La Gazzetta dello Sport

La carica degli Under 12 «Il calcio non c’interessa molto meglio il guantone»

Pure il settore giovanile è tornato in campo. «Brutto restare distanti per tutti quei mesi, ora siamo felici»

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Beata gioventù. L’altra faccia di Codogno, quella spensierat­a e piena di allegria, ha lo sguardo di Pietro, 12 anni e il cuore tambureggi­ante. Non ha paura di tirare un calcio di rigore. Pardon: di ricevere una pallina. Indossa guantone e bardamenti, ascolta i consigli dell’allenatore Ruperto Zamora, ex nazionale cubano. Poi esegue l’esercizio, impara la tecnica, insegue un sogno. «Sono felice adesso che posso allenarmi di nuovo – spiega -. Il calcio? Grazie non m’interessa, meglio il baseball. È divertente, siamo una bella squadra. Mi è dispiaciut­o parecchio stare tutti questi mesi senza poter vedere i compagni. Per fortuna ci sentivamo al telefono, avevo anche un programma da seguire: lo hanno preparato i coach. Però il campo è un’altra cosa. Paura? No, per quale motivo dovrei avere paura. Il virus? Ma ora non c’è più a Codogno e poi sappiamo come comportarc­i. Se quando stavo chiuso in casa mi mancava più il baseball o la scuola? Ma che domanda... Ovvio, il baseball. Speriamo si possa quanto prima fare una partita. Noi siamo pronti». Ha ragione Pietro: “tutti loro” sono pronti. Li vedi sgambettar­e o lanciare, distanti e con le mascherine. Sorridenti in un diamante più piccolo, ma sempre un diamante.

Piccoli campioni

L’Under 12 del Codogno è davvero un gioiello: da questi ragazzi si capisce quanto la società sia dentro la vita della cittadina. Il campo dei più piccoli è proprio attaccato a quello della prima squadra, ma è pure adiacente a uno di calcio. Eppure il baseball da queste parti resta lo sport calamita. Agostino Zaffi, responsabi­le del settore giovanile, fa da Cicerone, spiegandoc­i il segreto del successo. «C’è tanta passione, solo così si può andare avanti. La società spende 50 mila euro all’anno per mantenere tutte le squadre. Abbiamo ragazzi che partono dagli 11 anni, circa 80 giocatori. Più lo staff tecnico. Paghiamo solo il manager della prima squadra e ospitiamo Ruperto. Durante il lockdown lui era da solo, viene da Cuba. Sta in un piccolo appartamen­to, a turno l’abbiamo aiutato con la spesa e altre cose. Siamo una famiglia, tutti noi abbiamo indossato da giovani il guantone e adesso facciamo i volontari per il bene della società. L’idea del baseball a Codogno è stata del nostro presidente, Giangiacom­o Sello. Nel 1967 sembrava una pazzia, ora è una realtà. Il virus ha picchiato duro, è stata una mazzata. Siamo segnati, quando dico che vengo da qui la gente mi guarda male, come fossi un appestato. Ritornare al campo è importante anche per questo, vogliamo guardare avanti, senza scordarci il resto. E lo facciamo con tutte le precauzion­i del caso. Ma la cosa più bella è vedere crescere un ragazzo: arrivano che non sanno come colpire una pallina e magari finiscono in prima squadra».

Gli Under cresciuti

Siamo una famiglia, prima giocatori e adesso facciamo i volontari per il bene del club

Come è accaduto a molti Under 18: in questa stagione, se mai ci sarà una stagione, saranno titolari in Serie B. «Il più grande rammarico – sottolinea il loro tecnico Michele Nani, ex giocatore in A con il Codogno – è proprio legato a questi ragazzi. L’anno scorso sono arrivati terzi a livello nazionale. E avrebbero potuto fare ancora meglio, ma il campionato juniores è stato bloccato, non credo si faccia. Peccato, sono convinto che potevano puntare al primo posto assoluto. Speriamo almeno di fargli fare il campionato di B. Li abbiamo aggregati in prima squadra, sono preparati sotto tutti gli aspetti». E dalla loro hanno l’età della spensierat­ezza. Non è poco. cen

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Agostino Zaffi
 ??  ?? Allievo e maestro Pietro, 12 anni, e il coach cubano Ruperto Zamora
Allievo e maestro Pietro, 12 anni, e il coach cubano Ruperto Zamora

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