«Everton è sfrontato, aggressivo e veloce Vai Napoli, fa per te»
Il grande ex tra campo e mercato: «Gattuso leader, la squadra gli somiglia. La Coppa è importante»
Careca, un nome che resterà per sempre nei cuori dei napoletani. Sono passati 30 anni dall’ultimo scudetto conquistato dai partenopei, ma i ricordi - personali e di ogni tifoso - sono ancora lì. Indelebili. Raggiungiamo telefonicamente lo storico attaccante brasiliano a Campinas, dove coordina un centro di allenamento: «Sono colpito dagli sforzi che sta facendo l’Italia per ripartire - spiega -. Tanti vostri connazionali mi mandano dei messaggi, preoccupati per il momento che viviamo in Brasile: ce la caveremo tutti». Poi si parte, tra campo e mercato.
3Careca,
Napoli su Everton. «È nel giro della Seleção, nell’ultimo anno ha dimostrato di essere uno dei migliori: ha la sfrontatezza per saltare gli avversari, è aggressivo e veloce. Il Napoli ha bisogno di una punta, nonostante la presenza di Milik: il polacco è in grado di fare la differenza, ma ha subito vari infortuni. Mertens e Insigne sono delle certezze, tuttavia non possiamo dipendere solo da loro. Non si vince uno scudetto con 11 giocatori: per questo la Juventus ha qualcosa in più delle altre».
3Come
valuta Gattuso?
«È arrivato al posto di Ancelotti, un grande: Carlo ha avuto qualche problema con il presidente, anche se non conosco i dettagli. Rino mi piace, ha uno stile napoletano e non vuole mai perdere. Deve fare ancora strada, lo aiuterà il suo spirito da guerriero: la squadra rispecchia le sue caratteristiche».
3Ora
la Coppa contro l’Inter. «I nerazzurri hanno iniziato bene in campionato, è una squadra interessante. Detto ciò, la Coppa Italia è un torneo prestigioso: si deve puntare al massimo, vincerla sarebbe importante».
3Fuori
Allan, dentro Wendel: promuove questo scenario? «Allan è diverso, mi ricorda Alemão, mentre Wendel è più tecnico: è cresciuto parecchio, è un altro rispetto al giocatore visto con il Fluminense. E non a caso il c.t. Tite l’ha convocato in nazionale. Vero, servirebbe un po’ di pazienza per il suo inserimento, ma può essere considerato un elemento da Napoli».
3Di
recente ha avuto modo di parlare con Maradona?
«Non ci sentiamo da sei mesi. Del nostro Napoli parlo molto con Alemão, Alessandro Renica, Bruno Giordano, Andrea Carnevale, Crippa, Incocciati... Maradona era il genio, in 30 secondi poteva risolvere le situazioni più difficili, per questo volevamo che stesse sempre bene, al top della condizione. Giocare in quella squadra non era semplice, c’era un altissimo livello di competizione interna, chiunque era un titolare. Per me è stato un grande onore aver indossato quella maglia».
3Quali
sono i ricordi più belli dello scudetto vinto nel 1990? «Fu un campionato molto combattuto con il Milan, lottammo fino alla fine. Vincemmo noi grazie a un gol di Baroni di testa (su punizione di Maradona, ndr) contro la Lazio. Fu un successo pesante, dopo quello sul Bologna mentre il Milan perdeva a Verona. Quel titolo avrà per sempre un valore speciale, un’importanza enorme: vale dieci volte in più rispetto a un altro conquistato in altre piazze. La tifoseria azzurra è super calorosa, può essere paragonata a quelle di Flamengo e Corinthians, le squadre più popolari del Brasile, messe insieme. In vita mia non ho mai visto così tanta passione, i tifosi napoletani sono unici: venivano allo stadio sempre e comunque, indipendentemente dai risultati e dal momento che stavamo vivendo: erano 66-68 mila ogni volta. Li porterò nel cuore per tutta la vita: manco dalla città dall’anno scorso, ma conto di tornarci presto. Spero che la pandemia possa passare il prima possibile, mi piacerebbe essere dei vostri a settembre».