Calcio in tv per tutti ma non può essere gratis
Igratuitamente: si deve pagare il prezzo del biglietto o dell’abbonamento. Quindi oggi bisognerebbe discutere non tanto di calcio in chiaro per tutti, quanto della necessità di dare a chi è abituato ad andare allo stadio con una certa frequenza o, a maggior ragione, a chi ci va sempre e ha già pagato per andarci, la possibilità di fruire dello spettacolo in arrivo, anche se non è abbonato alle emittenti che ne detengono i diritti, Sky e Dazn, e non ha né l’intenzione né i mezzi per abbonarsi adesso.
La soluzione c’è e dovrebbe essere tecnicamente percorribile: offrire a tutti l’opportunità di guardare in tv la partita che interessa a pagamento. A un prezzo ragionevole, inferiore cioè al prezzo di un biglietto per lo stadio, e parametrato al valore della sfida offerta e all’orario in cui si disputa. Del resto, la formula del pay per view è già utilizzata dalle televisioni a pagamento. Si tratta di metterla a disposizione tanto a chi è abituato a guardare solamente le tv lineari quanto a chi si trova a suo agio con lo streaming e utilizza anche altri dispositivi, pc, tablet e smartphone. In altre parole, per quanto riguarda Sky, l’offerta pay per view dovrebbe essere distribuita sia sui canali satellitari, sia sul digitale terrestre, sia sulla piattaforma Sky Go. Una particolare tutela andrebbe garantita agli abbonati allo stadio: si potrebbe lasciare loro la scelta se richiedere un rimborso o avere diritto a vedere la propria squadra in tv gratuitamente, anziché in pay per view. Un’iniziativa di questo genere presenta il vantaggio di non richiedere alcuna modifica legislativa, ma ovviamente deve passare attraverso un accordo fra la Lega di Serie A e i licenziatari dei diritti. È l’ora del dialogo, non più del muro contro muro, peraltro confermato ieri dal Consiglio di Lega. Entrambe le parti devono avere l’intelligenza di rinunciare a qualche cosa, per uscire da questa crisi drammatica con il minor danno possibile. Del resto, si dialoga in tutta Europa. Della Germania si sa: due giornate di diretta gol in chiaro per rilanciare la Bundesliga e accordo sui pagamenti presenti e futuri delle tv. In Inghilterra la Premier League ha dato il via libera alla trasmissione degli incontri, finora “protetti”, del sabato alle 15 e si discute di diritti accessori (immagini dagli spogliatoi nell’intervallo e in quello della squadra vincente a fine partita) per mantenere il versamento delle rate piene, nonostante l’impossibilità per le emittenti di dettare calendario e orario delle sfide clou e il rischio di un nuovo stop dopo la ripresa. Per una volta sarebbe bello che anche in Italia gli interessi degli appassionati fossero messi davanti alle beghe di cortile che coinvolgono governo, Coni, Federazione, Leghe, club e televisioni. Le partite pay per view sono una strada da esplorare.