«Stanco di regole senza buon senso: il ciclista lavora»
Il n.1 mondiale dei corridori: «Le gare devono essere normali. Pubblico? Sì»
Stanze singole e le giuste misure sanitarie. Se c’è un positivo? Si isola e si va avanti
Neanche un mese fa — 18 maggio, a 30 anni dall'inizio di quel Giro d’Italia che dominò in rosa dall’inizio alla fine — Gianni Bugno sul tema ripresa del grande ciclismo era stato chiaro ai limiti della preveggenza. «Bisogna ripartire con regole di buon senso e chiare, ma non impossibili — aveva detto alla Gazzetta —. Sennò non andiamo da nessuna parte». Il monzese, dopo un malore per stanchezza e stress accusato a fine aprile, conta di ritornare a fare l’elicotterista del 118 a fine mese. E ora che l’Uci si appresta a diffondere i dettagli dei protocolli (sanitari, in primo luogo) per le gare ciclistiche— la prossima settimana, a quanto si dice —, torna con dovizia di particolari sul tema. Con una premessa: «Voglio parlare non tanto da presidente mondiale dei corridori, ma da cittadino italiano». E una provocazione: «Per la ripartenza delle gare, torniamo alle regole che c’erano prima. E ne aggiungiamo una enorme, seguire il buon senso».
3Bugno,
che cosa intende? «Non sto comprendendo il comportamento della politica. Decreti su decreti, non si capisce più niente. C’è voglia di riprendere la vita normale e non si sa da parte cominciare».
3Si
riferisce anche alle diverse opinioni che si sentono sul tema coronavirus? «Sentiamo il Ministro della salute Speranza dire che il virus è ancora in giro. L’altro giorno il dottor Zangrillo aveva riferito che il virus clinicamente non esisteva più. Io sono stanco di questa situazione. La politica non mi interessa, ma alla gente servono più chiarezza e più praticità. Abbiamo festeggiato il 2 giugno, ma c’erano ancora le barriere tra le regioni».
3Tornando
al ciclismo? «Dobbiamo far ripartire le gare e ancora non sappiamo come, perché ogni Paese ha un decreto. Ma i corridori devono poter lavorare e essere messi nelle condizioni di farlo. Io lo dico chiaramente, mettendoci la faccia. Non mi voglio nascondere dietro la mascherina senza fare niente. Noi dobbiamo ritornare alla vita normale, affrontando insieme il vero problema, un virus che ancora non si conosce bene».
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gli alberghi?
IL BELGA RECORDMAN DELL’ORA