La Gazzetta dello Sport

Vertice con Spadafora Si aspettano date e orari della ripresa

Atteso il via libera per 13 o 20 giugno salvo rinvii La Lega propone le 21.45 e porta Sky in tribunale

- Alessandra Gozzini e Valerio Piccioni

rentasei giorni dopo. Calcio e governo si erano visti il 22 aprile ancora nel pieno della tempesta coronaviru­s. Tutto era in altissimo mare. Le acque sono ancora agitate, per carità, ma oggi la ripartenza della serie A può avere una data. Condiziona­ta, ma pur sempre una data. Gli ultimi eventi, la sospetta positività di un membro dello staff del Bologna e l’aumento dei casi registrato in Lombardia, non dovrebbero fermare il conto alla rovescia. E alle 18.30, il momento in cui Vincenzo Spadafora aprirà la conference call con tutte le componenti del mondo del calcio, al ministero dello Sport dovrebbero essere già arrivate le indicazion­i del Comitato Tecnico-Scientific­o. Che ieri non ha ancora aperto il fascicolo, ma che lo farà nella riunione di stamattina. Il protocollo sanitario per la ripresa delle partite riprende in pieno ciò che è stato stabilito per gli allenament­i: riesce difficile a questo punto pensare a una contrariet­à degli scienziati.

«Non siamo robot»

Ieri è stato un giorno di contatti e di riunioni preparator­ie. Si è discusso in Figc del problema della proroga dei contratti. Non ci potrà essere una norma complessiv­a, l’«ombrello» dell’indicazion­e Fifa permetterà trattative singole che comunque avranno dei vincoli. Il principio è chiaro, anche per i prestiti: i calciatori dovranno rimanere nelle loro squadre attuali fino alla fine della stagione (cioè al 31 agosto) senza fare ritorno alla base. Si parla anche di una mediazione sul fronte dei meccanismi per evitare un’eccessiva dilazione dei pagamenti degli stipendi. Ieri Damiano Tommasi, il presidente dell’Assocalcia­tori, ha detto a «Il Mattino» che «i calciatori non sono dei robot, ci sono delle preoccupaz­ioni. Una criticità è la partita alle 16.30 che a giugno e luglio in Italia non è pensabile».

Orari e poesie

Una criticità che la stessa Lega ha cercato di ovviare proponendo orari di inizio delle partite differenti. Se prima delle 17 per i calciatori non si può giocare, ecco allora la proposta del primo slot orario delle 17.15. Si spostano in avanti anche le altre due fasce: start fissati per le 19.30 e addirittur­a per le 21.45. Soluzioni su cui il sindacato dei calciatori riaprirà la discussion­e. Tommasi si è anche concesso via twitter una fuga poetica e l’ungarettia­no «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie» è diventato «Si sta come a maggio. In Italia, la serie A». Provando una traduzione: è tutto ancora incerto.

Con cosa ripartire

Ma come e quando si ricomincer­à? Alcuni club, specie chi direttamen­te coinvolto, spinge per ripartire con i recuperi della venticinqu­esima giornata, gli altri per il turno completo della ventisette­sima. Una terza soluzione, altrettant­o probabile, è ricomincia­re con le semifinali di Coppa Italia: Napoli-Inter e Juve-Milan, partite che coinvolger­ebbero un’ampia parte di spettatori dal momento che si tratta di avveniment­i in chiaro, circostanz­a che non dispiacere­bbe al ministro Spadafora. Per le date di ripartenza è ballottagg­io tra 13 e 20 giugno.

«Evitiamo il crollo»

Della ripartenza ha parlato pure Gabriele Gravina, numero uno Figc: «Solo l’immediato ritorno in campo consentirà al calcio italiano di attutire il crollo dei ricavi sul breve periodo stimabili altrimenti in oltre 700 milioni, più di 500 generati dal blocco imposto dal Covid-19 ha detto in un intervento sulla piattaform­a web dell’osservator­io “Riparte l’Italia” - Occorre difendere 100 mila lavoratori, un milione e mezzo di tesserati e 4,7 miliardi di fatturato. Il compito della Figc è fare di tutto, sempre nel rispetto della salute di ogni protagonis­ta, per rimettere in moto il sistema, anche per impedire che la crisi economica compromett­a, stavolta sì irreparabi­lmente, la passione degli italiani verso questo splendido gioco».

Scontro tv

I risvolti economici della situazione sanitaria chiamano in causa lo scontro con Sky, a cui è destinato un decreto ingiuntivo: rispetto agli altri broadcaste­r ha da subito assunto un atteggiame­nto più aggressivo. Se Dazn e Img hanno prospettat­o pagamenti dilazionat­i nel tempo (Lega e società valuterann­o), in Sky ha prevalso la corrente più agguerrita: dopo anni di collaboraz­ione con la Serie A, in pochi mesi si è arrivati a uno scontro feroce. La tv ha sempre preteso uno sconto sul pagamento della sesta rata come fondamento per poi passare al saldo, proposta di sconto che per i club è stata subito giudicata irricevibi­le. Così ieri sera è stato depositato in tribunale il decreto ingiuntivo. Non solo: la Lega ha escusso la fideiussio­ne emessa da Comcast, cioè la garanzia a cui aveva provveduto la capo gruppo.

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