Il modello è la Premier: i club sono più autonomi qui contano troppo poco
Domani il piano B dei club discusso in Consiglio federale In Inghilterra società indipendenti su format e regole
Domani dal Consiglio Federale emergerà la decisione ufficiale sul piano B della Serie A. I club riuniti in assemblea hanno già espresso in maniera netta la loro posizione: 16 favorevoli hanno votato la linea secondo cui, in caso di stop anticipato al campionato e senza verdetti già matematici dal campo, la retrocessioni verrebbero bloccate. La Lega di A non ha autonomia decisionale su questo fronte, come invece in Inghilterra vantano i club della Premier.
Il campionato più ricco d’Europa è un’organizzazione autonoma, un unico grande club esclusivo che al suo interno raccoglie venti società. Le società della Premier League. Il torneo inglese, oggi il più seguito e finanziato al mondo, ha meno di trent’anni di attività: l’attuale struttura della Premier, ex First Division, nasce ufficialmente nel febbraio 1992 con l’obiettivo di aumentare i profitti attraverso il controllo diretto, tra l’altro, di contratti televisivi e sponsorizzazioni. Senza vincoli e senza obblighi di condividere i propri guadagni. Un circolo esclusivo che si gestisce indipendentemente anche su molto altro. Il riferimento inglese torna d’attualità in questi giorni di discussione interna al sistema calcio del nostro paese: in Italia i campionati “restano” all’interno della Federazione. E’ la Figc che controlla e coordina le leghe che poi organizzano i tornei professionistici (e non). Ma da statuto è la Federazione la prima a occuparsi della «determinazione dell’ordinamento e delle formule dei campionati» e «dei requisiti e dei criteri di promozione, di retrocessione e di iscrizione ai campionati, attraverso l’istituzione di sistemi di controllo dei requisiti organizzativi, funzionali, economico-gestionali e di equilibrio finanziario delle società».
Indipendenti
Un aspetto, quello dell’organizzazione della Serie A, particolarmente dibattuto in questi giorni: è nel Consiglio Federale di domani che le decisioni sul campionato (come procedere in caso di definitivo stop anticipato) diverranno ufficiali. E’ l’occasione in cui la Lega di A porterà la linea appena votata dalla grande maggioranza dei club nell’ultima assemblea: senza verdetti sul campo sarà la media punti (in casa e in trasferta moltiplicata per i turni mancanti) a dettare la classifica finale. Ma, a meno che certe sentenze non siano già matematiche sul campo, non potranno essere altri calcoli ad assegnare lo scudetto e a definire le retrocessioni in Serie B. La Lega esprime la volontà dei club della massima serie ma in Consiglio Federale ha solo 3 rappresentanti sui 21 totali: il Presidente Dal Pino, l’a.d. nerazzurro Marotta e il numero uno della Lazio, Lotito. Dovrà quindi portare la propria posizione al tavolo di discussione e poi confidare nel voto condiviso degli altri partecipanti. I club della Premier non avrebbero di questi problemi: si autoregolamentano. Qualsiasi decisione ha origine nell’assemblea stessa delle società: con 14 voti sui 20 complessivi, ogni delibera diventa immediatamente effettiva. Succede se c’è da introdurre una novità normativa o da modificare una disposizione ritenuta superata. E’ stata la Premier stessa, e non la Football Association, a votare per i cinque cambi a partita. Restano di competenza stretta delle società tutte le scelte collegate ai format dei tornei, così come alla sicurezza negli stadi, e a tutto ciò che può essere riconnesso all’evento sportivo.
Introiti
Ed è ovviamente sempre la Premier a occuparsi della distribuzione degli utili derivanti da sponsor, merchandising e diritti televisivi, i più ricchi del pianeta. La Premier spartisce gli introiti esclusivamente tra le società della massima serie, senza l’obbligo di condividere i ricavi con le divisioni minori. I numeri della Serie A stimano invece in 135 milioni di euro di mutualità la somma destinata alle serie minori e, in minima parte, alla federazione. E sempre tra i compiti federali c’è la «determinazione dei criteri di ripartizione delle risorse attribuite alla FIGC e la tutela del principio di solidarietà finanziaria tra calcio professionistico e dilettantistico».
I format Le 20 società inglesi decidono in assemblea: con 14 sì, è fatta