LE SCELTE DI SACCHETTI E ZAYTSEV UN ALLARME PER BASKET E VOLLEY
Se Ivan Zaytsev saluta l’Italia per la Siberia vuol dire che c’è un problema. Perché lasciare Modena e il campionato italiano di volley, ancora il più bello del mondo, per andare a giocare a Kemerovo, 6.000 km a est, è una scelta che spiazza. La difesa dell’ingaggio, che per l’azzurro sarebbe sceso della metà (dai 550.000 euro della scorsa stagione), è ovviamente una più che valida giustificazione. Il resto è tutta materia di riflessione per lo sport nei palazzetti che si appresta a fare i conti con l’emergenza. Per il volley e per il basket la voce biglietteria si fa sentire eccome in un bilancio dove sono quasi del tutto spariti i diritti tv che una volta pesavano non poco: per trasmettere le partite della Serie A di basket a cavallo tra gli anni 80 e 90 la Rai arrivò a pagare 50 miliardi di lire (circa 25 milioni di euro) per 5 campionati. Il virus ha colpito duro. Con le porte chiuse, o anche solo con il perdurare del distanziamento sociale, non sarà possibile fare il pieno dagli abbonamenti, e perdere gli euro dei biglietti significa perdere anche qualche campione nel mercato globale di oggi che arriva fino alla Siberia, con un ventaglio enorme di scelte.
La partenza di Zaytsev, il bomber della Nazionale, apre una crepa che è già diventata una falla nel nostro basket. Nell’ultima Serie A non c’erano quelli dell’Nba (Gallinari, Belinelli, Melli) ma anche tanti altri azzurri finiti sparsi per l’Europa (Datome, Hackett, Flaccadori, Polonara). Tramontata l’era dei mecenati, dei presidenti che seguendo la strada intrapresa da Giovanni Borghi (Ignis) hanno legato il loro cognome ai destini di alcuni club come Scavolini, Snaidero, Benetton e, per ultimo, Vanoli, è il momento di fare i conti anche con i bilanci in costante contrazione. E qui si apre un altro capitolo della calda estate dello sport nei palazzetti. Meo Sacchetti, il c.t. della Nazionale, lascia la Cremona di Aldo Vanoli dopo averla portata a vincere la Coppa Italia 2019. Destinazione Fortitudo Bologna. Questa è la notizia, che ne nasconde (neanche troppo) un’altra. Cremona sta lottando per restare attaccata al treno che conta, magari anche salendo di corsa sull’ultima carrozza della Serie A. Magari con una squadra “anni 80”, cioè con due soli stranieri e tanti italiani. C’è ancora tempo per trovare risorse, energie e soldi. Altrimenti si rischia di cancellare un’altra favola dal libro della pallacanestro italiana. Cremona, la Serie A e la Superlega possono sorprenderci e andare oltre la crisi.
La pallavolo conta sulla forza del territorio. Perugia, Modena, Civitanova e Trento incarnano le potenzialità e le virtù delle realtà di provincia. Nel basket, Milano e Bologna (sponda Virtus) contano sulla passione e sui capitali di Giorgio Armani e Massimo Zanetti. Una rivalità che fa bene e trascina il livello verso l’alto. Perché costringe Venezia e Sassari a dare il massimo per restare competitive contro i due colossi, ambiziosi anche sul fronte europeo. Resta il fatto che, in alcuni palazzetti, si sta già giocando il match più difficile: quello della sopravvivenza.