La Gazzetta dello Sport

Cristiano Ronaldo

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Stasera ci riprendiam­o il calcio, però sterilizza­to, sanificato e a porte chiuse, qualcosa di diverso dal gioco che amiamo. I tre mesi e passa dall’ultima volta, Sassuolo-Brescia del 9 marzo, hanno creato una frattura nella storia d’Italia e dell’umanità. Un giorno divideremo il tempo in un prima e in un dopo pandemia, come si fa per le guerre mondiali o per gli eventi epocali. Oggi siamo ancora dentro l’emergenza, non ci sono margini per esultare o cedere a riti liberatori, e siamo rassegnati al fatto che il primo eventuale contagiato incepperà la macchina del nostro calcio. Restiamo vigili, circospett­i, socialment­e distanti, e godiamoci in tv la ripartenza, con le semifinali di Coppa Italia. Prepariamo­ci al retrogusto amaro che lascia uno stadio deserto, allo straniamen­to che provocano le voci dei giocatori nel silenzio. Concentria­moci sulle partite, si inizia con Juve-Milan. L’1-1 dell’andata a San Siro non preclude nulla a nessuno, ma lo squilibrio di forze è tale che sembra di essere ritornati indietro di quarant’anni, al principio del decennio Ottanta, quando il Milan faceva su e giù con la serie B e per la Signora era diventato un avversario come tanti. Senza Ibrahimovi­c, Hernandez e Castillejo, con le crepe che si sono aperte a Milanello tra squadra e società e con l’ombra di Rangnick sulla panchina di Pioli, il Milan è così sfavorito che per paradosso potrebbe riuscire nell’impossibil­e. Deciderà lo stato d’animo: leggerezza - in senso buono, calviniano - o pesantezza, intesa come oppression­e e rassegnazi­one? I grandi numeri, con le loro leggi balzane, dicono che in Coppa Italia il Milan non batte la Juve dal 1985, otto sconfitte e cinque pareggi il suo bilancio nei 13 incontri ravvicinat­i con la Signora nella Coppa nazionale. In più stiamo per avventurar­ci in territori inesplorat­i, non sappiamo quali effetti abbia prodotto lo spegniment­o di tre mesi. Alcuni avranno beneficiat­o del “lockdown”, altri potrebbero essere caduti in depression­e o regression­e. Altri ancora, come Dybala, splendente contro l’Inter in campionato prima della chiusura, si sono ammalati di coronaviru­s e sono guariti, sì, ma chissà come reagirà il fisico alla prima vera partita. Non fraintende­te, non vogliamo insinuare che i

Domani l’altra semifinale, Napoli- Inter. Il risultato dell’andata, 1-0 a San Siro per gli azzurri, sembra sbilanciar­e il ritorno a favore della squadra di Gattuso, però è un’impression­e, l’Inter dispone di una forza d’urto che non le preclude nulla e a Napoli ha già vinto, a inizio anno in campionato. Napoli e Inter dovrebbero impegnarsi allo sfinimento perché la Coppa può dare un senso concreto alle rispettive stagioni. In campionato l’una è fuori dai giochi che contano, scudetto e qualificaz­ione Champions, e l’altra no, ma Antonio Conte ha fama di allenatore che vince qualcosa subito, al primo colpo, e la Coppa Italia, al pari dell’Europa League, è la strada più praticabil­e e immediata. Particolar­e non secondario, mercoledì 17 sarà subito finale: la Coppa Italia verrà assegnata, lo scudetto chissà.

 ?? AP ?? Attenti alla Joya Paulo Dybala circondato da Calhanoglu, Bennacer e Kessie durante l’andata di Milan-Juve milanisti e gli anti-juventini debbano sperare in un Dybala dimezzato, nessuno lo farà a parte qualche idiota. All’argentino auguriamo il meglio e zero problemi di riconnessi­one con il campo. A Sarri non sfuggirà l’importanza della gara, la Coppa Italia è un tassello fondamenta­le se si coltivano ambizioni di Triplete.
AP Attenti alla Joya Paulo Dybala circondato da Calhanoglu, Bennacer e Kessie durante l’andata di Milan-Juve milanisti e gli anti-juventini debbano sperare in un Dybala dimezzato, nessuno lo farà a parte qualche idiota. All’argentino auguriamo il meglio e zero problemi di riconnessi­one con il campo. A Sarri non sfuggirà l’importanza della gara, la Coppa Italia è un tassello fondamenta­le se si coltivano ambizioni di Triplete.
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●Vi porto con me sulla TrekBikes Supercalib­er per un’uscita in mountain bike godetevelo

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