La Gazzetta dello Sport

LA GIOCA IL MANCIO

LA FINALE NAPOLI-JUVE VISTA DAL RE DI COPPA ITALIA

- Di Luigi Garlando

Le due squadre partono alla pari. Mertens può creare problemi ai bianconeri, CR7 mi convince di più a sinistra. Ringhio è molto più di un motivatore. Sarri ha già trasmesso le sue idee

ulla pagina del 17 giugno della sua agendina, Roberto Mancini si era segnato da tempo: Stadio Olimpico, Roma. Solo che aveva annotato «Svizzera», seconda partita di Euro 20, mentre stasera sarà tra i pochi seduti in tribuna per assistere a Napoli-Juventus, finale di Coppa Italia. Che poi è la sua coppa: la Mancio Cup. Ne ha vinte 10: 6 in campo, 4 in panchina. Nessuno come lui. Dalla prima sollevata da numero 10 della Sampdoria (1984-85) all’ultima da allenatore dell’Inter (20052006) corrono più di 20 anni di carriera.

► Mancini, eravamo pronti per la Svizzera?

«Eravamo pronti per tutti. Ogni cosa messa a punto. Non sarebbe stato un girone facile come pensavano tanti e non lo sarà tra un anno. La Svizzera è storicamen­te tosta per noi, ha giocatori di qualità che giocano in top club e un bravo c.t. come Petkovic che ci conosce bene. Ma saremo pronti anche per l’Europeo che verrà».

► Per ora, svanite le notti magiche tanto attese.

«Svanite, nel senso di stadio pieno, gente in strada, gioia popolare. Ma, a suo modo, anche questa partita all’Olimpico ha una sua magia. Io ho sofferto molto durante il lockdown. È stato terribile, per i morti, per la sofferenza, ma anche per la rinuncia a tanta parte della nostra libertà. Solo ora ho la sensazione di poterla recuperare. Napoli-Juve è il primo trofeo assegnato dopo la pandemia, l’Olimpico riapre anche se vuoto: un segnale in più della vita che ritrova lentamente la sua normalità. Anche questa notte ha una sua magia».

► La Coppa Italia è sempre stata la sua magia: 6 da giocatore. Quale sceglie?

«La prima, naturalmen­te: 1984-85. La Samp non aveva mai vinto nulla. È stato l’inizio di tutto. Espugnammo San Siro con gol di Souness, poi 2-1 a Marassi: una rete io, una Vialli. La festa. Avevo 20 anni».

► Tra le quattro da allenatore?

«Anche qui scelgo la prima: Fiorentina 2000-01. Sembrava impossibil­e battere quel Parma. Era fortissimo. Invece passammo al Tardini e poi 1-1 al Franchi. La mia prima gioia da allenatore».

► Se la Juve vince, Buffon la raggiunge a quota 6. Spiace?

«Se deve succedere, mi fa piacere che sia uno come Gigi».

► Juve non lucidissim­a contro il Milan. Sorpreso?

«No, dopo la lunga inattività, ci vorranno almeno 5-6 partite prima che le squadre recuperino il loro vero calcio».

► Juve diversa in finale?

«Mi aspetto una partita molto aperta ed equilibrat­a e non solo perché le finali sono partite particolar­i. Me l’aspetto perché il Napoli è forte, molto forte, più di quanto dica la classifica di campionato».

► Merito di Gattuso?

«Chi lo riduce a un motivatore gli fa torto. Rino è cresciuto di stagione in stagione. Ogni anno un po’. Ha accumulato conoscenze ed esperienze, anche sofferte, anche all’estero. Ha allenato un top club come il Milan, dove ha fatto bene».

► Sarri ha fatto bene finora?

«Prendere una squadra che vince da tanti anni e tenerla davanti a tutti non è facile come sembra. Ha trasmesso le sue idee e si vedono. Il palleggio è più solido, meno verticale. La squadra lo segue».

► Cristiano Ronaldo si adegua e ci prova da punta centrale.

«Mi convince di più quando parte da sinistra; trova più liberta per il tiro. Ma i fuoriclass­e come lui, trovano sempre la posizione giusta in campo».

► Si aspetta il solito CR7 decisivo in finale?

«La Juve ne ha tanti di uomini decisivi, troppi, pensano gli altri... Una ventina».

► Un nome per il Napoli?

«Mertens ha le caratteris­tiche per creare problemi alla difesa della Juve».

► Diamo un occhio agli azzurrabil­i in campo: Insigne?

«In Nazionale ha sempre fatto bene. Con Gattuso ha ritrovato entusiasmo e convinzion­e. È l’anima. Il Napoli gli propone un disegno tattico molto simile a quello che svolge con noi e questo certamente lo aiuta».

► Non si può dire lo stesso per Bernardesc­hi. La Juve non è altrettant­o allenante.

«Però è un altro che con noi ha sempre fatto bene. Ha corsa, tecnica, può stare a destra o a sinistra. Tanto dipende anche da lui: deve metterci il massimo della volontà per ritrovare un posto di primo piano nella Juve e continuità di gioco».

► Politano ha rimontato uno come Callejon.

«Ha qualità importanti, fisiche e tecniche. Può tornare utile alla Nazionale. Chi c’è stato, può sempre tornarci».

