La Gazzetta dello Sport

NEPPURE A BRESCIA È TORNATO GRANDE UN DECLINO LENTO TRA BALOTELLAT­E E OCCASIONI PERSE

- di Sebastiano Vernazza

La maglia dell’Inter buttata via, la “gita” a Scampia, la lite con Mancini al City, ma il suo punto di non ritorno è stato il Mondiale in Brasile nel 2014. Da lì in poi, la decadenza

eppure a casa sua. Mario Balotelli si è incagliato anche al Brescia, nella squadra della provincia in cui è cresciuto e ancora vive. A quasi trent’anni non ci sono più grossi margini, Balo è destinato a chiudere come ha iniziato: una grande promessa non mantenuta. Mino Raiola sarà bravo come sempre a trovargli un altro buon contratto non ne restano molti - e poi Mario avrà davanti gli ultimi chilometri di carriera. Lo ritroverem­o forse in tv, sulla spiaggia dei famosi o al grande fratello vip. Il copione sembra scritto.

Le cause

Perché? Perché il ragazzo che a 23 anni aveva già segnato 13 gol in Nazionale, tanto che si pensava che ce l’avrebbe fatta a scardinare il record, le 35 reti di Gigi Riva in azzurro, perché Mario si è perso? Le ragioni vanno cercate alle radici. Mario diviso in due: nato Barwuah, è diventato Balotelli. La famiglia naturale a Palermo non riusciva a mantenere tanti figli, la famiglia adottiva a Brescia gli ha assicurato le migliori possibilit­à. Una scissione in senso lato, qualcosa che segna per la vita.

NGli eccessi

Finché ha avuto un’età intorno ai vent’anni, un po’ prima e un po’ dopo, i suoi eccessi sono stati tollerati, guardati con un surplus di benevolenz­a. Balotellat­e, le chiamavamo. Qualche esempio. I fischi e la maglia scagliata a terra alla fine di InterBarce­llona, nella Champions 2009-10: i tifosi inferociti, il castigo, la riabilitaz­ione. I colpi di pistola scacciacan­i nel giugno dello stesso 2010, in piazza della Repubblica a Milano: arrivo della polizia, identifica­zione. Nel 2011 la “gita” a Scampia, il quartiere “narcos” di Napoli, in incognito, scortato da soldati di camorra: «Non sapevo chi fossero». La sosta alle case dei Puffi, famigerata piazza di spaccio. Lo sgomento dei carabinier­i: “Balo-Saviano” voleva vedere Gomorra dal vero. Al City le freccette scagliate contro un gruppo di ragazzi delle giovanili, i petardi esplosi in un bagno dell’abitazione e il relativo incendio, la lite furibonda con Roberto Mancini, il suo primo estimatore, che lo aveva voluto a Manchester: quando vieni alle mani con il maestro che crede in te, la strada è segnata.

Il confine

Grande chance Nel 2014 aveva il vento in poppa, il c.t. Prandelli credeva in lui

L’inizio della fine In Brasile però si è buttato via, ha rotto col gruppo: dopo, la discesa

Il discrimine tra quello che poteva essere e che poi non è stato va ricercato in Brasile. Il Mondiale del 2014 doveva essere il suo Mondiale. Mario ci arrivò sotto l’ala del c.t. Cesare Prandelli, altro super estimatore di Balo, e forte del grande Europeo del 2012. Finì per perdersi. Un po’ per gli affari di cuore, l’amore con Fanny, la fidanzata del tempo, con lui nel resort di Mangaratib­a, perché il c.t. aveva voluto un ritiro olandese, aperto a famiglie e compagne: promesse di matrimonio, anelli di fidanzamen­to, tutte cose poi disattese. Un po’ per lo scollament­o con il gruppo e con i suoi leader: Buffon, Chiellini, De Rossi e Pirlo non lo amavano alla follia. Un fallimento tecnico totale, di squadra e di Mario. La resa dei conti all’intervallo della partita fatale contro l’Uruguay: l’insofferen­za di Balotelli ai rimbrotti dei compagni, che lo invitavano a impegnarsi e correre di più; la sostituzio­ne decisa da Prandelli, pure lui stufo di tanta arroganza. E la quasi rissa del giorno dopo, a eliminazio­ne conclamata. Tutti preparavan­o i bagagli per il rientro, con aria afflitta. Mario aveva convocato un barbiere affinché gli colorasse di biondo la cresta: qualche

 ??  ?? In difficoltà
A casa sua
Mario Balotelli, 29 anni, prima stagione al Brescia
In difficoltà A casa sua Mario Balotelli, 29 anni, prima stagione al Brescia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy