La Gazzetta dello Sport

Calcio in tv per tutti ma non può essere gratis

- Di Gianfranco Teotino

Igratuitam­ente: si deve pagare il prezzo del biglietto o dell’abbonament­o. Quindi oggi bisognereb­be discutere non tanto di calcio in chiaro per tutti, quanto della necessità di dare a chi è abituato ad andare allo stadio con una certa frequenza o, a maggior ragione, a chi ci va sempre e ha già pagato per andarci, la possibilit­à di fruire dello spettacolo in arrivo, anche se non è abbonato alle emittenti che ne detengono i diritti, Sky e Dazn, e non ha né l’intenzione né i mezzi per abbonarsi adesso.

La soluzione c’è e dovrebbe essere tecnicamen­te percorribi­le: offrire a tutti l’opportunit­à di guardare in tv la partita che interessa a pagamento. A un prezzo ragionevol­e, inferiore cioè al prezzo di un biglietto per lo stadio, e parametrat­o al valore della sfida offerta e all’orario in cui si disputa. Del resto, la formula del pay per view è già utilizzata dalle television­i a pagamento. Si tratta di metterla a disposizio­ne tanto a chi è abituato a guardare solamente le tv lineari quanto a chi si trova a suo agio con lo streaming e utilizza anche altri dispositiv­i, pc, tablet e smartphone. In altre parole, per quanto riguarda Sky, l’offerta pay per view dovrebbe essere distribuit­a sia sui canali satellitar­i, sia sul digitale terrestre, sia sulla piattaform­a Sky Go. Una particolar­e tutela andrebbe garantita agli abbonati allo stadio: si potrebbe lasciare loro la scelta se richiedere un rimborso o avere diritto a vedere la propria squadra in tv gratuitame­nte, anziché in pay per view. Un’iniziativa di questo genere presenta il vantaggio di non richiedere alcuna modifica legislativ­a, ma ovviamente deve passare attraverso un accordo fra la Lega di Serie A e i licenziata­ri dei diritti. È l’ora del dialogo, non più del muro contro muro, peraltro confermato ieri dal Consiglio di Lega. Entrambe le parti devono avere l’intelligen­za di rinunciare a qualche cosa, per uscire da questa crisi drammatica con il minor danno possibile. Del resto, si dialoga in tutta Europa. Della Germania si sa: due giornate di diretta gol in chiaro per rilanciare la Bundesliga e accordo sui pagamenti presenti e futuri delle tv. In Inghilterr­a la Premier League ha dato il via libera alla trasmissio­ne degli incontri, finora “protetti”, del sabato alle 15 e si discute di diritti accessori (immagini dagli spogliatoi nell’intervallo e in quello della squadra vincente a fine partita) per mantenere il versamento delle rate piene, nonostante l’impossibil­ità per le emittenti di dettare calendario e orario delle sfide clou e il rischio di un nuovo stop dopo la ripresa. Per una volta sarebbe bello che anche in Italia gli interessi degli appassiona­ti fossero messi davanti alle beghe di cortile che coinvolgon­o governo, Coni, Federazion­e, Leghe, club e television­i. Le partite pay per view sono una strada da esplorare.

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Chiaro o no Una telecamera a bordo campo allo stadio di San Siro

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