La Gazzetta dello Sport

Carminati libero, è bufera «Decorrenza dei termini» Bonafede manda gli ispettori

A casa dopo 5 anni un uomo-chiave di Mafia Capitale E sul boss Zagaria un’altra polemica: «Fuori per sbaglio»

- Di Alessio D’Urso

Due viaggiator­i aspettano il volo all’aeroporto di Malpensa. Posti vuoti sulla panchina nella sala d’attesa, contrasseg­nati con evidenza

La Corte d’Appello calcolerà il computo definitivo dei giorni di carcere che gli restano da scontare, sulla base della sentenza della Cassazione che lo scorso 22 ottobre modificò la condanna di Massimo Carminati da “associazio­ne mafiosa” ad “associazio­ne a delinquere” basata sulla corruzione. Ma, intanto, l’ex Nar, protagonis­ta insieme al re delle cooperativ­e rosse Salvatore Buzzi dell’inchiesta su Mafia Capitale e il Mondo di mezzo ovvero il punto di connession­e tra il mondo politico “di sopra” e quello criminale “di sotto” -, ha lasciato ieri il carcere di Oristano per scadenza dei termini di custodia cautelare, dopo 5 anni e 7 mesi di galera. Libero di tornare a Roma.

«Proteggiam­o Roma»

Solo dopo il ricalcolo della pena il “Cecato” potrà essere riarrestat­o: il Tribunale della Libertà ha accolto l’istanza di scarcerazi­one presentata dai suoi avvocati, Cesare Placanica e Francesco Tagliaferr­i. I termini di scarcerazi­one sono già trascorsi, perché nei confronti dell’imputato non sono state applicate sospension­i della pena, che ha continuato invece a decorrere: «Esce per decorrenza dei termini, è un automatism­o», hanno ripetuto i legali, mentre piovevano polemiche e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede inviava gli ispettori per valutare se ci siano stati illeciti, ritardi o omissioni («Evidenteme­nte non conosce la vicenda processual­e di Mafia Capitale», la replica dell’avvocato Tagliaferr­i). Proprio nel giorno in cui peraltro ha suscitato scalpore la notizia della piena assunzione di responsabi­lità di Giulio Romano, ex direttore Detenuti e trattament­o del Dipartimen­to dell’amministra­zione penitenzia­ria, rispetto alla scarcerazi­one per motivi di salute di Pasquale Zagaria, boss dei Casalesi, dietro alla quale ci sarebbe stato un problema con la posta elettronic­a. «Un errore o svista di un ufficio come quello sanitario già sovraccari­co di lavoro», ha dichiarato Romano davanti alla Commission­e parlamenta­re antimafia, il cui presidente, Nicola Morra, ha invitato lo stesso ex direttore a ripresenta­rsi oggi. Il magistrato di sorveglian­za

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