La Gazzetta dello Sport

«Tiriamo fuori tutto Io poco vincente? Non fatemi girare...»

- Di Fabiana Della Valle - TORINO

Maurizio Sarri non rinnega la gavetta, anzi la esibisce come se fosse una medaglia al valore. Stasera a Roma si gioca la finale di Coppa Italia e il tecnico può vincere il suo primo trofeo italiano, però lui rivendica con orgoglio quella Coppa Italia di D di 17 anni conquistat­a con la Sansovino e le tante promozioni nelle serie minori: «Mi girano i c... quando dicono che in Italia non ho vinto niente – dice l’allenatore nel suo solito linguaggio colorito e diretto nella prima conferenza stampa post pandemia –. Ho fatto otto promozioni da una categoria all’altra tutte sul campo, non ne ho saltata una tranne un passaggio dalla serie C1 alla B, dove ho comunque raggiunto i playoff. Sempre sul campo ho conquistat­o l’accesso alla Champions League. Sembra facile, invece è molto difficile. Alla Juve il percorso finora è stato buono, sbagliare qualche partita ci sta ma era dagli Anni 50 che un allenatore al primo suo anno di Juventus non aveva una media punti così alta. La vittoria non è una normalità, ma va vissuta come un momento eccezional­e».

Tiriamo fuori tutto

Sembra quasi di sentire Massimilia­no Allegri, che ricordava sempre come per la Juventus vincere sempre sembrava cosa scontata, invece non lo è affatto. Sarri ha già perso la finale di Supercoppa con la Lazio e non si fida della sua ex squadra, il Napoli, che l’ha battuto in campionato: «Non ho retropensi­eri sugli avversari, mi interessa solo giocare la finale, contro chi non ha importanza. Sono proiettato solo su di noi, voglio aiutare i ragazzi a vincere questo trofeo. Nell’ultima gara con il Napoli abbiamo commesso errori che non vanno ripetuti: ci siamo allungati e allargati e abbiamo preso gol da un cross nostro. Con il Milan abbiamo cominciato con un’aggressivi­tà rara e una supremazia territoria­le dell’80% in partirà numerica, poi la partita è stata condiziona­ta da tanti fattori: avevamo la sensazione che gli avversari non potessero crearci difficoltà. Ai ragazzi dirò che abbiamo giocato 7 mesi e fatto 3 di lockdown per arrivare a giocarci queste partite: è il momento di tirare fuori tutto, che magari non sarà il 100%, ma il 90% sì».

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