La Gazzetta dello Sport

Conte rilancia il suo top player Ecco i piani per la rimonta

PIÙ FONTI DI GIOCO E IL DANESE IN MEZZO PER IL RIBALTONE

- Di Calamai, Clari

Per stanare il Napoli il tecnico dell’Inter sa di dover velocizzar­e la manovra. Serviranno i lanci di De Vrij, la corsa di Candreva, i dribbling di Young

Il tempo per rivedere la gara d’andata e studiare correttivi c’è stato. La voglia di ribaltarla è stata coltivata in questi mesi senza pallone. I mezzi per farlo non mancano all’Inter. La vittoria 1-0 di San Siro mette il Napoli nelle condizioni di replicare il primo round, di seguire uno spartito a cui si era ben adattata. L’Inter a febbraio apparve bloccata, con poche idee e meno ritmo. Conte evidenziò subito gli errori commessi dalla squadra, in questi mesi ha avuto tempo di sviscerarl­i e di preparare un piano per ribaltare il tavolo. L’esigenza di base è scardinare il sistema difensivo del Napoli: per farlo serve più velocità nel movimento della palla, più connession­i fra centrocamp­o e attacco, più brillantez­za e capacità di saltare l’uomo. Ad almeno due di queste esigenze può rispondere Christian Eriksen (ma anche il vero Sensi, quello di inizio stagione), alle altre dovranno pensare gli esterni e le punte. Serve qualcuno che accenda il motore, ma poi serve che lo stesso vada a pieni giri. E su questo ad Appiano lavorano da qualche settimana, con il fischietto del preparator­e Pintus a dare il ritmo.

Connession­i

Ma partiamo dal gioco e dalle sue fonti: all’andata il 4-1-4-1 di Gattuso bloccò l’Inter. La punta Mertens in prima battuta e il play Demme in seconda lasciarono respirare poco Brozovic. Annullato lui, nessuno (o quasi) gli venne in soccorso: il rilanciato Sensi mostrò la polvere accumulata, gli attaccanti in pieno tour de force restarono lontani e separati, sulle fasce Candreva e Biraghi ci provarono, ma finirono sopraffatt­i dalle accoppiate terzino-esterno di centrocamp­o azzurre. Le cose cambiarono (solo un po’) con l’ingresso di Eriksen e Sanchez. Il danese servì una palla illuminant­e al cileno (che non riuscì a sfruttarla) e può essere la chiave anche per la gara di ritorno: c’è stato tempo per lavorare sul suo fisico e sul suo inseriment­o tattico. Collegare il centrocamp­o alla LuLa sembra ampiamente nelle sue corde, così come dare una nuova “preoccupaz­ione” a Demme. Partendo da interno di centrocamp­o classico potrebbe dare meo punti di riferiment­o, riservando­si un riposizion­amento da mezza punta se si apriranno spazi

Tripla fonte

Moltiplica­re le fonti del gioco è la chiave per evitare che troppe attenzioni e pressioni si concentrin­o su Brozovic, rendendo lenta e prevedibil­e la manovra. Quindi serve Eriksen, oppure Sensi come nella prima parte della stagione, quando fungeva da play fra le linee. Anche Stefano è dato “in gran forma” e ha voglia di recuperare il tempo perso: serviranno probabilme­nte entrambi, in momenti diversi del match. Ma servirà anche De Vrij, il cui ruolo di regista aggiunto è risultato fondamenta­le in più di una occasione ed è testimonia­to anche dai numeri. L’olandese è primo in Serie A per precisione dei lanci lunghi (89,8 per cento), ma soprattutt­o è secondo (dietro a Brozovic) per numero di passaggi lunghi completati. Più di Bonucci, terzo in classifica, di cui nello scacchiere di Conte ha preso le funzioni.

Fasce e dribbling

Certo, i lanci devono trovare destinatar­i e devono arrivare dopo aver mosso le difese dell’avversario: in questo senso la brillantez­za fisica fa tutta la differenza del mondo. Il riposo prolungato, la preparazio­ne ripetuta e la voglia arretrata sono armi su cui Conte conta per rivedere il Candreva di inizio stagione, il Lukaku capace di spostare da solo un’intera difesa, il Lautaro letale nel creare superiorit­à nello stretto. «Ser

vivano più uno contro uno», disse a caldo l’allenatore dopo l’andata. Ashley Young ne garantisce decisament­e di più di Biraghi (titolare a San Siro): l’inglese a sinistra può garantire più pericolosi­tà in fase offensiva. E se poi servirà un grimaldell­o in più per far saltare la doppia linea difensiva si potrà ricorrere ancora alla variabile «Niño Maravilla», con le sue doti di dribbling e di dialogo con i compagni anche nello spazio di un monolocale. Conte nella settimana appena chiusa ha lavorato su principi tattici e situazioni di gioco, anche con una vera partita. Da domani, dopo due giorni di riposo, lo farà con ulteriore cura e intensità: la stima verso Gattuso è stata ribadita più volte, sicurament­e si aspetta delle contromoss­e. Sulla motivazion­e dei suoi e sull’importanza del match, invece, non ha mai smesso di martellare. Nemmeno quando era chiuso in casa per il lockdown.

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 ??  ?? Tecnico e talento Antonio Conte, 50 anni, prima stagione con l’Inter. A sinistra Christian Eriksen, 28, arrivato a gennaio dal Tottenham
Tecnico e talento Antonio Conte, 50 anni, prima stagione con l’Inter. A sinistra Christian Eriksen, 28, arrivato a gennaio dal Tottenham

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