► In un ruolo sofferente, terzino destro, Di Lorenzo può imboccare un corridoio azzurro.

«Giocare partite importanti, vivere la Champions, lo ha fatto crescere senz’altro. È quello che auguro da sempre ai nostri giovani: esperienze in campo internazio­nale che fortifican­o carattere e autostima. E naturalmen­te giocare con continuità. Come per esempio non è accaduto di recente a Emerson

Gattuso è cresciuto di anno in anno. È molto di più di un motivatore

Brutta Juve? Dopo lo stop, servono 5-6 partite per ritrovarsi

Insigne l’anima, Di Lorenzo è cresciuto, Politano può servirmi

Bernardesc­hi deve dare di più per risalire, Chiellini è fondamenta­le

Palmieri in Premier. Mi piacerebbe che trovasse un ruolo da titolare in Italia. Anche De Sciglio non gioca sempre, ma ogni volta che ne abbiamo avuto bisogno, ha risposto bene».

► Chiellini?

«Fa bene a prendersel­a con calma, senza forzare il rientro. Per noi resta fondamenta­le, in campo e fuori».

► Ha letto le lodi di Modric a Zaniolo? Il romanista non ha avuto finora grande esposizion­e internazio­nale, eppure il croato lo ha messo in testa ai giovani promettent­i.

«La cosa non mi sorprende, basta poco per leggere il futuro di Zaniolo. Le prime volte che lo osservai mi impression­ò la potenza, sproporzio­nata all’età. E poi ha qualità, piede. Non vuol dire che sia già arrivato. Deve crescere ancora tanto, giocare sempre più connesso alla squadra, sacrificar­si tanto anche senza palla».

► Lei è rimasto connesso con gli azzurri durante il lungo stop per il coronaviru­s?

«Sì, ci siamo sentiti più di una volta in video-call. Sentimento comune: il rammarico per l’Europeo rinviato. Eravamo tutti carichi e pronti per viverlo al meglio. Ma, oltre al rammarico, c’era la convinzion­e che tutto è solo rimandato e arriveremo ancora più pronti per misurarci con le big».

► Se, come ci auguriamo, qualche italiana arriverà in fondo alla Champions (23 agosto), dovrà fare a meno di quei giocatori per Italia-Bosnia del 4 settembre?

«Vedremo. È presto per dirlo. Bisognerà anche valutare l’impatto del campionato estivo, con partite ravvicinat­e ad alte temperatur­e. L’intenzione è di allargare il gruppo recuperand­o giocatori che sono già stati con noi o aggiungend­o giovani, come Scamacca».

► Come se la immagina la ripresa azzurra?

«Mi auguro che a settembreo­ttobre ci siano le condizioni per riaprire gli stadi, per giocare a Milano e fare un allenament­o a Bergamo. Per dare una carezza azzurra a due città martoriate dal virus e per trovare il modo di ringraziar­e medici e infermieri che sono stati eroici nell’emergenza».

► Oggi sono 50 anni da ItaliaGerm­ania

4-3.

«Avevo 6 anni. Mi addormenta­i e la rividi il giorno dopo».

► Alla seconda partita di Nations League, affrontere­te l’Olanda di Ronald Koeman. Le fa venire ancora in mente la finale di Coppa campioni persa a Wembley?

«Sì, continuo a pensarla come un’ingiustizi­a, perché per la Samp sarebbe stata unica, mentre per il Barcellona solo la prima di una lunga serie».

► Avrà al suo fianco l’amico e il team manager Vialli. Sarete in due contro uno...

«Sì, ma tanto Koeman non tira più forte come prima...»

 ??  ?? (In alto, Roberto Mancini, 55 anni, c.t. azzurro e primatista di vittorie in Coppa Italia:
6 da giocatore, 4 da allenatore. A destra,
Dries Mertens, 33, e
Cristiano Ronaldo, 35)
(In alto, Roberto Mancini, 55 anni, c.t. azzurro e primatista di vittorie in Coppa Italia: 6 da giocatore, 4 da allenatore. A destra, Dries Mertens, 33, e Cristiano Ronaldo, 35)
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Qui a fianco, Dries Mertens, 33 anni; più a destra, Cristiano Ronaldo, 35 anni. Sopra, Roberto Mancini, 55 anni
GETTY IMAGES Bomber vecchi e nuovi Gli sfidanti Qui a fianco, Dries Mertens, 33 anni; più a destra, Cristiano Ronaldo, 35 anni. Sopra, Roberto Mancini, 55 anni
 ?? GETTY IMAGES ?? In ascesa Rino Gattuso, 42 anni, allenatore del Napoli
GETTY IMAGES In ascesa Rino Gattuso, 42 anni, allenatore del Napoli
 ?? LAPRESSE ?? Pensieri Maurizio Sarri, 61 anni, prima stagione alla Juve
LAPRESSE Pensieri Maurizio Sarri, 61 anni, prima stagione alla Juve
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 ?? GETTY IMAGES ?? Cuore Lorenzo Insigne, 29 anni, è il capitano del Napoli
GETTY IMAGES Cuore Lorenzo Insigne, 29 anni, è il capitano del Napoli
 ?? GETTY IMAGES ?? Sotto esame Federico Bernardesc­hi, 26 anni,
GETTY IMAGES Sotto esame Federico Bernardesc­hi, 26 anni,

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