L’ex Spurs Jackson: «Ho perso un gemello»
Nati ai bordi di periferia. Dove il confine la perdizione e il paradiso è spesso labile e dove lo sport può trasformarsi nell’ascensore sociale che ti sottrae a una vita di affanni.
La somiglianza
La morte tragica e assurda di George Floyd ha scatenato l’indignazione planetaria ma soprattutto ha spezzato il cuore di Stephen Jackson, 14 stagioni da ottimo giocatore nell’Nba con 15.1 punti di media e la perla del titolo con gli Spurs nel 2003, oggi analista per il basket su Espn. George, infatti, era tra i migliori amici dell’ex guardiaala capace di segnare 43 punti in una partita. Cresciuti entrambi nei sobborghi di Houston, vennero presentati da un conoscente comune e immediatamente scoprirono incredibili affinità, a cominciare dalla somiglianza fisica, tanto che tra di loro iniziarono a chiamarsi «Twin», gemelli. Un legame fortissimo, cementato senz’altro dalle comuni radici sportive: al liceo Floyd, di quattro anni più vecchio, aveva giocato a basket e soprattutto a football, nel ruolo di tight end, disputando anche una finale statale, tanto da far dire queste parole a Jackson dopo la tragedia: «Aveva talento in due sport e l’unica differenza tra me e mio fratello è stata che io ho avuto più possibilità di lui. Il Gemello viveva davvero attraverso di me».
La battaglia
L’ex stella Nba ha appreso la notizia attraverso il video del pestaggio che gli è stato mandato sul cellulare, ma all’inizio non si è reso conto che la vittima fosse l’amico fraterno: «All’inizio mi sono indignato, ma quando un altro amico mi ha detto di guardare meglio mi sono ritrovato distrutto, ho cominciato a gridare e a piangere. Era andato in Minnesota per cambiare la sua vita guidando camion, gli avevo mandato due o tre scatole di vestiti, stava facendo la cosa giusta. E voi avete ucciso mio fratello. Ora andrò a Minneapolis, farò tutto ciò che mi è possibile per non far passare la vicenda sotto silenzio. Sono contento di tutto l’affetto che gli hanno dimostrato, ma adesso la cosa importante è che i colpevoli paghino duramente».