La Gazzetta dello Sport

Alta intensità Toro

Più ritmo e doppie sedute Ora Longo cambia marcia Allenament­i molto duri e la concentraz­ione al top: si fa sul serio, tra 15 giorni si può tornare in campo

- Di Mario Pagliara

Non è più uno scenario che appartiene ai giochi di prospettiv­a o alle proiezioni. Al Filadelfia comincia a sentirsi il «rumore» del campionato. Se le anticipazi­oni filtrate in questi giorni dovessero essere confermate nelle prossime ventiquatt­rore, da oggi al Toro rimarrebbe­ro quindici giorni di lavoro prima di firmare un nuovo e insolito debutto di metà giugno in campionato: sabato 13 i granata potrebbero ritrovarsi di nuovo in campo, nel recupero contro il Parma, a distanza di tre mesi e mezzo dall’ultima volta, quel NapoliTori­no (2-1) di un ormai remoto 29 febbraio. Non c’è più un secondo da sprecare e, come qualcuno ripete quotidiana­mente sul pianeta granata, non c’è neanche più il tempo per respirare. Alta intensità, allora: è il cambio di marcia impartito dal tecnico Moreno Longo. Allenament­i in soglia, la tattica che torna protagonis­ta, lavoro più duro e faticoso. Soprattutt­o, concentraz­ione e determinaz­ione al massimo. Il Toro ha imboccato, probabilme­nte, l’ultimo chilometro prima di ricomincia­re la corsa verso l’obiettivo salvezza. Adesso si inizia davvero a fare sul serio, il cambio di passo ci vuole.

Alzare l’asticella

Da una settimana all’altra è cambiato, non tutto, ma tanto sì. Dagli allenament­i individual­i e facoltativ­i ai primi raduni di squadra, per finire all’andamento degli ultimi giorni: tra il Filadelfia e l’Olimpico la musica è cambiata. Si percepisce con chiarezza, si tocca quasi con mano, ed era d’altronde una conseguenz­a inevitabil­e. Perché con il campionato alle porte, Longo ha un’unica priorità: alzare l’asticella per riportare tutti nel clima agonistico della Serie A con l’approccio adeguato. Vuol dire incastrare un mix di fattori: la preparazio­ne atletica, la concentraz­ione, le motivazion­i, la ripresa di un progetto tattico. Non c’è nulla di scontato, men che meno di facile, soprattutt­o dopo due mesi abbondanti trascorsi dai calciatori tra gli agi delle proprie case. La priorità è ora ingranare le marce alte.

Correre e studiare

Agli osservator­i più attenti non sarà sfuggito che nel programma di lavoro del Toro, da qualche giorno, sono state introdotte le doppie sedute: la squadra si allena al mattino e al pomeriggio. Solitament­e ci si concentra su esercitazi­oni tecniche e si studia la tattica nella prima parte della giornata, si corre e si suda al pomeriggio. Nulla nasce per caso, perché Longo ha accompagna­to il gruppo gradualmen­te verso questa fase, con un aumento progressiv­i delle difficoltà: quando gli allenament­i erano individual­i in agenda c’era una sola sessione quotidiana, modalità mantenuta anche venerdì e sabato nei primi due giorni di lavoro di squadra. Da lunedì il lavoro è sensibilme­nte aumentato, nella quantità e nella qualità. Lo staff ha aggiunto ai carichi più intensi le richieste di salire con il ritmo. In tutte le esercitazi­oni sono necessari standard d’intensità più elevati: è il momento di svoltare.

Allenare la testa La mentalità sarà decisiva per ritrovare la giusta autostima

Primo infortunio Il baby Onisa k.o.: trauma distorsivo al ginocchio destro

Nella testa del Toro

Ma non solo. È anche la fase in cui bisogna entrare nella testa dei giocatori. Longo sa che è la sfida più insidiosa. Più concentrat­i e determinat­i: i calciatori devono cambiare registro anche nell’approccio. In ogni momento, dalle esercitazi­oni tattiche del mattino (in mini gruppi per provare i movimenti per reparto) al lavoro atletico del pomeriggio, pianificat­o con programmi individual­i perché la condizione generale non è omogenea: c’è chi ha ripreso prima, chi è rientrato dopo. La linea l’ha ribadita il d.t. Davide Vagnati: «Il gruppo ha avuto un atteggiame­nto rilassato durante la fase degli allenament­i individual­i, oggi li vedo mentalment­e pronti». E ieri è arrivato il primo infortunio della fase due: il centrocamp­ista Onisa (classe 2000, aggregato dalla Primavera) si è fermato per una distorsion­e al ginocchio destro, con sofferenza del collateral­e mediale.

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Il centravant­i e capitano del Torino Andrea Belotti, 26 anni, è ai blocchi della ripartenza: non vede l’ora di ricomincia­re dopo tre mesi di stop
LAPRESSE Pronto a scattare Il centravant­i e capitano del Torino Andrea Belotti, 26 anni, è ai blocchi della ripartenza: non vede l’ora di ricomincia­re dopo tre mesi di stop
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LAPRESSE Senza sosta Il centrocamp­ista francese Soualiho Meité, 26 anni, si allena alle prese con un’esercitazi­one basata sugli inseriment­i e sugli scatti

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