Mora, una laurea in Filosofia con vista sulla A
Così il centrocampista dello Spezia: «La mia tesi sul “mondo possibile” vale anche per noi: siamo solo a -5...»
Una laurea in Filosofia, a 32 anni. Luca Mora in campo macina chilometri con la maglia dello Spezia, dopo aver firmato le due promozioni consecutive ai tempi della Spal arrivando in A. Con i libri ci ha messo più calma: «Ho cominciato a 19 anni a Verona, quando giocavo nel Chievo, e ho finito ora a casa mia, a Parma. Sono un po’ fancazzista nell’anima, mi godo la vita, per qualche anno avevo mollato e a giugno di solito faccio le vacanze. Ma ci tenevo, è una cosa in più. Di solito uno studia e per divertirsi gioca, per me il calcio è un lavoro e ho voluto aggiungere questa soddisfazione».
3Voto?
«108, partivo da 104, non male. Ringrazio il prof. Andrea Bianchi che mi ha seguito».
3Perché
Filosofia?
«Mi piacciono le lingue, parlo inglese e spagnolo, ho studiato tedesco, ma ho scelto una facoltà che mi avrebbe potuto insegnare qualcosa di diverso, e la filosofia mi ha appassionato. Giocando a calcio e guadagnando bene non cercavo una laurea per avere un lavoro».
3Nel
calcio c’è di filosofia? «Giocare a calcio non è semplice. Chi è troppo pensieroso, chi vive male le situazioni e soffre la concorrenza, non va lontano. Io ho imparato a vivere il calcio con... filosofia. Si fa parte di un gruppo, l’individuo e la collettività appunto».
3«Modalità
e mondi possibili», il titolo della sua tesi. «La definizione di “mondo possibile” mi ha colpito, anche molto complicata. L’esempio più semplice è Sliding doors, il che parla di mondo reale e mondo possibile».
3La
Serie A è un mondo possibile per lo Spezia? «Assolutamente sì. Nella mia tesi dico che ci sono possibilità e realtà, si può essere vicini alla realtà più di quanto si pensi e noi siamo a 5 punti dalla A».
3Tre
mesi senza calcio l’hanno aiutata per la tesi? «Moltissimo, perchè quando si gioca il tempo è poco. E ho
3Il
suo filosofo preferito? «Kripke, un contemporaneo americano».
3Lei
è uno dei pochi calciatori politicamente schierati. A sinistra. Perché questa scelta? 3E’ il Paolo Sollier del nuovo millennio?
«No no... Non lo conosco ma lo stimo. Aveva barba e capelli lunghi come me, ma quelli erano altri anni».
3I
suoi compagni di squadra cosa dicono della laurea? «Qualcuno mi chiama dottore, altri hanno detto “era ora”, altri non sapevano nulla...».
3Perché
non si impegna anche con l’Aic?
«Mi sto interessando un po’ della questione, li ascolto volentieri, ma il sindacato è un mondo difficile. Ho giocato dalla C2 alla A, le categorie cambiano e ci sono tante nefilm cessità da mettere insieme. Tante cose vanno ripensate».
3Per
esempio?
«Mi piace la Nba, il loro sistema è giusto, nei draft e soprattutto nella distribuzione delle risorse. Da noi si guarda solo agli interessi dei grandi».
3Però
i diritti tv arrivano grazie a loro...
«Certo, ma se questi diventano più potenti e gli altri più deboli, salta tutto. Con una logica socialista bisogna contribuire a tenere in piedi il sistema».
3Come
sfrutterà questa laurea quando smetterà?
«Mi ha aperto la mente su tante cose e mi potrebbe aiutare anche se resterò nel calcio».
3E’
Mi piace Kripke, sono di sinistra ma non mi sento il nuovo Sollier
sfatato il luogo comune del calciatore ignorante?
«Il calcio è fatto di tanti ragazzi intelligenti, anche senza laurea, andati via da casa presto e diventati grandi in fretta: questione di intelligenza».