La Gazzetta dello Sport

«Giocare bene non basta, il Pisa impari a soffrire per tornare in alto»

L’allenatore al debutto: «La gavetta è stata utile e mi sono fatto trovare pronto. Qui la A manca da una vita, ma serve pazienza»

- Di Guglielmo Longhi

Nel lockdown si è portato il ricordo dell’1-0 al Livorno, una sensazione piacevole sfumata poco per volta, come l’aroma di un buon caffè. “Mi hanno detto che la vittoria nel derby è stata festeggiat­a a lungo sui social”, dice Luca D’Angelo, allenatore del Pisa, che i social non è solito frequentar­e.

► Per questo c’è qualcuno che la considera antipatico?

«Devo essere sincero: se non mi conoscessi, lo penserei anch’io. Forse perché sono un po’ scostante o magari perché sono grosso… Ma chi mi conosce bene, cioè gli amici, sa che non è cosi».

► Dove e come ha passato la quarantena? Cucinando e mangiando?

«A Pescara sfogando la mia passione: ho visto decine di film».

► Giusto riprendere il campionato?

«Anche nel momento più difficile ero convinto che la situazione sarebbe migliorata. Compliment­i a Gravina, è stato il mio presidente per tre anni a Castel di Sangro e so che riesce a ottenere sempre ciò che vuole».

► Impression­i sul primo campionato di B?

«Avvincente, equilibrat­o, Benevento a parte. E interessan­te dal punto di vista tattico. Quasi tutte le squadre giocano un calcio propositiv­o: Crotone, Spezia, Cittadella. Inzaghi è stato bravissimo a unire la qualità dei singoli, l’organizzaz­ione e la voglia di non mollare».

► Entri nel dibattito: giochista o risultatis­ta?

«Se si gioca bene è più facile vincere e io divento nervoso se giochiamo male e vinciamo».

► Il Pisa gioca bene?

«Noi ci proviamo, a volte ci riusciamo, a volte manca la malizia per portare a casa il risultato. A Empoli e Crotone abbiamo perso al ‘95. Dobbiamo imparare a soffrire, a gestire meglio i minuti finali».

► I moduli di riferiment­o? «Un 3-5-2 offensivo o il 4-3-1-2. In ogni caso, non speculiamo mai».

►Pescara dove è nato o Rimini dove ha giocato, allenato ed è stato promosso tre volte: cosa sceglie?

«Sono i miei luoghi del cuore, due città che vivono di turismo e che a fatica si stanno riaccenden­do. Ho girato tanto, mi è andata male solo a Bassano, con un esonero comunque non meritato».

► Elogio della gavetta…

«Mi è stata utile, mi ha insegnato molto e quando mi è stata data la possibilit­à mi sono fatto trovare pronto. Pisa è una grande piazza, non merita di stare in B e tanto meno in C come l’anno scorso».

► Si aspetta la Serie A dal ’91: una vita.

«I tifosi sono stufi ma ora pensiamo a mantenere la categoria, siamo a metà classifica, l’anno prossimo vedremo. Ci sono le premesse per fare bene: entusiasmo e proprietà solida e affidabile».

► Che campionato sarà? «Impossibil­e dirlo, dopo 3 mesi di stop. Ci sono incognite sotto l’aspetto fisico e organizzat­ivo, ma non mentale. I giocatori sono profession­isti, sanno come riattaccar­e la spina».

►Come li ha ritrovati?

«Tutti in buone condizioni, da soli si sono allenati bene».

► Il giovane Moscardell­i? «Abbiamo giocato insieme a Rimini, ero il suo capitano: a 40 anni ha perso la corsa, ma non i colpi e l’istinto del gol».

► La sorpresa è Marconi?

«Lo conosco bene, l’avevo allenato per due anni all’Alessandri­a. Prima dell’infortunio in dicembre, aveva segnato 10 gol: in quel momento era il centravant­i più forte della B. Ora è a posto, la sosta almeno è servita a qualcosa…».

► Favorevole ai 5 cambi che ha provato in C?

«Certo, una regola che andava introdotta all’inizio della stagione. In un gruppo di 24-25 tesserati, è giusto che tutti si sentano partecipi».

► Obiezione: con 10 nuovi, la partita viene stravolta.

«Se i giocatori sono allenati bene, dal punto di vista tattico non cambia niente»,

► Cambia spesso ruoli e formazioni: ha anche ha schierato Vido dietro le punte.

«Il turnover non è un vezzo: provo, valuto, a volte sbaglio. Credo che Vido abbia la qualità per fare l’attaccante e il trequartis­ta. In quell’occasione ha anche segnato».

Non c’è soltanto il Benevento: molte squadre fanno un calcio propositiv­o

Luca D’Angelo Allenatore del Pisa

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Secondo anno Luca D’Angelo, 48

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