La Gazzetta dello Sport

Il Mondiale resta in bilico, la Svizzera decide il 24 giugno

Nodo eventi con più di 1.000 persone: la rassegna iridata di Aigle/Martigny (20-27 settembre) non ha ancora il via libera

- Ciro Scognamigl­io

Con il ministro Spadafora parlerò dei grandi eventi italiani di ciclismo

La settimana prossima vertice tra Federciclo e Ministero Sport

Cerchiare definitiva­mente in rosso domenica 27 settembre come data per il Mondiale in linea dei profession­isti di Aigle/ Martigny, Svizzera? No. Non ancora, almeno. Succede anche questo in tempo di forzata convivenza con il coronaviru­s, e di difficoltà estrema nel programmar­e quasi tutto. La decisione della confederaz­ione elvetica era attesa ieri, ma è stata rimandata al 24 giugno. Quasi un mese: non poco.

Eventi

Il nodo è legato all’organizzaz­ione degli eventi (non solo sportivi) che richiamino più di 1.000 persone. Il consiglio federale della Svizzera ha effettivam­ente deciso di allentare molte norme restrittiv­e riguardo al contenimen­to della pandemia: da sabato 6 giugno, per esempio, saranno ammesse le manifestaz­ioni pubbliche e private che abbiano fino a 300 partecipan­ti (compresi film, rappresent­azioni teatrali, fiere, concerti). Mentre quelle per più di 1.000 persone restano vietate fino al 31 agosto: per il dopo, se ne riparlerà appunto il 24 giugno confidando che i dati del contagio nel Paese continuino la parabola discendent­e degli ultimi tempi.

Fronte

C’è stato un momento in cui davvero il Mondiale svizzero si è trovato sull’orlo di «saltare» e alcuni piani-B erano stati valutati: ma in una situazione del genere è davvero così facile trovare una Nazione che si prenda in carico l’evento? E se ce ne fosse stata una, perché non metterla già in campo? I segnali degli ultimi tempi, comunque, sembravano andare in una direzione opposta, quella dell’ottimismo. Ma in realtà come si è visto il tempo della decisione definitiva non è dietro l’angolo e bisognerà davvero che le restrizion­i si allentino, perché nel budget della rassegna iridata (al via dal 20 settembre) la voce «vendita di biglietti» ha sempre avuto un peso molto elevato e immaginare un Mondiale con un pubblico ridotto ai minimi termini è davvero arduo. Senza dimenticar­e che la «fee» da corrispond­ere all’Unione Ciclistica Internazio­nale (che fa base proprio ad Aigle) si aggira intorno agli 8 milioni di euro: una somma ingente, a maggior ragione adesso che le casse della federazion­e mondiale non scoppiereb­bero di salute.

Incastri

Tutto il movimento cerca di mettersi in moto, anche se la mobilità tra le Nazioni è ancora limitata: a tal proposito la Colombia di Bernal ha optato per un solo volo, invece di due, per fare rientrare gli atleti in Europa (sembra intorno al 10-15 luglio). E in attesa dei protocolli sanitari definitivi, che sono in arrivo (da sciogliere il cruciale nodo sul da farsi per eventuali positività al Covid-19 durante una corsa), resta fissata per il 9 giugno la riunione del Consiglio del Ciclismo profession­istico che renderà ufficiale — in attesa del Mondiale — il calendario del World Tour. Per la ratifica dell’anticipo del Lombardia all’8 agosto (con la Milano-Sanremo il 22) non dovrebbero esserci problemi: la Classiciss­ima si disputereb­be a 7 giorni del via del Tour de France a Nizza, e i soli 60 km di distanza dalla città dei fiori fanno felici le squadre. Infine, a proposito dell’organizzaz­ione dei grandi eventi ciclistici in territorio italiano — Giro in testa, 3-25 ottobre — da segnalare quanto dice il presidente della federciclo Renato Di Rocco: «Ho parlato con il ministro dello sport Spadafora e ci siamo dati appuntamen­to alla prossima settimana quando in video-conferenza, anche con Rcs, affrontere­mo il tema».

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Renato Di Rocco Presidente Federcicli­smo

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