Pallotta disegna la Roma del futuro Si parte da Pedro
Due anni più opzione per la punta (svincolata) del Chelsea. Ingaggio da 3,5 milioni grazie al decreto Covid. Fonseca lo chiama
Difficile pensare che possa essere l’ultimo regalo della gestione Pallotta - perché l’impressione è che il presidente ancora non trovi l’acquirente giusto e Dan Friedkin, dopo l’intervista di lunedì, pare essersi ulteriormente irritato - ma l’arrivo ormai sicuro di Pedro Rodriguez Ledesma - al secolo calcistico Pedro - è di sicuro di quelli che fanno vetrina. L’attacante spagnolo, in regime di svincolo dal Chelsea, firmerà un biennale (con opzione sul terzo) da circa 3,5 milioni a stagione, grazie al decreto governativo post-Covid che consente, a chi viene in Italia per almeno due anni, di vedere la tassazione non sul totale del proprio reddito, ma solo sul 30%. Così, mentre il presidente cerca eredi soprattutto negli Usa - due i soggetti in trattativa -, la dirito,
si è mossa da tempo con decisione su Pedro, volendo così segnalare che il progetto - pur alla luce della crisi da coronavirus - nelle sue linee guida non cambia. L’ufficializazzione, comunque, ci sarà più avanti.
Mossa Baldini
Tra l’altro, il caso Petrachi non ha mutato le traiettorie di mercato, perché da tempo a Baldini sono state delegate le trattative estere più delicate, che riguardano soprattutto la permanenza di Smalling e Mkhitaryan. Dopo la rottura del fine settimana scorso, sancita dal colloquio di lunedì coi vertici del club, infatti, il d.s. è in uscita, ma lo farà nei tempi che deciderà il club, anche per non creare aloni di martirio intorno a un dirigente che ha deluso soprattutto dal punto di vista comunicazionale e umano. In ogni caso, se per gli arrivi il tandem Baldini-De Sanctis può ben funzionare, per le cessioni la società si appoggerà a dei procuratori che magari riusciranno dove Petrachi non è riuscito. Da segnalare, poi l’arrivo di Lo Schiavo come capo scout delle Giovanili.
Xavi battuto
Su Pedro- corteggiato anche dall’Al-Sadd di Xavi - immaginiamo che i giudizi saranno ambivalenti, ma una cosa è sicura: è stato fortemente voluto da Fonseca, che lo ha chiamato al telefono per comunicargli la sua stima e spiegargli come vorrebbe utilizzarlo. Ovvero, sia da esterno, sia da centravanti atipico in coppia o in sostituzione di Dzeko, cosa che - in clima di risparmi - renderebbe superfluo l’acquisto di un vice del bosniaco, su cui la Roma smentisce un interessamento dell’Inter. Cergenza se la qualità dello spagnolo è fuori discussione, il fatto che a luglio compia 33 anni e in questa stagione finora abbia segnato solo un gol, lo fa collocare nella zona tramonto, ma proprio il rendimento di Smalling (30 anni) e Mkhitaryan (31) che non a caso Fonseca vorrebbe confermare a tutti i costi - lascia capire come la linea degli ultratrentenni possa consentire la costruzione di quell’«instant team» utile a riportare la Roma in alto.
Schick è un caso
Ovvio che i sacrifici saranno fatti in altre forme, come gli addii di Under e Kluivert dimostrano. Intanto, c’è ancora da piazzare Schick. L’opzione del Lipsia è scaduta lunedì e i tedeschi - pur alle prese con il caso Werner - per il momento non vogliono offrire più di 20 milioni invece dei 28 pattuiti (più 1 in caso di qualificazione Champions e 0,5 in caso di un bottino di reti superiore a 10). «Patrik è un giocatore da sogno - dice Nagelsmann -ma anche noi stiamo lottando con gli effetti della pandemia e non possiamo pagare la cifra richiesta, quindi stiamo ancora negoziando. Certo, vorremmo acquistarlo, ma potremmo pure rinnovare il prestito». Difficile. Di sicuro l’attaccante ceco piace anche in Premier e su questo conta la Roma per convincere il Lipsia a muoversi. Titoli di coda su due giocatori offerti a Trigoria: l’attaccante Bouang (S.Etienne) e il difensore Porozo (Santos). Ma al momento, in giallorosso c’è voglia di esperienza. E tanta.