La Gazzetta dello Sport

Ma in testa ha lo scudetto: non c’è spazio per vie di mezzo

- di Davide Stoppini

Oggi, domani e dopodomani. Un’occhiata al Conte-2: passato alle spalle, tre grandi macroaree sulle quali spendere idee e sudore. Che Inter sarà? Quale Inter ha in testa l’allenatore?

Oggi

Parte del Conte-2 è ancora dentro una stagione pazza, la prima, che deve ricomincia­re. E che vede il tecnico lontano dalla possibilit­à - non l’idea, quella magari un po’ pazza sotto sotto ancora c’è - di riuscire ancora a combattere per lo scudetto. Non significa arrendersi, certo, anche perché vincendo il recupero con la Samp sarebbero sei i punti da recuperare alla Juventus. Ma la ragione impone all’Inter di individuar­e nelle due coppe i trofei da mettere in prima fila. «Vincere qualcosa» è ancora l’obiettivo del club. Ritorno col Napoli in Coppa Italia, il Getafe in Europa League: date un calendario a Conte, vedrete che quelle date le cerchierà in rosso.

Domani

Poi sarà l’ora del vero Conte-2. Che passa da un mercato, il prossimo, che il tecnico vorrà davvero pianificar­e in ogni dettaglio con la società. L’estate scorsa - per tempistich­e e difficoltà oggettive - qualcosa è sfuggito al controllo. Ora Conte ha un vantaggio: conosce alla perfezione l’organico, pregi e difetti sono alla luce del sole. Sa come e dove rinforzare l’Inter, non lascerà nulla di intentato perché la prossima dev’essere la stagione dell’attacco definitivo alla Juventus.

Dopodomani

arrivato all’Inter per fare anticamera. Non è pensabile affidargli un progetto che non metta in programma l’obiettivo scudetto. Il titolo in nerazzurro rappresent­erebbe per lui una sorta di chiusura del cerchio, una medaglia al petto da mettersi e da far brillare nel curriculum della proprietà, così abituata a dominare lontano dal mondo sportivo. La crescita è evidenteme­nte esponenzia­le. E passa anche per una squadra, la prossima, che dovrà essere sì più completa nei reparti - sei i rinforzi da mettere in agenda -, ma anche in grado di saper cambiare faccia dal punto di vista tattico quando possibile. Conte è come il maestro che all’inizio fa capire il metodo, ma poi non vuole riempire i suoi alunni di troppe nozioni. Ecco, l’anno prossimo sarà un’altra storia. E il tecnico vuole che sia una storia vincente al massimo livello: non più un miracolo da compiere, Antonio chiede un obiettivo da centrare.

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GETTY Al lavoro Il tecnico su un campo di allenament­o del Centro Suning

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