«NON VEDO L’ORA DI ACCENDERE LA TV LA JUVE È FAVORITA CR7 CHE RABBIA...»
ifficile trovare qualcuno che sia innamorato del pallone più di Pippo Inzaghi. Un amore profondo che la lontananza di tre mesi non ha indebolito: tutt’altro, l’ha reso più forte. Nel periodo del lockdown Pippo ha sofferto molto anche perché porta nel suo cuore alcune delle zone più colpite dal virus: tra Codogno e San Nicolò, il paese degli Inzaghi in provincia di Piacenza, ci sono appena 23 km. E poi Pippo è molto legato a Milano e Bergamo. Adesso la sofferenza ha lasciato spazio alla speranza e Pippo è l’interlocutore ideale per parlare del pallone che ricomincia a rimbalzare. Anche perché Juve-Milan è la sua partita.
3Pippo,
riecco il calcio: il primo pensiero?
«Grande gioia ed emozione. Speriamo che il pallone ci porti serenità. Nel periodo peggiore, quando ogni giorno c’erano tantissimi morti, nessuno aveva voglia di calcio: l’unica esigenza era pregare e sperare. Mi auguro che questa drammatica esperienza serva per far tornare tutti sulla terra anche nel nostro mondo, ridimensionando certe cifre assurde: è il momento di resettare e rendere tutto più umano e normale. Adesso comunque non vedo l’ora di accendere la tv e guardare Juve-Milan».
3Una
Dgara speciale per lei. «Juve-Milan non sarà mai come le altre partite. Quando giocavo, la prima grande sfida della stagione era il Trofeo Berlusconi. In estate le squadre erano ancora in rodaggio, ma San Siro si riempiva e anche gli ascolti in tv erano altissimi. La gente aveva voglia di calcio e sarà così pure stavolta. Tra l’altro questa sfida conta tanto».
3Come
se l’aspetta?
«Ci sono tante incognite, nessuno può essere al 100%. La Juve è favorita, è superiore e ha alcuni vantaggi: il risultato dell’andata, il fattore campo anche se non c’è il pubblico, le assenze pesanti nel Milan. Però in una gara secca può succedere di tutto e proprio lo stadio chiuso può essere d’aiuto per i rossoneri. Dal punto di vista tattico non mi aspetto stravolgimenti perché c’è stata solo qualche settimana di lavoro sul campo. Gli allenatori cercano di dare certezze e soprattutto in un momento come questo escluderei grosse novità. Mi spiace che sia saltata la sfida tra Ronaldo e Ibra».
I cinque cambi le piacciono? «No, stravolgono troppo. Però adesso sono utili per ridurre il rischio di infortuni, che comunque ci saranno come dimostra la Bundesliga. In ogni
3 «Anche senza Ibra il Milan deve crederci. A causa di Ronaldo e Messi sembra che io e Raul abbiamo segnato poco in coppa»
caso l’aspetto fisico conterà tanto, gli ultimi minuti saranno determinanti più del solito, ma alla fine la qualità verrà sempre a galla».
3A
proposito di Ronaldo, nel 2007 quando lo superò con il Milan in Champions aveva la percezione che sarebbe diventato uno straordinario goleador?
«Così straordinario magari no. Lo porto come esempio nel mio spogliatoio perché so come si allena. Però sono un po’ arrabbiato con lui e Messi: grazie a loro, sembra che nelle coppe io e Raul abbiamo segnato poco...».
3Il
Milan non vince la Coppa Italia dal 2003, lei segnò nella finale di ritorno contro la Roma.
«Ho rivisto la partita qualche giorno fa, io inseguivo il trentesimo gol stagionale: lo segnai trenta secondi prima della fine del recupero».
3Lo
stadio a porte chiuse è una sofferenza per i giocatori? «Sì, però in questo momento bisogna sapersi accontentare. È già bello che si possa giocare. Sono anche sicuro che si troverà una soluzione per riaprire parzialmente gli stadi così come si è trovata per parchi acquatici, discoteche, teatri e cinema. Sarebbe un bel segnale per la gente».
3Da
allenatore cosa la incuriosisce e cosa la preoccupa? «Mi incuriosisce la condizione delle squadre. In Bundesliga ho visto i giocatori contratti nelle prime partite, ma poi hanno trovato il ritmo. Mi preoccupa lo stato di salute dei miei giocatori, però vedo un entusiasmo incredibile. Per fortuna il Benevento è vicino al traguardo, quindi ho lavorato molto a livello mentale più che fisico. Non so come ripartiremo, ma saremo tutti sulla stessa barca e quindi nessuno potrà lamentarsi».
3Oltre
al Benevento, anche la Lazio di suo fratello si è dovuta fermare in un momento straordinario.
«Nello sprint finale Simone avrebbe potuto sfruttare il vantaggio di essere fuori dalle coppe e invece adesso il campionato non sarà ”disturbato” da altre manifestazioni. Però la Lazio deve inseguire il suo sogno: sono convinto che possa farcela. Anche l’Inter se vince il recupero è ancora in corsa: con un allenatore come Conte non si arrenderà mai. I cambi della Juve non li ha nessuno, però giocando ogni tre giorni può succedere di tutto».
Ci sono tante incognite, nessuno è al 100%: anche in A è ancora tutto aperto
Con la final eight in Champions occhio alle sorprese: sarebbe bellissimo se vincesse l’Atalanta
3A
quale record già battuto o da battere con il Benevento tiene di più?
«Il record più bello sono la serietà, l’impegno e la dedizione che i miei giocatori hanno sempre mostrato nel corso della stagione e che ci hanno consentito di vincere tantissimo. Avevo un debito di riconoscenza con il presidente Vigorito e con il ds Foggia, sono molto contento per loro e per i tifosi che mi hanno accolto benissimo. Poi, se guardiamo al campo, è bello vedere che tra A e B dei più grandi campionati europei nessuno ha preso meno gol di noi: siamo davanti a Real e Liverpool. E dopo 28 giornate abbiamo fatto più punti della Juve di Deschamps. Adesso abbiamo nel mirino qualche altro primato, vedremo cosa riusciremo a fare».
3Ultima
domanda obbligatoriamente sulla Champions che lei ama. Si chiuderà ad agosto con una final eight. Quanto è dispiaciuto di non aver potuto vivere un’esperienza come questa? «Tantissimo! Sarebbe stato molto eccitante. Da una formula come questa mi aspetto una sorpresa. E mentre lo dico penso all’Atalanta: Bergamo ha sofferto molto, sarebbe bellissimo».