UN PIANO DA 75O MILIARDI L’UE RISERVA ALL’ITALIA LA FETTA PIÙ GRANDE MA LA STRADA È LUNGA
A Roma ne sono destinati 172,7, di cui 82 a fondo perduto Il governo festeggia: «Ottimo segnale, passo avanti storico» Serve il sì di tutti i 27 Paesi. L’Olanda frena: «Siamo lontani»
Un futuro comune da costruire attorno al Recovery Fund, il fondo per la ripresa Ue per far fronte all’emergenza economica generata dal Covid. L’ha ribattezzata Next generation Ue, «Prossima generazione Ue», la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: è l’ultima versione della proposta dell’Unione anticipata una settimana fa dal vice Valdis Dombrovskis. Un piano da 750 miliardi di euro (agganciato al prossimo bilancio 2021-2027 che varrà 1.100 miliardi ) «che si aggiunge agli strumenti comuni già varati», ha spiegato il commissario Ue, Paolo Gentiloni. La proposta di Bruxelles si presenta sotto forma di aiuti a fondo perduto e prestiti: 500 miliardi destinati a stanziamenti ai Paesi e ai settori più colpiti dall’impatto economico del virus, mentre gli altri 250 riservati a prestiti agli Stati membri, da rimborsare entro il 2058 e non prima del 2028. Un progetto che va oltre quello su cui avevano trovato 7 giorni fa una convergenza Francia e Germania sulla base di 500 miliardi a fondo perduto («Accordo che ha permesso questo avanzamento», ha ricordato il presidente francese Emmanuel Macron) e che si poggia su tre pilastri: sostegno dei Paesi membri, rilancio dell’economia e rafforzamento dei programmi già esistenti.
All’Italia, 172,7 miliardi. La quota di fondi prevista è così suddivisa: 81,807 miliardi da versare come sovvenzioni a fondo perduto e 90,938 come prestiti. L’Italia sarà il maggior beneficiario, seguita dalla Spagna con 140,4 miliardi (77,3 di aiuti e 63,1 di crediti). La Francia avrà a disposizione, invece, 38 miliardi di sole sovvenzioni. Per accedere agli aiuti il governo dovrà varare contestualmente riforme consistenti in interventi sul sistema sanitario, sul mondo del lavoro, sulla liquidità all’economia reale, sulla promozione di investimenti per la ripresa, con progetti specifici per l’ambiente e la digitalizzazione, oltre al rafforzamento del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione.
A mettersi già di traverso è l’Olanda.
Il primo dei Paesi “frugali”, cioè, a manifestare il suo no al piano così com’è strutturato al momento, nonostante quella parte contenente i prestiti che, nelle intenzioni Ue, avrebbe dovuto costituire un compromesso soddisfacente. Nell’ottica delle nazioni “inflessibili” (ci sono pure Austria, Danimarca e Svezia), contrarie a concedere sovvenzioni e secondo cui il sostegno Ue debba concretizzarsi solo in prestiti, il governo dei Paesi Bassi presieduto da Mark Rutte ha confermato: «Le posizioni sono lontane e questo è un dossier che richiede l’unanimità, quindi i negoziati richiederanno tempo. È difficile pensare che questa proposta potrà essere il risultato finale di quei negoziati». Il nuovo progetto di bilancio dovrà ottenere il via libera del Consiglio Ue e l’approvazione finale del Parlamento europeo: un vertice è previsto il 19 giugno, ma ne caldeggiano un altro anche a luglio, proprio perché la trattativa appare complicata, non solo per la natura del denaro (aiuti a fondo perduto o prestiti) ma soprattutto per la ripartizione delle somme. E sebbene il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si auguri «un accordo prima della pausa estiva», il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz consideri la proposta solo un «punto di partenza», mentre la Cancelliera tedesca Angela Merkel, potenziale regista di un futuro accordo, ha ammesso: «Sarà un negoziato difficile. Ma il nostro obiettivo è che in autunno si riesca a trovare abbastanza tempo per le consultazioni nel Parlamento Ue e nei parlamenti nazionali, in modo che la proposta possa entrare in vigore entro il 1° gennaio 2021». Perio
Le somme previste dal progetto «Next generation Ue» serviranno per finanziare progetti di riforma: dal sistema sanitario al mondo del lavoro. Il premier Giuseppe Conte (nella foto): «Un ottimo segnale da Bruxelles nella direzione indicata da noi». Le critiche di Lega e Fratelli d’Italia
do in cui sarà proprio tedesca la presidenza europea, «e noi faremo ogni sforzo per appoggiare il Consiglio, affinché si possa trova un’intesa».
Conte è soddisfatto.
La Von der Leyen ha cercato di smussare gli angoli:«I “frugali” chiedono un bilancio moderno e il 60% di questa proposta va verso politiche nuove, chiedono anticipi e li abbiamo, chiedono di legare le sovvenzioni alle riforme del Semestre Ue e lo abbiamo previsto, e chiedono che non porti a una mutualizzazione del debito. E così sarà: il meccanismo, che usa garanzie degli Stati, è legato al bilancio Ue e alla sua ripartizione, che ha regole chiare». Il premier Giuseppe Conte ha definito il piano un «ottimo segnale da Bruxelles, proprio nella direzione indicata dall’Italia. Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo creduto dall’inizio: 500 miliardi a fondo perduto e 250 di prestiti sono una cifra adeguata». E il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha in cantiere una riforma connessa al Recovery che preveda un taglio di 10 miliardi di tasse, ha celebrato il progetto: «Passo avanti storico». Laddove Lega e Fratelli d’Italia, invece, hanno mostrato perplessità. «È il libro dei sogni», ha sottolineato Roberto Calderoli del Carroccio. «Ci sono almeno 5 punti critici», ha detto Carlo Fidanza (FdI).
Più poteri all’esecutivo.
Con la proposta cambiano anche le prospettive dell’Ue. Si affidano notevoli poteri di finanziamento all’esecutivo comunitario, poteri finora limitati a due istituzioni finanziarie con obiettivi particolari: la Banca europea degli investimenti e il Mes. La Von der Leyen ha aggiunto: «O andiamo da soli, lasciando Paesi e regioni indietro, o prendiamo una strada comune. Questo è il momento dell’Europa».