Lo strano fenomeno di un 2020 snobbato
Come se la pandemia avesse provocato lo scenario peggiore: stagione cancellata e arrivederci al 2021. Invece si correrà ma così tardi - inizio in piena estate, finale, almeno per ciò che riguarda la F.1, quando ci si comincia ad arrovellare sulla scelta dei regali per Natale - da spingere le scuderie a compiere scelte senza attendere neppure un paio di gare. Fondando così i propri giudizi sul film delle precedenti stagioni o, come nel caso di Alex Marquez, addirittura dalle sensazioni rimediate nei test invernali. Dettaglio tutt’altro che trascurabile, questa tendenza ha fatto breccia anche tra le nostre corazzate a quattro e due ruote, Ferrari e Ducati, che hanno dato il benservito a Sebastian Vettel e a Danilo Petrucci con i quali dovranno però convivere sino a fine anno. Due separati in casa, che potrebbero generare anche delle situazioni imbarazzanti se, ad esempio, dovessero iniziare la stagione facendo meglio di Charles Leclerc o Andrea Dovizioso (che per altro non ha ancora rinnovato con la Ducati). Paradossalmente la stessa sorte di Valentino Rossi, a cui la Yamaha ufficiale ha preferito l’astro nascente Fabio Quartararo. Ma è un discorso che, se ampliato, coinvolge Carlos Sainz, ancora legato alla McLaren ma con il cuore già a Maranello, Daniel Ricciardo, pronto a saltare dalla Renault alla McLaren, Jack Miller che nel giro di pochi mesi si ritroverà dalla sella della Ducati Pramac a quella della rossa ufficiale e Pol Espargaro che nel 2021 lascerà la Ktm per affiancare Marc Marquez sulla moto dei sogni: la Honda.
A proposito; nessuno è ancora in grado di dire come il campione del mondo abbia preso la decisione dei giapponesi di bocciare il fratello minore (destinato a correre da Lucio Cecchinello). Un affronto bello e buono - a meno che la Casa giapponese non lo abbia preventivamente informato - che potrebbe persino incrinare un rapporto sino all’altro giorno d’acciaio. Altro tassello che rende tutt’altro che scontato questo disgraziato 2020.