Svolta Petrucci: trovarsi un posto lottando con Dovi
Già scaricato dalla Ducati, deve correre senza stress per sperare di avere ancora un futuro nel Mondiale
Un anno fa di questi tempi volteggiava sull’entusiasmo per la sua prima vittoria in MotoGP, conquistata al Mugello con una gran staccata su Marc Marquez e il compagno Andrea Dovizioso, e metteva le basi per il suo rinnovo con la Ducati; adesso, invece, Danilo Petrucci è l’uomo con la valigia di Borgo Panigale. Non nel senso di pagante, ma di uscente. Dodici mesi e una pandemia dopo, il ternano è passato dalla sbornia toscana, con scuse a Dovi, sodale collega di allenamenti, ai saluti. «Per la Ducati non sono una prima scelta, anzi non lo sono per la MotoGP -le amare parole di Petrux a Sky -, è brutto perdere un posto guadagnato con tanta fatica, ma ora non avendo una moto ho nulla da perdere e tutto da guadagnare».
La rossa cala il Jack
Il Jack, Miller, calato dalla Ducati sul tavolo di questo strano mercato, una promozione dal team satellite Pramac, ha innescato il domino. Con la prima Desmosedici GP occupata per il 2021 ora per Danilo c’è solo l’attesa. Non delle scelte di Dovizioso, impegnato con Borgo Panigale in un aspro forcing economico per il rinnovo, ma dell’esito delle chiacchierate che il suo manager, Alberto Vergani, sta tessendo. In ballo non tanto l’opzione Superbike, dove la Ducati lo avrebbe dirottato, ma due chance in MotoGP: Ktm e Aprilia. «Il mio calo nella seconda parte della scorsa stagione (55 punti negli ultimi 10 GP con al massimo un 7° posto; n.d.r.) ha influito sulla loro decisione: il mio piano A è restare in MotoGP e le opzioni mi stimolano. Con Aprilia per anni abbiamo cercato un accordo, ora hanno una moto nuova che è parsa molto veloce, però mi dispiacerebbe se si liberasse un posto per una sentenza avversa ad Andrea Iannone al Tas; poi la notizia su Pol Espargarò in Honda apre uno scenario diverso in Ktm: sono Case che potrebbero sfruttare la mia esperienza. Questo è un campionato giocato dai team manager, perché senza gare noi piloti non possiamo cambiare le cose».
Un anno davanti
Petrucci ha però davanti ancora un anno in Ducati e lo correrà al massimo, ma come un invitato che sa già, davanti al banchetto, di dover cedere il suo posto a un altro. Danilo disporrà del massimo supporto tecnico, ma avrebbe voluto forse percepire anche un po’ più di quel riconoscimento umano che nei rapporti professionali fa spesso la differenza. «Ringrazio la Ducati
per quanto ha fatto per me, è stato bellissimo e vorrei lo fosse ancora: ho ancora un anno per correre su una moto competitiva e sentirmi realizzato». Già, ma come? Danilo è avvezzo a gareggiare con contratti in scadenza («la mia vita è stata sempre una sliding door, con treni presi quando le porte parevano chiuse», ci disse a febbraio), conosce la gavetta, modellata da quella umiltà che gli ha fatto investire la quarantena piantando ulivi, ma non sarà facile. Per sé, che vorrà dare il meglio per trovare la migliore collocazione possibile e magari dimostrare alla Ducati che si è sbagliata, ma pure per il team, che si troverebbe in imbarazzo se Petrucci dovesse produrre grandi prestazioni e precedere un Dovi magari in lotta per il titolo: prevarrà la ragion di squadra o si farà largo un pizzico di rivalsa? Piega insolita di questo 2020, ristretto e amaro come un caffé, che produrrà una stagione anomala e un mercato già definito, incapace quindi di dare peso alla pista per promuovere velocità e talento.
Altri divorzi
Petrux non è il solo a dover vivere un 2020 da separato in casa. Basti pensare ad Alex Marquez, che lascerà la Honda Hrc come un Imprevisto del Monopoli, «direttamente e senza passare dal via» o lo stesso Pol Espargaro, che ne prenderà il posto dalla Ktm, o anche Valentino Rossi e Fabio Quartararo, destinati a scambiarsi le Yamaha nei team ufficiale e Petronas. È vero che le trattative in MotoGP iniziano sempre prima, ma così, senza un solo km di GP, pare stridente.