Warholm record Ingebrigtsen c’è Duplantis vola Che notte a Oslo
Nuovi format e stadio vuoto. Ma Karsten fa il primato mondiale dei 300 hs e Jakob quello europeo dei 2000. Armand a 5.86 nell’asta
Benvenuti a Oslo, benvenuti al Bislett Stadium, benvenuti nell’atletica del 2020, anno del Covid-19. Sono gli “Impossible Games”, i “Giochi impossibili”, a dare il via alla stagione internazionale. Lo strano meeting, con il clou concentrato in un’ora, prende il posto della tappa di Diamond League originariamente prevista nella medesima data. Di uguale, però, c’è solo la produzione televisiva, di assoluta qualità. E, dopo oltre tre mesi senza attività, il fascino immortale dell’atletica. Per il resto, con lo storico impianto pressoché deserto - a parte qualche cartonato e persino alcune marionette nelle prime file della tribuna - e con format di gara più che innovativi, per apprezzare non bisogna aver paura del futuro e rimpiangere la tradizione. Distanze spurie, prove contro il cronometro per uno o due partecipanti, quelle di corsa fino ai 600 in corsie alterne, sfide a distanza o virtuali.
Dopo 18 anni Warholm, con 33”78, cancella il limite siglato nel 2002 dall’inglese Rowlinson
Spettacolo intimo Un’ora di sfide ad alta intensità. Mondo: «Avrei voluto far di più»
Asta virtuale
Come quella che oppone l’uomo più atteso, il nuovo re dell’asta Armand Duplantis, al predecessore Renaud Lavillenie. Lo svedese, “accompagnato” da un paio di promesse locali, salta sulla pedana norvegese. Il francese s’è invece cimentato martedì su quella del giardino di casa, a Clermont Ferrand. La regia, proponendo il botta e risposta, fa apparire il confronto plausibile. E il pathos non manca. Lavillenie, che a 5.36, 5.51 e 5.71 deve ricorrere al terzo tentativo, pur limitato da una rincorsa ridotta e da venti trasversali, si arrampica fino a 5.81. Duplantis va oltre. A 5.86 (alla terza): misura eccellente, data la situazione. Poi, però, risente di un ambiente inevitabilmente freddino - il meteo non c’entra e quando l’asticella sale a 6.01, record dello stadio, complice una botta alla mano destra appare svuotato. Sarà per un’altra occasione. Magari a Karlstad l’8 luglio, prossimo probabile impegno. «Avrei voluto fare di più» ammette.
Super primati
Gli atleti di casa si esaltano. Karsten Warholm, in settima corsia, corre un 300 hs in solitaria. A incitarlo uno striscione appeso al balcone di una casa prospicente lo stadio: “Warholm, we love you”. Lui risponde con un urlaccio al via, una partenza a cannone, una distribuzione magistrale e un sensazionale 33”78 che cancella di 70/100 e dopo 18 anni la miglior prestazione mondiale, firmata a Sheffield dal britannico Chris Rowlinson. «Sono abituato a correre da solo» dice Karsten. Anche Jakob Ingebrigtsen è da record. Il 19enne, in un 2000 a squadre, aiutato dai fratelli Henrik e Filip - poco prima con 2’16”48 autore del record nazionale dei 1000 - vola in 4’50”01, con un ultimo 400 da 54”1. Il gruppo keniano, impegnato in contemporanea a Nairobi, su pista bagnata dalla pioggia, affonda. Per Jakob c’è il primato europeo (era 4’51”39 di Steve Cram, a Budapest nel 1985) e il sesto crono all-time, il migliore dal 2007. Cade pure il limite continentale dei 25 km in pista: Sondre Moen fa 1h12’46”. Non è atletica vera, ma è pur sempre atletica. Come stasera a Düsseldorf, per una gara di asta col pubblico in un drive-in.