Antonio e Inter: passione e urla fra campo e tanto mercato Un anno ConTe
Il 28 maggio 2019 Antonio Conte sbarcava in segreto a Milano, preparandosi a diventare il nuovo tecnico nerazzurro. Aveva voglie e stimoli arretrati, dopo una stagione fermo ai box: 365 giorni dopo la sua Inter ha preso forma ma non ha completato il tragitto, anche per lo stop improvviso. Ma i programmi per i prossimi 12 mesi sono chiari
«Finalmente , si ricomincia». Il video di presentazione di Antonio Conte all’Inter iniziava con queste sue parole, rimaste attuali quasi un anno dopo. Era il 31 maggio, il tecnico era arrivato a Milano tre giorni prima, un anno esatto oggi. Sbarco in segreto, ma matrimonio in nerazzurro più che nell’aria: Antonio venne paparazzato con lo staff social interista un giorno dopo. Già al lavoro, prima ancora di firmare: del resto, nel pre-Coronavirus, tutta la sua esperienza interista è stata frenetica, iperattiva, intensa.
Under pressure
Conte, prima di mettere sotto pressione i giocatori, iniziò a torchiare collaboratori, staff e dirigenti: bisognava mettere a punto la macchina organizzativa (partendo dal ritiro di Lugano) e, con Marotta e Ausilio, definire le basi di un gruppo che doveva rompere con il recente passato. I telefoni iniziarono a scaldarsi, e non si sarebbero raffreddati fino a dopo gennaio: prima la soluzione della questione “epurati”, poi l’inseguimento a Lukaku e le prime tensioni per una tournée affrontata quasi senza attaccanti. Trasferire i principi del 3-5-2 e del «pensare col noi» è stato immediato, conquistare i tifosi si è rivelato più semplice del previsto (operazione completata nel derby), il martellamento della dirigenza per allargare e migliorare la rosa è stato il filo conduttore per otto mesi. Del resto, i risultati sul campo, con le sei vittorie in partenza stoppate dalla sconfitta con la Juve sembravano sottolineare proprio questo: grazie anche (soprattutto?) al suo lavoro l’Inter era tornata “quasi” competitiva, ma continuava a mancare qualcosa. Quel qualcosa è presto individuato nell’esperienza internazionale e nelle alternative: Conte sbotta in tivù dopo il ko. a Dortmund, fiutando un’eliminazione Champions che arriverà contro il Barça. L’emergenza infortuni complica la situazione, ma cementa ulteriormente un gruppo in cui, da Esposito a Borja Valero, tutti sono coinvolti. Lautaro con lui è esploso, Conte si gode Lukaku (scommessa stra-vinta) e ottiene dal mercato di gennaio rinforzi, ma non l’agognato Vidal. Arriva
Eriksen, in un momento di involuzione del gioco e di impegni troppo ravvicinati. Le sconfitte con Lazio e Juve lo allontanano dalla vetta, rendendo più improbabile la “solita impresa” del titolo al primo anno. Arrivano uno stop imprevedibile, l’esilio da Appiano, gli allenamenti via Zoom e poi tamponi e ripresa. Il primo anno si chiuderà in campo, in attesa che finalmente si ricominci. Di nuovo.
Eccolo, il punto. Conte non è