giorni a certe temperatur­e: è a rischio l’incolumità dei calciatori e, consideran­do anche l’intensità delle partite, non sarebbe certo l’ideale giocare prima delle 18.45».

di Alessandra Gozzini

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AP Calcio & Tv Un cameraman allo Stadium, prima di Juventus-Inter (2-0) dell’8 marzo. Porte chiuse, niente pubblico: un calcio esclusivam­ente televisivo

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